01 in primo piano di Dario Foschini Il Preconsuntivo 2013: crescita dei ricavi, stabilità del risultato economico. 01.a Dario Foschini, Amministratore Delegato Cmc. I dati gestionali di gruppo al 30 giugno 2013 evidenziano un fatturato inferiore al budget ed un risultato economico migliore, determinato dall’anticipata e positiva definizione di alcune riserve e contenziosi all’estero. 01.a 01.b-c Foto dal cantiere di Nampula. I minori volumi sono stati causati principalmente dall’avvio più lento del previsto delle due maxi commesse stradali a Caltanissetta e Palermo. Si prevede che tali slittamenti saranno sostanzialmente recuperati nel secondo semestre. Il preconsuntivo della Divisione Costruzioni Italia prevede infatti volumi di poco inferiori al budget. Anche i volumi dell’estero sono stati inferiori alle previsioni, soprattutto a causa della riduzione della nostra quota di partecipazione nella commessa di Tabellout in Algeria e del lungo fermo dei lavori in Bulgaria, per maltempo e per ritrovamenti archeologici. Questi due elementi, uniti allo slittamento nell’avvio di alcune commesse (Cile, Algeria e altre nuove acquisizioni), causeranno uno scarto tra budget e preconsuntivo all’estero a fine anno di circa 90 milioni. Rileviamo comunque che l’attuale preconsuntivo gestionale supera di circa 200 milioni il consuntivo del 2012, confermando la tendenziale crescita dei volumi prodotti dalla cooperativa. Si prevede che il risultato economico a fine anno sarà sostanzialmente allineato al budget 2013 ed al consuntivo del 2012. Il risultato economico è caratterizzato dal risultato molto positivo di alcune commesse estere, mentre resta invece sotto le aspettative il risultato dei lavori in Italia. I risultati di Ged e Acr – Sic, soddisfacenti in termini di volumi, riflettono – nel risultato economico – la situazione estremamente negativa del mercato. L’avvio di diverse commesse dei soci di Acr sul territorio romagnolo stanno comunque assicurando la continuità produttiva ed occupazionale. Il portafoglio ordini è aumentato, soprattutto all’estero, ed oggi abbiamo già raggiunto la copertura pressoché totale dei volumi previsti nel piano per il 2014. 01.b 01.c p.03 la Betoniera 01.d Abbiamo adottato un atteggiamento cauto nelle offerte in Italia in quanto ribassi eccessivi comprometterebbero il nostro futuro. Ci stiamo orientando verso commesse di minor dimensione rispetto al passato, in segmenti di mercato dove possiamo meglio valorizzare le nostre capacità. L’obiettivo principale del management resta comunque quello di migliorare la posizione finanziaria della cooperativa sia rispetto alle banche, sia rispetto ai fornitori. Il progressivo ampliarsi dei crediti scaduti, delle riserve e dei contenziosi hanno fortemente incrementato il fabbisogno finanziario. Alcune criticità che sembrano in via di soluzione (innanzitutto Cepav) potranno portare a breve alcune decina di milioni di liquidità. Altre criticità (primo lotto strada di Porto Empedocle, commesse in Mozambico) avranno bisogno di tempi un po’ più lunghi. Riteniamo comunque di poter conseguire risultati significativi nei prossimi 6 - 9 mesi. Resta fondamentale l’impegno di ciascuno per l’accelerazione di tutte le attività finalizzate agli incassi. Manteniamo i livelli occupazionali delle struttura fissa sostanzialmente ai livelli attuali. Eviteremo nuove assunzioni, salvo quelle per l’estero o dall’estero. Nel contempo, i processi formativi in atto stanno facendo crescere le risorse immesse negli anni più recenti, a garanzia del mantenimento e miglioramento delle future capacità della cooperativa. 02 Seconda edizione per il Festival dell’Acqua notizie sociali Dal 6 all’11 ottobre l’Aquila ha ospitato l’evento nato per riflettere sui modelli di gestione sostenibile dei servizi idrici in Italia e per promuovere iniziative che realizzino i Millennium Goals (Onu, New York 2000). Il nuovo segretario sociale di Cmc 01.d Foto dal cantiere di Nampula. 02.a Federica Fusconi. 02.b Giorgio Giordani (l’ultimo È di genere femminile, laureata in giurisprudenza, in Cmc dal giugno del 2007 e socia dal 2010, addetta all’Ufficio Legale. Ha sostituito nella responsabilità di Segretario sociale del Consiglio d’Amministrazione Giorgio Giordani, in pensione dal 1° ottobre. È Federica Fusconi. sulla destra) insieme a Valda Miani, Massimo Matteucci e Giuliana Fiammenghi. Giorgio è stato il segretario del Consiglio dal 1988, precisamente il 31 maggio, quando successe a Sergio 02.a Mazzotti. In questi 25 anni ha attraversato mutamenti interni ed esterni a Cmc rilevanti, mettendo sempre le sue competenze al servizio della Cooperativa e dei soci. Di questo mestiere gli siamo tutti grati, come della sua capacità di indagare mutamenti e richieste dell’essere impresa cooperativa. È stato nel comitato di redazione del nostro giornale fin dal 1987. Grazie Giorgio e buon lavoro a Federica. 02.b p.04 la Betoniera La città dell’Aquila è stata scelta – dopo la prima edizione del Festival di Genova nel 2011 – perché con le sue ferite ancora aperte rappresenta un monito verso l’adozione di misure di prevenzione e innovazione nella pianificazione urbanistica delle nostre città. Il Festival dell’Acqua 2013 è promosso da Federutility. Sponsor dell’edizione 2013 tra gli altri anche Cmc che ha partecipato ad un convegno che si è svolto giovedì 10 ottobre, con una presentazione sul tema “Una diga moderna con tecnologia RCC”. Dopo Genova 2011 e L’Aquila 2013, il prossimo Festival dell’Acqua approderà nel 2015 all’Expò di Milano. Giovanni Monti nuovo Presidente regionale di Legacoop Giovanni Monti, ravennate, 57 anni, è il nuovo presidente regionale di Legacoop Emilia Romagna. Lo ha deciso all’unaminità la direzione regionale. Monti sostituisce Paolo Cattabiani passato alla guida di Coop Nordest. Giovanni Monti era stato dal 1998 al 2012 il Presidente di Legacoop Ravenna e dal 2011 ricopriva l’incarico di vicepresidente di Coop Adriatica. 03.1 03.1.a gruppo di Mara Cavallari Al via le due “talpe” del nord 03.1.a Il Premier Letta in visita al cantiere dell’Expò insieme al nostro socio Andrea Sanulli. 03.1.b Lucia, la Tbm che presto entrerà in funzione nel cantiere di Savona. Nei cantieri dell’Aurelia bis a Savona si sta lavorando al montaggio di “Lucia”, la Tbm che entrerà in funzione verso la fine di novembre. A Chiomonte sono già iniziati i test per la Tbm, “Gea”, che dovrà scavare il tunnel esplorativo della Tav. Con Paolo Mondardini, direttore dell’area nord Italia di Cmc, facciamo il punto sugli importanti cantieri aperti tra Piemonte, Lombardia e Liguria. Partiamo dal cantiere di Savona, quello per la costruzione della variante alla statale 1 Aurelia tra Albissola e Savona. I lavori, eseguiti dall’Ati formata da Cmc e Itinera, sono partiti nel 2012. A che punto siamo? “Si tratta di un lavoro impegnativo, concentrato in gran parte in ambiti cittadini, in quartieri densamente popolati, con difficoltà di accesso e disagi non solo per i residenti ma anche per chi deve realizzare l’opera. 03.1.b p.05 la Betoniera La variante che dobbiamo realizzare ha origine nel comune di Albissola superiore, in corrispondenza del torrente Sansobbia e si sviluppa per una lunghezza di 5,2 km fino all’innesto con Corso Ricci, nel comune di Savona, con una successione di gallerie e viadotti. Per la precisione, saranno realizzate 4 gallerie naturali (per una lunghezza di circa 3,5 km) e 3 importanti viadotti oltre a vari svincoli. Per due di questi viadotti tutta la carpenteria in acciaio sarà realizzata da Ged, una delle società del gruppo Cmc. Attualmente i lavori sono in corso in più punti e scontano le difficoltà di avvio dovute essenzialmente alla ritardata rimozione delle interferenze da parte dei soggetti gestori nonché alle problematiche di accesso ad alcune aree private. Contemporaneamente i tecnici stanno assemblando la Tbm (è stata battezzata “Lucia”, ha una testa del diametro di 13,72 m e un peso complessivo di circa 1.500 ton.) che, dalla metà del mesi di dicembre, inizierà a scavare la galleria Basci della lunghezza di circa 500 metri, in località Grana. Al momento, però, la criticità più grande, che sta rallentando i lavori, è legata a quello che in gergo tecnico viene chiamato “smarino” cioè lo smaltimento dell’ingente materiale già scavato e di quello che andrà scavato nei prossimi mesi. Anas ha concordato con l’autorità Portuale di Savona e Vado, di trasferire questa enorme mole di terra e roccia nel sito della piattaforma Maersk di Vado Ligure dove servirà per il riempimento dei cassoni di calcestruzzo e per la colmata a mare della futura piattaforma logistica, ma ancora mancano gli iter autorizzativi. Il nostro auspicio è che la situazione possa sbloccarsi in fretta. Anche noi, come i residenti, vorremmo poter rispettare la conclusione dei lavori prevista per maggio 2016.” 03.1.c 03.1.c Enrico Letta in visita al cantiere dell’Expò. 03.1.d Paolo Mondardini. 03.1.e Gea, la Tbm all’imbocco della galleria esplorativa di Chiomonte. Un’altra Tbm sta per entrare in funzione nei prossimi mesi in un cantiere al centro dell’attenzione, quello di Chiomonte in Val di Susa, dove stanno proseguendo i lavori per la realizzazione del tunnel esplorativo per la Tav Lione-Torino. “A Chiomonte abbiamo terminato lo scavo dei primi 204 metri del tunnel realizzati in tradizionale, con l’uso di escavatore e martello demolitore. In questi giorni sono in corso le prove tecniche per la Tbm Robbins (l’hanno chiamata “Gea”) che dovrebbe cominciare il suo lavoro a breve per scavare i restanti 7.300 metri. La fresa è lunga oltre 200 m. ed ha un diametro di scavo di 6, 50 metri. Sette i motori elettrici con una potenza di 2205 Kw. La testa è composta da 42 “taglienti” di 19 pollici di diametro ciascuna. La talpa pesa complessivamente 380 tonnellate e la sua velocità di rotazione sarà di 0,8 giri al minuto. La Tbm lavorerà a ciclo continuo nell’arco delle 24 ore e potrà scavare anche 10 metri di roccia al giorno. Il cunicolo permetterà di conoscere meglio la struttura morfologica del massiccio dell’Ambiin, propedeutico per la progettazione esecutiva della nuova linea AV; servirà inoltre ad accedere al cantiere del futuro tunnel transfrontaliero e, una volta che il collegamento ferroviario sarà in servizio, sarà utilizzato per la manutenzione della galleria, come via di fuga e accesso ai mezzi soccorso. Dal punto di vista tecnico il cantiere fino ad oggi non ha incontrato nessuna problematica particolare, anzi possiamo dire di essere in anticipo rispetto ai tempi previsti.” E poi c’è Milano che in questo momento vede Cmc impegnata in ben 3 importanti cantieri….. “Sì a Milano attualmente siamo presenti con il cantiere dell’Expò 2015 dove sono mediamente impegnate ad oggi circa 210 maestranze delle quali un centinaio dipendenti Cmc suddivisi fra operai assunti locali (70) e soci trasfertisti (30). Dopo le difficoltà iniziali dovute essenzialmente ai processi autorizzativi, alla mancata disponibilità delle aree, ad una incompleta definizione progettuale, nonchè alla necessità di intervenire preliminarmente per la bonifica delle aree dai rifiuti presenti, oggi il cantiere sta marciando a pieno regime con soddisfazione del Committente e della Direzione lavori, come hanno potuto constatare anche il Premier Letta ed il nostro Presidente Matteucci 03.1.d in occasione della visita al sito della futura esposizione universale nel mese di settembre. Poi c’è il cantiere della Tem. Noi siamo impegnati insieme ad altre coop nella realizzazione di uno dei 3 lotti nei quali si divide l’opera, quello a nord. I lavori del cantiere proseguono celermente e senza particolari problemi. Ci preoccupano, invece, gli aspetti legati al finanziamento dell’opera, ma contiamo che si trovino soluzioni soddisfacenti entro l’anno. Infine, proprio nelle ultime settimane abbiamo avuto la consegna delle aree per l’apprestamento di cantiere relativamente ai lavori della metrotranvia Milano-Parco Nord-Seregno. Si tratta di una commessa importante che supera i 100 milioni di euro. La nuova linea ha uno sviluppo di circa 14,3 km, di cui 5,6 km sono a binario doppio e 8,7 km a singolo binario con raddoppi per gli incroci. Le fermate sono 25. L’intervento comprende la realizzazione di un nuovo deposito tranviario ubicato al confine fra i Comuni di Desio e Seregno. Attualmente stiamo lavorando alla definizione del progetto esecutivo e contiamo entro la primavera del 2014 di dare il via ai lavori veri e propri per la cui esecuzione sono contrattualmente previsti 28 mesi. Non possiamo chiudere questa carrellata senza parlare delle prospettive del mercato italiano. La crisi in questi anni ha ridotto di molto gli investimenti pubblici e privati in edilizia in generale e nel settore delle infrastrutture in particolare. In questi ultimi mesi, però, da più parti si parla di deboli segnali di ripresa del settore. “La crisi in Italia resta molto seria e un’ incertezza politica prolungata non aiuta certo a trovare una via d’uscita. Oggi più che mai servono innovazione, serietà, capacità di misurarsi con i cambiamenti del mercato. Cmc negli anni ’80 ha fatto la scelta strategica di andare all’estero e oggi oltre la metà del nostro fatturato è realizzato fuori dai confini nazionali. Ma l’Italia per noi resta importantissima. Qui abbiamo le nostre radici e la stragrande maggioranza dei nostri soci. E qui vogliamo continuare a lavorare. Non è facile, ma il positivo andamento del Portafoglio ordini Italia anche per i prossimi anni ci incoraggia a guardare al futuro con un atteggiamento cauto ma sereno”. 03.1.e p.06 la Betoniera Paolo Mondardini, una vita in Cmc È entrato in Cmc il 20 ottobre del 1975, ancora prima di fare il militare. “Come operaio” ci tiene a precisare “nel cantiere per il Centro Commerciale e Direzionale del quartiere S.Biagio, in via Faentina”. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e Mondardini da semplice operaio è diventato socio della cooperativa (nel 1978), impiegato, poi direttore di cantiere e infine direttore tecnico per il comparto nord Italia. Sposato, una figlia, Francesca, di 29 anni, la lista dei cantieri dove è transitato è lunghissima. Si va, per citarne solo alcuni, dai lavori per la realizzazione degli Uffici Postali nei Comuni non capoluoghi di Provincia della nostra regione e in Umbria, al Centro Telex sempre per le Poste a Bologna, a cavallo fra gli anni 70-80, alla costruzione dell’albergo Jolly Hotel di Milanofiori (Mi), all’ampliamento dell’ospedale Villa Marina a Piombino (Li), agli interventi per l’eliminazione dei passaggi a livello a Pisa, fra gli anni 80-90. Negli anni ’90 il suo impegno è quasi tutto concentrato in Lombardia dove segue, come direttore di cantiere, fra gli altri i lavori per la costruzione dell’albergo Royal Garden Hotel di Assago (Mi), per il complesso residenziale Immobiliare Persichetto a Rozzano (Mi), per il palazzetto dello sport a Ponte di Legno (Bs), per la realizzazione del tratto di metropolitana Macciachini-Dergano in Ati con la Torno Internazionale, per la realizzazione della stazione ferroviaria di Rho-Pero, per la costruzione di numerosi Centri Commerciali. Dal 2001 è Direttore Tecnico dell’area nord Italia. 03.2 03.2.a gruppo di M. C. Uno sguardo su Milano dalla Torre Velasca 03.2.a La sala riunioni della sede Milanese di Cmc. 03.2.b Marco Travanini. Da molti decenni, per la verità, la nostra cooperativa segna un’importante presenza nella capitale meneghina a partire dai primi cantieri all’inizio degli anni 80. Ma è solo nel giugno del 2009 che la direzione di Cmc decide che è arrivato il momento di sbarcare con una propria sede nella capitale finanziaria d’Italia. Con Marco Travanini, direttore commerciale per l’area milanese, tracciamo il bilancio di questi 4 anni. La Torre a forma di fungo Situata nella piazza omonima, a sud del Duomo, la Torre Velasca deve il suo nome alla preesistente piazza intitolata al governatore spagnolo Juan Fernández de Velasco. Lo facciamo nei prestigiosi uffici situati nella Torre Velasca, nel cuore di Milano a due passi da piazza del Duomo, dove oltre a Travanini lavorano Monica Arena e da poche settimane Mauro Borin. La Torre svetta nel panorama cittadino, del quale è divenuta uno dei simboli più noti. Per il suo interesse storico-artistico, nel 2011 la Soprintendenza per i Beni Culturali l’ha sottoposta a vincolo culturale. “Credo che il bilancio di questi 4 anni – dice l’ing. Travanini - possa dirsi positivo sia per i numeri, oltre 250 milioni di lavori acquisiti, sia per la quantità e la qualità dei rapporti costruiti. Milano e la Lombardia restano un territorio molto dinamico anche in periodi di crisi come quello che sta attraversando il nostro paese“. Fu progettata dallo Studio BBPR su incarico della società Rice, con la collaborazione dell’ingegner Arturo Danusso, su un’area del centro di Milano devastata dai bombardamenti angloamericani del 1943. La progettazione iniziò fra il 1950-1951 e fu realizzata tra il 1956 e il 1957 con i finanziamenti della Società Generale Immobiliare. Per costruirla servirono 292 giorni, 8 in meno del tempo contrattuale. E poi c’è il traino dell’Expo…. “L’Expo 2015 può essere per Milano e per l’Italia un grande volano di sviluppo, soprattutto per il turismo. Avendo partecipato nei giorni scorsi ad Expo International Participants Meeting, devo dire che si avverte la grandissima attenzione e l’entusiasmo da parte dei rappresentanti dei paesi stranieri che hanno già aderito ad Expo (al momento in cui scriviamo sono 133 n.d.r ). Il brand “Milano”, capitale della moda e del design, unito alla qualitá indiscussa delle nostre eccellenze enogastronomiche (Expo 2015 è dedicato all’alimentazione) esercitano un grande richiamo e sono convinto che porteranno moltissimi visitatori a Milano e non solo. L’idea sulla quale le istituzioni locali stanno lavorando per un Expo diffuso in tutta la città, sull’esempio di quanto già avviene per il salone del mobile o per la settimana della moda, può rivelarsi la carta vincente. Del resto anche gli ultimi dati turistici dicono che le presenze su Milano sono in crescita costante. Come Cmc siamo impegnati a pieno ritmo in quello che è stato il primo cantiere aperto per l’Expo e in una serie di lavori aggiuntivi per un valore complessivo di circa 100 milioni. Inoltre, con Cmb, la Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi, ed altri partner locali stiamo costruendo una proposta commerciale per fornire ai paesi partecipanti ad Expo un servizio completo chiavi in mano per la realizzazione dei padiglioni nazionali. Un pacchetto che comprende la progettazione e la costruzione, ma anche la gestione, la manutenzione e, alla fine della manifestazione, I primi diciotto piani sono occupati da negozi e uffici, mentre i successivi piani, fino al ventiseiesimo, sono destinati ad appartamenti privati. Essi sono sviluppati su una planimetria più larga rispetto ai piani sottostanti e ciò conferisce la caratteristica forma “a fungo” alla Torre, accentuata dalle numerose travi oblique. Nella foto in alto la Torre Velasca. Sotto, Marco Travanini insieme a Mauro Borin davanti alla sede Cmc. 03.2.b p.07 la Betoniera L’apertura di una sede locale di Cmc a Milano è storia recente. lo smantellamento del padiglione. Ci stiamo lavorando proprio in queste settimane e speriamo, nei prossimi mesi, di riuscire a concretizzare qualche contratto”. Ma Milano non è solo Expo… “Nelle scorse settimane abbiamo avuto la consegna lavori per la realizazione della nuova metrotranvia Milano-Parco Nord - Seregno. È una commessa importante (oltre 100 milioni di valore del contratto) alla quale teniamo in modo particolare. Le metrotranvie possono diventare nei prossimi anni, in Italia e nel mondo, infrastrutture strategiche. Se realizzate con l’impiego delle migliori tecnologie in campo di segnalamento e telecontrollo posso vantare, infatti, velocità commerciali di esercizio non molto diverse rispetto a quelle delle metropolitane, ma ad un costo di realizzazione notevolmente inferiore. E in tempi di magra per le finanze pubbliche questo può rivelarsi un bel vantaggio. Poi siamo impegnati nella realizzazione, insieme alle altre grandi coop di costruzioni, del lotto nord della la Tangenziale Est Esterna Milanese (Teem). Un’opera importante (valore quota lavori Cmc circa 120 milioni) perché ci vede impegnati oltre che nel raggruppamento delle imprese costruttrici, anche nella società concessionaria chiamata a gestire l’infrastruttura per cinquant’anni”. Le risorse pubbliche però scarseggiano ed è prevedibile per i prossimi anni un calo di investimenti nelle infrastrutture. Quali saranno le strategie di Cmc, in ambito lombardo, per far fronte a questo nuovo scenario? “Con la fine dell’anno si esauriranno le gare legate al dossier Expo. Guardando oltre, ci stiamo interessando al settore sanitario. Si tratta di un business che in Lombardia vale ben 17 miliardi di euro di giro d’affari annuo, a fronte dei quali prevediamo possano continuare ad esserci alcune centinaia di milioni all’anno di investimenti per la realizzazione di nuove infrastrutture ospedaliere e per la riqualificazioni delle esistenti. Tali interventi, infatti, si ripagano nel giro di pochi anni attraverso i minori costi di esercizio. Inoltre, ci stiamo accreditando presso i grandi gruppi privati che a Milano hanno la loro sede, Eni e A2A su tutti, con i quali auspichiamo di instaurare un rapporto di collaborazione per gli anni a venire”. Concludiamo questa chiacchierata con una nota personale. Bresciano, classe ’74, laureato in ingegneria civile, Travanini è in Cmc dal 2001. I primi anni li ha trascorsi in Mozambico dove ha incontrato anche la sua compagna, Anna, con la quale ha avuto due bimbi, Carlo di 4 e Filippo di 1 anno. Rientrato in Italia nel 2005 dopo una breve pausa all’ufficio gare estero, viene mandato a dirigere il cantiere della fermata ferroviaria di Rho-Fiera Milano e, in seguito, a coordinare il progetto definitivo della Teem. Oggi, come si diceva, ricopre il ruolo di Direttore commerciale dell’area milanese. È socio della cooperativa dal 2012. Qual è la cosa che più ti ha colpito di Cmc e qual è il bilancio personale del tuo percorso lavorativo? “La cosa che più mi ha colpito in Cmc dal primo giorno in cui sono entrato è il calore umano che ho trovato da parte di tutti, dirigenti e colleghi. Un grande spirito collaborativo, una grande solidarietà e la sensazione di essere parte di una grande famiglia. Sul piano professionale, gli anni in Mozambico e nei cantieri milanesi mi hanno insegnato molto. Oggi vivo un’esperienza diversa, dove è richiesta una grande responsabilità personale ed una grande attenzione ai rapporti interpersonali. Senza dubbio il mio bilancio è positivo, più che positivo”. 04.a 04 formazione di Cristiana Bolognesi Sviluppo manageriale in Africa Australe 04.a-b Alcune immagini delle due giornate di studio. Si è svolta il 25 e 26 luglio presso l’hotel Avenida di Maputo la prima edizione mozambicana del corso di Management Efficace nonché, in assoluto, la prima sessione di esami di Cmc University in Africa Australe. Le due giornate, condotte da Davide Casadio, hanno offerto un’attenta disamina di principi, compiti e strumenti in cui si articolano le best practice manageriali e che sono alla base del processo di valutazione caratteristico del progetto di Cmc Univerisity. Molto positivi l’approccio, il coinvolgimento e l’interazione da parte dei partecipanti così come i riscontri in termini di gradimento la cui media complessiva raggiunge il 4,48 (scala 1 a 5). Il test di verifica dell’apprendimento (cui si sono brillantemente sottoposti non solo gli iscritti alla Cmc ma tutti i partecipanti al corso) ha riportato un punteggio medio di: 7/10 . Il giorno successivo, sabato 27 luglio e nella stessa location ha avuto luogo il workshop “People and Meeting Management” realizzato da Cmc in collaborazione con Alma Graduate, la Business School dell’Università degli Studi di Bologna. La giornata, dedicata al management della divisione Africa Australe, ha rappresentato un valido focus teorico e pratico sui metodi di efficace conduzione delle riunioni. L’iniziativa, condotta da Massimo Franceschetti, Direttore dell’Executive Mba Coop e docente in comunicazione, ed impreziosita dalle testimonianze del Generale Giuseppe Cucchi, ha rappresentato la naturale prosecuzione del percorso iniziato un anno fa col workshop “leadership e comportamenti manageriali”. I manager Cmc coinvolti nell’iniziativa hanno mostrato un alto grado di coinvolgimento, di attenzione e proattività sia nell’interazione d’aula che durante le esercitazioni. p.08 la Betoniera Il gradimento espresso dai partecipanti è risultato molto elevato raggiungendo una media di 4,43 (scala 1 a 5). Anche il responsabile delle Risorse Umane dell’Africa Australe Carlo Candido ha partecipato ai corsi traendone un’ottima impressione: “È la prima volta che lavoro in un’azienda dove la formazione rappresenta uno dei pilastri portanti dei principi fondanti. Per uno come me che ha lavorato per molti anni in aziende di costruzioni posso dire con certezza che è una cosa rarissima. Ho partecipato ai corsi di Management Efficace e People and Meeting Management tenutisi a Maputo nel mese di luglio, sia in veste di dipendente da formare sia come Responsabile Risorse Umane dell’Africa Australe. Come dipendente, mi ha sorpreso la preparazione 04.b del personale docente, la sua capacità di interagire, la creazione di un clima favorevole e partecipativo. Come Responsabile Risorse Umane dell’Africa Australe, sono stato piacevolmente colpito dall’entusiasmo che questo tipo di attività crea nel personale selezionato e il valore della formazione intesa anche come attività di retention. Unico piccolo problema, ma risolvibile in futuro, viste le varie nazionalità, la lingua: italiano, inglese o portoghese? Comunque son contentissimo dei stimolanti risultati conseguiti da tutti i partecipanti e colgo l’occasione per ringraziare Cmc per gli sforzi profusi su un argomento così importante. La formazione come attività di retention, questo è l’elemento distintivo!”. 05.a e dei miei limiti, e una coraggiosa tenacia nel migliorarli. Ho dato nuove priorità ad esigenze e valori, dimenticando sovrastrutture che credevo imprescindibili. Come pensi venga percepita Cmc dai locali? La presenza di Cmc in Mozambico è storica. Ricordo il mio grande entusiasmo nell’individuare il logo aziendale nel murales celebrativo lungo l’Avenida Marginal di Maputo, a testimonianza di una significativa presenza della nostra azienda in questa parte del mondo. Per i locali lavorare in Cmc è garanzia di sicurezza e stabilità lavorativa. 05 05.b giovani con la valigia di Valentina Crociani Giovani con la valigia 05.a.c Valentina Casasola. 05.b Valentina Crociani. Valentina Casasola, 33 anni appena compiuti, è Contract Manager Assistant del Water Supply System di Nampula (Mozambico) dal settembre 2011. Dopo una Laurea Magistrale in Giurisprudenza e un Master in Project Management nel settore delle costruzioni, tolta qualche breve missione, sta vivendo con Cmc la sua prima esperienza all’estero da espatriata. Come descriveresti questa tua esperienza lavorativa in cinque aggettivi? Sicuramente straordinaria, nell’accezione più ristretta del termine, cioè fuori dall’ordinarietà di una vita personale e professionale che fino al 2011 seguiva binari certi e ben definiti. Impegnativa, perché sento molto la responsabilità del dover affrontare situazioni che richiedono una preparazione tecnica che non possiedo del tutto, data la mia formazione prettamente giuridica. Forte, perché il Mozambico sta crescendo molto, ma resta un Paese povero, e noi europei non siamo preparati a questo tipo di scenario fatto di arretratezza e disagi. Formativa, perché sto acquisendo una professionalità, ma sto anche imparando una lingua straniera – il portoghese – che difficilmente avrei studiato altrimenti. Oltretutto, attraverso questa esperienza ho imparato a conoscere meglio me stessa, raggiungendo una consapevole stabilità. Infine positiva, perché ho sempre desiderato lavorare per un periodo all’estero in questo settore, anche se il Mozambico è arrivato per caso e non e’ stato frutto di una deliberata scelta. Probabilmente un cantiere in un Paese maggiormente sviluppato sarebbe stato psicologicamente più facile da affrontare ma, ad ogni buon conto, il bilancio è senza dubbio decisamente positivo. Pregi e difetti? Un grande pregio è l’ambiente multiculturale in cui lavoro: proveniamo da Paesi diversi ed è interessantissimo lo scambio e i differenti approcci alle questioni lavorative. Un altro è la velocità di apprendimento rispetto al lavoro in sede, sia per l’indotta responsabilizzazione nella gestione delle mansioni, che per la intriseca motivazione personale (bisogna averne molta per fare la valigia e spostarsi dall’altra parte del mondo). Un ulteriore aspetto interessante dell’apprendimento in cantieri come questo è l’interiorizzazione del risultato e l’orientamento ad esso, il cui raggiungimento passa giocoforza attraverso la razionalizzazione delle risorse (di tutti i tipi) a prescindere dalla qualità e dalla quantità a disposizione. Lo stress infatti, spesso non deriva dalla complessità dell’obiettivo ma dalla apparente carenza dei mezzi più adeguati, che costringe alla ricerca di valutazioni e approcci alternativi, usando quanto presente e disponibile al momento. Un difetto è la commistione totale di lavoro e vita privata: il carico ore di lavoro è notevole, e oltretutto è difficile arrivare a casa e staccare la spina, probabilmente anche perché il luogo ha poco da offrire. Nampula è una città del nord del Mozambico p.09 la Betoniera a 200 km dal mare; ci sono una manciata di ristoranti, una discoteca e qualche esercizio commerciale. Lo standard di vita qui è incomparabile rispetto agli standard europei, anche se è visibilmente migliorato rispetto al 2011, visto il crescente numero di espatriati che vi vivono e i servizi ed essi connessi. Anche alla luce di questo, ammiro i miei colleghi che vivono in siti isolati e a centinaia di km dai centri urbani; sicuramente un’esperienza di quel genere è più totalizzante rispetto a quella svolta da me. Comunque, un’esperienza lavorativa come questa marca un segno indelebile e, a meno che non sia del tutto negativa, induce a pensare ad un futuro prossimo lontano dal proprio Paese, di cui si ha sempre nostalgia ma in cui sembra bello tornare solo per le ferie. Serve il coraggio per partire la prima volta, poi il mondo diventa piccolo ed accogliente. Quali differenze hai riscontrato rispetto al mondo del lavoro in Italia? Il concetto di lavoro mozambicano è diverso dal nostro e ammetto che - a volte - non è semplice interagire con i locali nell’ambito professionale, anche perché il Paese è caratterizzato da una intricata burocrazia e da procedure farraginose che complicano lo svolgimento anche delle più semplici attività. Tuttavia ho conosciuto persone davvero in gamba, la cui buona volontà e la conquistata formazione hanno permesso loro di acquisire professionalità e modus operandi per nulla differenti dal modo di lavorare italiano. Cosa ti manca di più dell’Italia e cosa di “casa”? Sarò banale, ma mi manca il cibo oltre – ovviamente – agli affetti; in particolare la mia famiglia e l’abbraccio di mia sorella. Grazie alla tecnologia i contatti sono quotidiani, ma non possono sostituire la vicinanza fisica e il calore dei momenti trascorsi assieme. Cosa porterai con te al tuo ritorno? La pazienza, che qui ho imparato a “coltivare”, e la capacità di vivere con poco, che qui ho scoperto di possedere. Come impieghi il tuo tempo libero? Leggo molto. Libri in Italiano, inglese e portoghese. Quando possibile organizzo qualche gita, soprattutto al mare, che in questa zona del Mozambico è davvero meraviglioso. Cosa stai imparando da questa esperienza? Dal punto di vista professionale sto imparando moltissimo, ed è un continuo immagazzinare esperienze. La gestione contrattuale è un’area complessa e multidisciplinare che racchiude contenuti tecnicogiuridici ed economici e necessita di costante analisi teorica e percezione pratica. I contratti internazionali, come il Fidic, hanno particolari strutture che devono essere studiate ed assimilate per poi essere gestite lasciando pochi spazi alla interpretazione tout court, che è invece tanto cara a noi operatori del diritto in Italia. Anche dal punto di vista personale le conquiste sono state notevoli: il raggiungimento di un equilibrio più maturo, a cui aggiungo il riconoscimento dei miei mezzi Cosa si può migliorare (se ritieni ci sia qualcosa da migliorare)? L’inserimento dei giovani, dal punto di vista dell’accoglienza personale, soprattutto in Paesi “particolari” come il Mozambico, poiché un’ambientazione complicata può pregiudicare le più motivate ambizioni professionali e inficiare quel senso di appartenenza all’impresa che ritengo sia una delle basi per un fruttuoso e duraturo rapporto professionale. La mia fortuna è stata quella di arrivare qui insieme ad un gruppetto di ragazzi più o meno coetanei, con educazione e vissuti simili, e l’unione ha fatto davvero la nostra forza. Non dimenticherò mai il mio primo giorno a Nampula: credevo non sarei resistita neanche 24 ore, e invece sono qui da quasi due anni. A livello lavorativo, un management aperto e disponibile è stato determinante per il mio inserimento: non mi ha fatto mancare supporto e sostegno, e si è dimostrato fin da subito sensibile ad una necessaria implementazione della gestione contrattuale della commessa. Dovrebbe essere sempre così, per tutte le new entries. Per il ruolo che stai ricoprendo, quanto influisce sia negativamente che positivamente - se influisce - essere una donna, in Mozambico? L’essere donna non ha assolutamente influito né nel mio lavoro né nel mio ruolo. Alle riunioni, sono quasi sempre l’unica rappresentante femminile, ma questo sarebbe successo anche in Italia, dal momento che le posizioni, soprattutto in determinati settori e a livelli apicali, sono ancora prerogativa del mondo maschile. Da questo punto di vista il Mozambico mi sembra un Paese aperto: la donna è presente anche ai livelli più alti, addirittura rivestendo incarichi istituzionali e ministeriali. Inoltre, a partire dagli strati più bassi della società, è evidente che le donne contribuiscono al sostegno della famiglia in maniera concreta ed incisiva: è molto comune, ad esempio, vedere una donna impegnata in attività manuali o pratiche, e anche nel nostro cantiere ci sono diverse lavoratrici, alle quali sono preclusi solo alcuni tipi di lavori pesanti. Ritengo che le donne mozambicane ancora non si rendano conto dell’importanza che rivestono all’interno della struttura sociale, né abbiano una chiara consapevolezza del proprio valore, ma credo che - seppur lentamente - qualcosa stia cambiando. Parlando con qualche ragazza locale, ho potuto notare una sorta di orgoglio femminile che rivendica autonomia e indipendenza rispetto alla propria famiglia o ad un compagno sbagliato, che le sta portando ad accettare indubbi sacrifici pur di non sottostare alle condizioni di una infelice vita imposta. 05.c 06.1.a 06.1 lavori in corso di Salvatore Picone Nella nuova 640 il tragitto che guarda al futuro 06.1.a L’arrivo della testa della Tbm a Porto Empedocle. Inizia così l’avventura siciliana della Tbm. I pezzi sono arrivati dalla Francia via mare e verranno Parla la gente della provincia di Agrigento. Tutti concordi sull’importanza dei lavori di raddoppio. Quasi pronto il primo lotto della “Agrigento-Caltanissetta”: da “strada della morte” a “strada degli scrittori”. trasportati con mezzi speciali in Contrada Bigini, alle porte del capoluogo Nisseno. La fresa scaverà la galleria Caltanissetta, sotto la collina S.Elia. 06.1.b Foto di gruppo dei lavoratori della Empedocle 2 all’imbocco della galleria. Dall’attuale statale, dove si trova il campo base del Contraente generale, si intravvede il cantiere aperto e l’imponente carro ponte dove la Tbm sarà montata. Per salvare la Sicilia da un morbo vecchio di secoli, scriveva con la sua penna barocca Gesualdo Bufalino, “non sarà una chirurgia che ci amputi, ma occorrono cure diverse: libri e acqua, libri e strade, libri e case, libri e occupazione”. L’ingegner Pierfrancesco Paglini, project manager dell’Empedocle, pensa ai lavori di raddoppio della statale 640 mentre legge un passo del libro “La luce e il lutto” dello scrittore comisano. Strade, occupazione e libri: un territorio cresce con le opere, le infrastrutture, l’economia, il lavoro. Tutto questo ha rappresentato e rappresenta il cantiere dei lavori di raddoppio della “Agrigento-Caltanissetta”. E la gente lo ha capito per l’impegno di chi continua a lavorare in cantiere, dimostrando vicinanza alle maestranze e ai lavoratori. Certo, ci sono sempre i denigratori, spinti probabilmente da furie legate ad interessi particolari e privati. Ma questa è una strada pubblica e i lavori che si sono fatti finora sono sotto gli occhi di tutti. Nel segno, naturalmente, della legalità e delle regole. E chi vive qui ha anche capito che rispetto ad alcuni anni fa molto è cambiato. Lo hanno capito soprattutto i più giovani. I siciliani che vivono in questo territorio sanno che adesso la viabilità e la vivibilità sono un po’ migliorate. Certo, tanto resta da fare. Ma almeno su questa striscia d’asfalto non si conteranno più i morti degli anni passati. Cosa pensa la gente Abbiamo incontrato, nel versante agrigentino, un po’ di gente. Inutile dire che il senso di appartenenza al territorio stavolta fa vedere le cose in maniera diversa. “A differenza del nord del Paese – ci ha detto Enzo Di Natali, insegnante ad Agrigento - i grandi investimenti strutturali risalgono agli anni Settanta e solo recentemente proprio con il raddoppio della statale. Una manna caduta dal cielo, anche per il fatto che in breve tempo si è riusciti a costruire una strada del tutto nuova”. “Finalmente siamo stati tirati fuori dalla marginalità geografica - dice Don Carmelo Petrone, direttore del settimanale “L’Amico del popolo” di Agrigento e portavoce dell’arcivescovo Montenegro Una bella infrastruttura che serve non solo per raggiungere Agrigento dal resto del mondo, ma con un grande scopo sociale per chi vive qui. Basti pensare p.10 la Betoniera che adesso facilmente da Agrigento possiamo raggiungere i paesi dell’entroterra e viceversa. Per non parlare delle risposte di occupazione che sono state date in questi anni”. Gioachino Rizzo di Canicattì lavora come impiegato in un ente pubblico: “Mi sposto quasi ogni giorno da Canicattì ad Agrigento e si nota la notevole differenza tra prima e ora. A volte penso che non sia vero: questa strada era un sogno per tutti noi, adesso c’è e finalmente non sentiamo più di morti e incidenti stradali”. Finalmente una strada sicura Di Canicattì anche la signora Giovanna Infantino, casalinga: “Quando sarà completamente finita avremo la consapevolezza di avere finalmente una strada sicura. Certo, vedere che in pochi anni è stato fatto tanto ci consola rispetto al fatto che ci sono cantieri rimasti bloccati per molto tempo”. Alfonso Collura, impiegato alle Poste, fino a poco tempo fa viaggiava da Racalmuto a Canicattì. Sua moglie, docente, viaggia ogni giorno 06.1.b per raggiungere il liceo classico della città dell’Uva Italia: “Si raggiunge Canicattì con facilità, la doppia carreggiata ha snellito il traffico che c’era prima con la superveloce. Una cosa importante sono gli svincoli e le strade adiacenti alla nuova 640 che sono stati realizzati: ci sono gli accessi nei terreni privati senza pericoli di nessuna natura”. Angelo Collura, assessore alla Cultura del Comune di Grotte, vicino al ministro Angelino Alfano, parla di un’opera “che migliora senz’altro la vivibilità in queste due province della Sicilia. Una strada fatta bene di fondamentale importanza anche per legare le città capoluogo alla periferia”. “I cantieri della 640 - dice invece Emilio Messana, segretario del Pd della provincia di Agrigento - hanno dato una risposta concreta anche alla forte domanda occupazionale di questi territori. Sia nel primo lotto che nel secondo, centinaia sono i giovani che hanno trovato lavoro e questo significa crescita, sviluppo e futuro”. 06.2.a Una strada per il commercio I lavori di raddoppio, naturalmente, hanno dato una boccata d’ossigeno anche al commercio. Totò Cardillo, rappresentante in Sicilia di mobili di grandi firme del nord, è sempre in giro da una città ad un’altra. Percorre la 640 ogni giorno: “Ci sono strade nell’isola che andrebbero recuperate, soprattutto nel ragusano. Penso alla nostra vecchia statale e a questa, e ci vorrebbe un’impresa seria come quella impegnata qui per recuperare le zone emarginate. Adesso Agrigento non è più così lontana e meglio sarà quando anche nel versante nisseno sarà tutto completato”. Lillo Sardo, imprenditore agrigentino, aggiunge: “È un’arteria che ci collega al continente visto che la provincia di Agrigento attraverso questa strada raggiunge l’aeroporto di Catania o lo stretto di Messina, ed è stato un errore non farla partire dalla Valle dei Templi bensì dal bivio di Favara, in contrada Petrusa. Tuttavia il dato positivo è che la strada comunque c’è, la percorriamo. Soprattutto quelle poche imprese che fanno commercio al nord: penso ai nostri prodotti il cui trasporto è senz’altro agevolato rispetto a qualche anno fa”. Sulla 640, un viaggio sentimentale Di com’era la strada negli anni Cinquanta ce ne parla Aldo Scimè, racalmutese, uno dei primi giornalisti Rai in Sicilia, per anni segretario dell’Assemblea Regionale Siciliana: “Era una strada di campagna – dice – quando fecero lo scorrimento veloce ci sembrò un miracolo. Nel frattempo però raccontavamo un’Italia che cresceva, mentre la 640 restava indietro. Oggi è una realtà moderna e ci piacerebbe legare il bivio di contrada Noce a Leonardo Sciascia. In questa campagna, dove lui ha scritto i suoi libri, abbiamo trascorso anni davvero straordinari”. Sentimentale e suggestiva l’affermazione di Mario Gaziano, agrigentino, regista teatrale e autore di programmi televisivi: “Assolutamente indispensabile questa strada, anche per il turismo – dice – Prima chi percorreva la statale doveva stare attento maggiormente alla guida. Oggi, guidando, si può meglio ammirare il paesaggio e riflettere sul percorso che attraversa territori storicamente e culturalmente importanti che hanno lasciato un segno all’Italia e all’Europa: da Agrigento, patria di Pirandello, si attraversano i territori legati a grandi scrittori o a momenti particolari della storia della Sicilia. Bisognerebbe mettere dei cartelli che indicano questi luoghi”. Trenta chilometri di cultura, dunque. La strada degli scrittori Un progetto in realtà già tracciato e definito, nato da un’idea di Felice Cavallaro, giornalista del “Corriere della Sera” che ha origini proprio a Racalmuto, la terra di Leonardo Sciascia. “La strada degli scrittori” il nome del progetto turistico presentato a fine settembre al castello Chiaramontano di Racalmuto alla presenza di cinque assessori della Regione Sicilia. L’iniziativa serve ad accendere i riflettori sui percorsi letterari che da Porto Empedocle, la città marinara di Pirandello e Andrea Camilleri, passi, attraverso la Valle dei Templi, nei luoghi letterari legati a Antonio Russello a Favara e Sciascia a Racalmuto. E di questo si parlerà la prima settimana di novembre nel paese dell’autore de Il giorno della civetta in un convegno al quale parteciperà anche il ministro dei Beni culturali Massimo Bray. Per sottolineare ancora una volta l’importanza della nuova “Agrigento-Caltanissetta” e del gran lavoro svolto da tutti coloro che si sono rimboccati le maniche per consegnare a questo territorio una strada che non sia riconosciuta più come “strada della morte”, ma strada di sviluppo, di legalità e cultura. p.11 la Betoniera 06.2 lavori in corso di S. P. Pronto il Serra Cazzola, il ponte che unisce la Sicilia 06.2.a-b Il viadotto Serra Cazzola visto dall’alto. Il Serra Cazzola è pronto. Il viadotto prototipo d’Europa divenuto simbolo dell’unione tra le province di Agrigento e Caltanissetta è concluso. Le cento Sicilie così diverse nella storia, nel dialetto, nel modo di essere e di apparire adesso sono più vicine. Il Serra Cazzola infatti accorcia i tempi, rende più sicuro il tratto ed è il vero fiore all’occhiello dei lavori della Cmc nell’isola. I lavori sono stati portati a termine con grande impegno e professionalità dall’Empedocle scpa che si avvia a concludere il raddoppio della statale nel versante agrigentino. Il Serra Cazzola è anche l’orgoglio di ingegneri e maestranze per le criticità presentate durante la spinta sincronizzata. Ma grazie al lavoro di squadra si è riusciti a portare a termine con professionalità e competenza l’opera iniziata quattro anni fa. Il viadotto Serra Cazzola adesso è una realtà. A fine settembre è stato aperto lo svincolo Aquilata al fine di consentire la congiunzione del ponte Aquilata con l’importante viadotto Serra Cazzola. Lo svincolo consentirà non solo di percorrere con sicurezza questo tratto della nuova 640, ma di immettersi – arrivando da Agrigento – nei tratti per raggiungere i centri 06.2.b di Racalmuto, Castrofilippo e la zona industriale di Canicattì. Mentre chi dovrà raggiungere il Nisseno dovrà percorrere il viadotto e la galleria Serra Cazzola e il tratto di Vecchia Dama, poco prima dello svincolo nord di Canicattì. A seguire quotidianamente i lavori, tra gli altri, l’Ingegner Emilio Giordano che ci trasmette i numeri relativi al Serra Cazzola: “L’impalcato unico ospita entrambe le carreggiate ed i marciapiedi/cordoli con le seguenti caratteristiche geometriche: due cordoli laterali da 1,5 metri e uno centrale da 2,5 metri per l’alloggiamento delle barriere di sicurezza, del parapetto e dei marciapiedi di servizio di estremità. Dodici campate (55m +70m+3x90m + 120m +3x90m +2x70 +55m) per uno sviluppo complessivo di 980 metri ed una larghezza trasversale di 26,5 metri. La soletta in calcestruzzo armato ha uno spessore costante di 25 cm, ed è connessa alle travi principali e ai traversi mediante pioli tipo Nelson. Il getto in opera avviene su predalles tralicciate autoportanti”. Numeri importanti anche per ciò che riguarda l’acciaio dell’impalcato metallico: circa 10 tonn/m per un totale di circa diecimila tonnellate. Per quanto riguarda le solette, seimila mc di acciaio in tutto. Insomma un’opera colossale per la Sicilia. Unica per il metodo di realizzazione, come ha sempre sottolineato il progettista Ingegner Luigino Dezi. 06.3 lavori in corso di Luca Barbara Firmato il primo contratto in India Ci sarà anche Cmc nella costruzione dell’autostrada costiera in Libia Il 10 Settembre abbiamo firmato il contratto per i lavori di scavo dell’Head Race Tunnel per l’impianto Idroelettrico di Parbati nello Stato dell’Himachal Pradesh in India. il primo contratto di appalto. Il tunnel, parzialmente scavato, dovrà essere completato per la porzione rimanente (circa 4,5 km) e dovrà essere rivestito in calcestruzzo per tutta la sua lunghezza pari a 9km circa. Anche Cmc fa parte del raggruppamento guidato da Impregilo-Salini che costruirà l’autostrada costiera in Libia, tra Bengasi ed il confine con l’Egitto. Si tratta del primo lavoro di Cmc in India. La Letter of Award era stata ricevuta il 13 Agosto e la firma del contratto è la naturale conclusione di un processo di aggiudicazione che che si è protratto per diversi mesi impegnando l’azienda in una lunga trattativa con in Cliente. Le sfide in questa nuova avventura sono tante, a partire dal dover ripristinare la Tunnel Boring Machine “ereditata” dal primo contrattista e tutte le attrezzature ad essa connesse, dai problemi di logistica in una regione in cui le più elementari infrastrutture scarseggiano, fino alle naturali difficoltà che si incontrano ogni qualvolta si iniziano operazioni in una nuova realtà. I lavori, finanziati dal Governo Italiano, saranno eseguiti in circa 4 anni e riguardano la costruzione del Lotto 1 della superstrada nel tratto, di 400 km, tra Al Marj ed Emssad. L’ammontare complessivo della commessa, il cui contratto è stato firmato il 13 agosto scorso, è di 994 milioni di euro circa e la quota lavori di Cmc ammonta a circa 100 milioni di euro. Il team di Cmc è già al lavoro ed i primi tecnici sono già sul posto per coordinare le fasi di mobilitazione ed avviare la riparazione della Tbm per completare lo scavo nei tempi previsti. La durata del contratto prevista è di 48 mesi. Grazie a questa commessa e a quella firmata in Nepal, la Cmc ha raggiunto l’obiettivo di acquisire nel 2013 oltre 500 milioni di lavoro all’estero. L’importo dei lavori è di poco superiore agli 85 milioni di Usd ed i lavori saranno eseguiti in partnership al 50% con l’impresa di costruzioni indiana Gammon Ltd, una delle imprese leader del settore nel paese. Cmc dovrà completare i lavori di costruzione del Hrt che furono abbandonati da un contrattista indiano durante Ancora al Facim di Maputo Come ogni fine agosto, da quarantanove anni a questa parte, si è tenuta a Maputo la Fiera Internazionale dell’Industria e del Commercio (Facim). L’evento, svoltosi dal 26 agosto al 1° settembre, ha visto una partecipazione record di ben 22 paesi (tra cui 2 esordienti, il Giappone e la Svezia) per un totale di 2282 imprese espositrici (tra queste 1734 mozambicane, 526 straniere e ben 47 italiane!). Cmc ha fatto ancora una volta da “alfiere” nel padiglione italiano occupando, insieme alla sua controllata Sulbrita, uno degli stand prossimi dell’ingresso del padiglione stesso. Nonostante l’ubicazione ancora un po’ disagiata (dallo scorso anno la Fiera è stata spostata in una nuova area 06.4 lavori in corso Cmc acquisisce quote della Difazio Industries Inc. Dopo mesi di trattative adesso è ufficiale. Cmc ha acquisito nelle scorse settimane il 33,3% della Difazio industries Inc, società privata con sede a New York, con una notevole esperienza come general contractor nel settore delle infrastrutture e in particolare in quello delle utilities in sotterraneo. risultava pari a $ 6,18 milioni con un giro d’affari, sempre nel 2012, di $ 37,1 milioni e un margine lordo di $ 2,3 milioni pari al 6,1% del totale ricavi. Al 30 giugno 2013 la società presenta un portafoglio lavori superiore agli $ 87 milioni, ricavi pari $ 16,4 milioni con un margine lordo di $ 2,07 milioni (pari al 12,6 %) e un reddito netto pari a circa 404 mila usd. La società costruita nel 2004 dai tre fratelli Difazio ma attiva nel settore fin dal 1979 (a guidare la precedente società il padre degli attuali soci) gode di una ottima reputazione nel settore in cui opera grazie alla consolidata presenza sul mercato di New York (è attiva in tutti e cinque i distretti newyorkesi ) dove ha sempre operato sia per clienti privati che pubblici. L’accordo sottoscritto prevede, come si diceva, l’acquisto, in una prima fase, da parte di Cmc del 33,3% della società mediante un aumento di capitale sociale sottoscritto per un importo totale pari a $ 4,5 milioni. Fra gli obiettivi della nuova società la creazione di condizioni utili per competere su progetti e gare di maggiori dimensioni e la creazione di sinergie con l’attività attualmente svolta dalle nostre controllate attive sul mercato americano, Lmh e Cmc Usa. Il patrimonio netto della società al 31 dicembre 2012 p.12 la Betoniera a circa 30 Km da Maputo che, a causa dell’aumento esponenziale del traffico, richiedeva per raggiungerla da Matola o da Maputo oltre 1 ora) il numero di visitatori ha superato abbondantemente quelli della passata edizione, arrivando ad oltre 80 mila unità. La manifestazione è stata inaugurata dal Presidente della Repubblica, Armando Emilio Guebuza, e ha visto la visita di diverse personalità di rilievo tra cui spiccavano il Primo Ministro Alberto Vaquina, vari ministri europei ed il nostro vice Ministro dello Sviluppo Economico, On. Carlo Calenda. Tra le imprese italiane partecipanti qualche rammarico, tra i nostri connazionali, per l’assenza di grandi e prestigiosi nomi italiani come Eni e Saipem, comunque presenti in Mozambico in forma importante. 06.5.a 06.5.b 06.5 lavori in corso Potenziamento della Strada Nazionale R61 06.5.a-c Foto dal cantiere di Qumanco. Proseguono i lavori per il miglioramento della Strada Nazionale R61 dal Qumanco River (km 42) al Ngcobo End (km 68.5) in Sud Africa. I lavori, che sono iniziati lo scorso gennaio e che proseguiranno per 18 mesi, sono commissionati dal South African National Roads Agency Limited (Sanral),finanziati dal South African Government e vedono la nostra Cooperativa come main contractor. Il progetto, situato, a circa 200 km dalla città di East London, nella provincia di Eastern Cape, prevede: 06.5.c • il potenziamento di circa 10,2 km di carreggiata singola e 1 km a doppia carreggiata attraverso Ngcobo CBD; • l’ampliamento della strada da 32 metri ad un minimo di 50 metri dove possibile; • la realizzazione di accessi agricoli; • la costruzione di 10 nuovi canali sotterranei; • il potenziamento dell’illuminazione stradale attraverso Ngcobo Town; • il ripristino della vegetazione; • l’installazione di segnaletica stradale. Heritage day in South Africa In occasione dell’Heritage day in South Africa (24 settembre) alcuni lavoratori Cmc si sono presentati al lavoro con i loro vestiti tradizionali. Nella foto, da sinistra il nostro Adm. Manager Peter Guiducci, Letsie Mankobo (segretaria del Tender Department) vestita con il vestito tradizionale del Lesotho, Brenda Khumalo (segretaria Cmc) vestita con il vestito tradizionale Tsonga, Sandra Khumalo (tender department) vestita con il vestito tradizionale Shangaan e Daniele Ventrasca. Terminati i lavori a Concordia e Mirandola Sono terminati, come da programma, i lavori per l’ampliamento delle scuole di Mirandola e Concordia. Le strutture scolastiche che erano state realizzate da Cmc nell’estate del 2012 dopo il terremoto che ha colpito l’Emilia, sono state oggetto nei mesi estivi di lavori di ampliamento e di miglioramento. A Mirandola sono state realizzate 6 nuove aule scolastiche, 2 laboratori, un nuovo blocco servizi, opere esterne e impianto di raffrescamento per tutto l’edificio scolastico oltre a quello antintrusione per un importo complessivo di circa 1,4 milioni di euro. A Concordia sono stati realizzati 700 mq circa di nuove costruzioni che comprendono, fra l’altro, 3 aule, 2 laboratori, 5 uffici, la biblioteca, l’archivio oltre a varie opere esterne per circa 1 milione di euro. I lavori sono stati ultimati nei 65 giorni previsti contrattualmente e, all’apertura delle scuole, alunni e insegnanti hanno potuto occupare i nuovi spazi. p.13 la Betoniera I Sindaci in visita al cantiere dell’ospedale dei Castelli Si è svolta, a fine settembre, la visita dei Sindaci e degli amministratori di Ariccia, Genzano, Castel Gandolfo e Lanuvio al cantiere dell’ospedale dei Castelli. Dopo la lunga fase dei lavori per lo sminamento di oltre 700 bombe dai 15 ettari del cantiere e il completamento del sondaggio archeologico che ha portato alla scoperta e al recupero di mura e strade romane, oggi il cantiere è in piena attività con 5 gru al lavoro e una ottantina di operai tra ferraioli e cementisti. Ci vorranno ancora 3 anni per completare l’opera che, lo ricordiamo, è eseguita dalla società consortile ” Ospedale dei Castelli” (la partecipazione di Cmc è del 50,1%) e, una volta terminata, consegnerà alla collettività una moderna struttura di tre piani con 269 posti letto, un dipartimento di emergenza di 2° livello e tutte le specializzazioni al suo interno. 07.a 07.b 07 approfondimenti di Dario Alberto Tita Un sogno divenuto realtà 07.a-b, d-e Immagini della base Del Din di Vicenza. 07.c Dario Alberto Tita. Il prestigioso Organismo di Certificazione americano United States Green Building Council (Usgbc) il 2 agosto 2013 ha riconosciuto il livello di certificazione Leed “Gold” al progetto building 3 concluso dalla Cmc questa primavera presso la base Us Army del Dal Molin di Vicenza. Il 26 agosto, poi, Usgbc ha riconosciuto il livello di certificazione Leed “Silver” al progetto LZ Bldgs 67, 76 e 146 anch’esso concluso di recente dalla Cmc all’interno della stessa base. Una premessa: cosa è il Leed, quale il protocollo seguito dal progetto, le aree tematiche ed il Sistema di Certificazione? Leed rappresenta un sistema di rating complesso che valuta l’impatto ambientale degli edifici considerando una pluralità di dimensioni, non solo l’efficienza energetica, ma anche la scelta del sito di costruzione, la gestione efficiente dell’acqua, i materiali impiegati negli edifici, lo smaltimento dei rifiuti, il comfort degli occupanti e la salubrità degli spazi interni. Il sistema di certificazione Leed rappresenta uno strumento estremamente potente ed al contempo flessibile che permette ai gruppi di progettazione e costruzione di valutare la migliore strategia per raggiungere il livello di certificazione voluto 07.c ed ottimizzare il rapporto tra l’edificio e l’ambiente circostante. Il protocollo che è stato seguito dai team di progettazione e costruzione per il progetto Building 3 è il Leed for New Construction and Major Renovations (v2.2) dove per Major Renovations si intendono le “ristrutturazioni importanti” di edifici esistenti ovvero quegli interventi che coinvolgono modifiche significative dell’involucro edilizio, degli spazi interni e degli impianti. Il sistema di rating Leed v.2.2 si struttura in sei sezioni organizzate in prerequisiti e in crediti. I prerequisiti di ogni sezione sono obbligatori affinché l’intero edificio o complesso di edifici possa venire certificato. I crediti possono essere scelti in funzione delle caratteristiche del progetto e del sito di costruzione. Le sei sezioni sono le seguenti: • Susteinable Sites (Sostenibilità del Sito) • Water Efficiency (Gestione delle Acque) • Energy & Atmosphere (Energia ed Atmosfera) • Materials & Resources (Materiali e Risorse) • Indoor Environmental Quality (Qualità ambientale Interna) • Innovation in Design (Innovazione nella Progettazione) Per conseguire la certificazione Leed il progetto candidato deve dunque obbligatoriamente conseguire tutti i prerequisiti e parte dei crediti: il punteggio complessivo ottenuto in tal modo può consentire di arrivare al livello di certificazione Leed desiderato o richiesto dalle specifiche di contratto. La somma dei punteggi dei crediti determina il livello di certificazione dell’edificio. Su 69 punti disponibili nel sistema di rating Leed v.2.2, almeno 26 devono essere ottenuti per il livello di certificazione base denominato Certified. Il sistema di certificazione si articola in quattro livelli in funzione del punteggio ottenuto: Base (26-32 punti); Argento (33-38 punti); Oro (39-51 punti); Platino (52 punti e oltre). La certificazione è un processo gestito da un soggetto terzo Usgbc che verifica la conformità della documentazione ricevuta dall’appaltatore a supporto della certificazione con quanto stabilito dal protocollo Leed. Il processo è caratterizzato generalmente da una serie di fasi che sono le seguenti: • Appaltatore >> registrazione del progetto; Design Stage Submittal • Progettista >> preparazione della documentazione relativa ai prerequisiti e crediti del progetto; • Appaltatore >> sottomissione della documentazione di progetto; • Usgbc >> revisione della documentazione di progetto; • Usgbc >> riconoscimento dei punti ottenuti con la sottomissione di progetto ed eventuali richieste di chiarimento e/o integrazione documenti sui prerequisiti e/o crediti ritenuti non conformi ai requisiti del protocollo; • Progettista/Appaltatore >> preparazione chiarimenti e/o integrazione documenti richiesti da Usgbc; • Usgbc >> revisione finale della documentazione relativa alla fase di progettazione ed anticipazione dei punti ottenuti con la documentazione di progetto; • Appaltatore >> appello alla revisione finale di Usgbc argomentando le ragioni o accettazione dei punti riconosciuti; Construction Stage Submittal • Appaltatore >> preparazione della documentazione relativa ai prerequisiti e crediti della costruzione; • Appaltatore >> sottomissione della documentazione di costruzione; • Usgbc >> revisione della documentazione di costruzione; • Usgbc >> riconoscimento dei punti ottenuti con la sottomissione di costruzione ed eventuali richieste di chiarimento e/o integrazione documenti sui prerequisiti e/o crediti ritenuti non conformi ai requisiti del protocollo; • Appaltatore >> chiarimenti e/o integrazione p.14 la Betoniera 07.d Vicenza: cosa bolle in pentola? Alla data di scrittura del presente articolo è ancora uno il processo di certificazione Leed in corso sui progetti appaltati da Cmc presso la base Dal Molin di Vicenza, esattamente: documenti richiesti da Usgbc; • Usgbc >> revisione finale della documentazione relativa alla fase di costruzione ed anticipazione dei punti ottenuti con la documentazione di costruzione; • Appaltatore >> appello alla revisione finale di Usgbc argomentando le ragioni o accettazione dei punti riconosciuti; • Usgbc >> certificazione del progetto. Il Leed in Italia Alcuni numeri sulla dimensione Leed in Italia (dati aggiornati al 01/08/2013): • 44 progetti certificati Leed; • 157 progetti in fase di certificazione. Building 3: un sogno durato tre anni divenuto oggi realtà Ripercorriamo adesso la sequenza delle fasi del progetto building 3 che ha portato alla certificazione Leed Gold: • Progetto sottomesso a Usgbc il 27/08/2010; • Prima revisione del progetto completata da Usgbc il 01/10/2010 con commenti; • Chiarimenti ed integrazione documenti trasmessi a Usgbc il 25/03/2011; • Seconda revisione del progetto completata da Usgbc il 25/05/2011; • Appello presentato dal progettista il 25/10/2011; • Revisione finale del progetto completata da Usgbc il 27/12/2011 con il riconoscimento di 26 punti sui 32 sottomessi; • Documentazione relativa alla fase di costruzione sottomessa a Usgbc il 16/05/2013; • Revisione completata da Usgbc il 12/06/2013 con commenti; • Chiarimenti ed integrazione documenti trasmessi a Usgbc il 12/07/2013; • Revisione finale della documentazione relativa alla fase di costruzione completata da Usgbc il 02/08/2013 con il riconoscimento de 15 punti sui 16 sottomessi; • Progetto certificato Gold il 02/08/2013 con 41 punti. Ricordiamo che il contratto appaltato con la Us Navy prevedeva il raggiungimento della certificazione Silver (33-38 punti) e che l’ottenimento del Gold con i 41 punti riconosciuti è il risultato non solo del cuscinetto di punti sopra la soglia desiderata (es. 33 per la certificazione Leed Silver) che il team di progettazione-costruzione mira a costruire per avere una ragionevole certezza che quanto richiesto dalle specifiche di contratto sia raggiunto ma anche e soprattutto dallo sforzo dei team di progettazione (Tokdg di Roma per conto della Us Navy) e Cmc che hanno passato al setaccio tutti i requisiti del protocollo mirando e raggiungendo crediti non originariamente previsti nello scopo del lavoro. Building 3: i principali attori del successo Questa certificazione è il risultato del lavoro compiuto da: • The Ok Design Group, gruppo di progettazione per conto della Us Navy; preparazione della documentazione necessaria per la Design Stage Submittal; • Mrs. Deborah Martin, consulente Cmc Leed negli Usa per la redazione della documentazione di costruzione in conformità al protocollo scelto, chiarimenti su quanto specificato dal protocollo e sottomissioni a Usgbc; • Dario Alberto Tita, interfaccia di Cmc con il consulente Leed negli Usa e con il Cliente Us Navy; preparazione dei modelli standard di documentazione da trasmettere ai diversi subappaltatori coinvolti nei diversi prerequisiti e crediti scelti per il raggiungimento del livello di certificazione desiderato; coordinamento delle attività di preparazione della documentazione; meeting mensili con il personale Cmc coinvolto nel progetto per fare il punto della situazione ed informarli sugli eventuali p.15 la Betoniera sviluppi con il consulente ed il cliente; aggiornamento costante dello stato della documentazione di progetto e costruzione tramite la creazione di una matrice ad hoc appositamente sviluppata per monitorare gli avanzamenti del lavoro e trasmessa regolarmente al consulente Leed ed al cliente per tenerli costantemente informati sull’avanzamento dell’intero processo inclusa la progettazione; revisione della documentazione relativa alla fase di costruzione prima della trasmissione al consulente Leed incaricato dell’inoltro all’organismo di certificazione Usgbc; • Roberto Giuseppe Rossi & Armando Bonassi, non più entrambi con Cmc, interfaccia con i subappaltatori di Cmc e preparazione della documentazione preliminare relativa alla fase della costruzione; • Mauro Borin, completamento della documentazione relativa alla fase di costruzione. Building 3: i numeri della certificazione • Multiple Facility Complex Project; Cliente: Us Navy; Progettista: Alberto Izzo & Partners; livello di certificazione richiesto: Silver; livello di certificazione atteso: Gold. Per questo progetto la certificazione è attesa più avanti, probabilmente entro la fine dell’anno solare in corso. Nel dicembre 2012, con il progetto sono stati riconosciuti 24 punti che costituiscono una buona base per il raggiungimento della soglia di 39 punti richiesta per il Gold. La raccolta della documentazione relativa alla fase di costruzione è ancora in corso per via del non completamento ad oggi delle attività relative alla (1) raccolta e trasferimento dei rifiuti e (2) commissioning degli impianti meccanici ed elettrici. Per quanto riguarda la prima attività si stima di completare a breve mentre per quanto riguarda la seconda probabilmente andremo un po’ più lunghi dato che l’attività di commissioning è ancora in corso. I punti in ballo con la sottomissione della documentazione relativa alla fase di costruzione sono 17 che offrono un minimo ma nello stesso tempo buon margine (2), sulla base dei risultati ottenuti sino ad oggi, per il raggiungimento della soglia Gold desiderata (39). Una “piccola” nota a margine di quanto sopra è che nessun altro progetto appaltato dal Dipartimento della Difesa Usa nel mondo, si avete capito bene “nel mondo”, di dimensioni pari o similari, ha ottenuto il rating Gold, per dirlo alla Us usando le parole del responsabile della Us Army per il progetto Kambiz Razzaghi “…as far as we know, this is first (Gold) for any entire installation any where in the world and not just Us.” (trad. “per quanto ne sappiamo, questo è il primo Gold per una intera installazione ovunque nel mondo e non solo negli Stati Uniti d’America”). Di tutto questo dobbiamo essere più che soddisfatti ed orgogliosi. Cmc is in the zone. Grazie ad una fortissima determinazione e desiderio di eccellenza sembra possibile ottenere la certificazione Leed Gold per questo progetto. Incrociamo le dita! Questi i punteggi ottenuti per ciascuna area tematica Leed: Maggiori dettagli sui singoli crediti riconosciuti da Usgbc e/o non soddisfatti sono sullo scorecard ufficiale disponibile da Usgbc. Legacy Zone Buildings 67-76-146: Leed “Silver” Cliente: Us Army; Progettista: Alberto Izzo & Partners (AI&P); livello di certificazione richiesto, atteso e ricevuto: Silver. Questo progetto, a differenza del precedente building 3 e Multiple Facility Complex at Dal Molin, ha pagato un peggiore risultato ottenuto con la fase di progettazione che ne ha compromesso il raggiungimento della soglia successiva Gold per un attimo auspicata dal team di costruzione composto dagli Ingg. Dario Alberto Tita e Mauro Borin. L’installazione dei pannelli fotovoltaici in copertura appaltati ad un consorzio del quale anche Cmc fa parte avrebbe permesso facilmente il raggiungimento del livello Gold ma questo non è stato possibile dato che non si è raggiunto l’accordo economico con il cliente per il compenso dovuto al team Leed negli Usa per le ricalcolazioni energetiche dei tre fabbricati. Peccato, un’occasione sprecata! Questi i punteggi ottenuti per ciascuna area tematica Leed: Se mi permettete, un ultimo appunto a quanto già scritto. Mi sento fiero ed onorato di aver avuto la possibilità di partecipare ad un progetto di queste dimensioni e così importante per Cmc. È per questo motivo che ho dedicato totalmente questi 5 anni al raggiungimento dei traguardi prefissati e addirittura al superamento di alcuni di essi. Volevo dare a Cmc l’opportunità di raggiungere un obiettivo di alto livello che ci possa permettere, come azienda, di essere ancora più competitiva e qualificata. In questi 5 anni sono, con mia grande soddisfazione, riuscito in questa impresa grazie, lasciatemelo dire, alla mia dedizione, abnegazione e passione che ho trasmesso nel mio lavoro e grazie anche alla preziosa collaborazione dei colleghi che mi hanno voluto seguire in questa impresa. 07.e 08 08.a 08.b donne allo specchio di V. C. Donne allo specchio: Enrica e Monica 08.a Monica Grossi. 08.b Enrica Savioli. 08.c Le nostre due intervistate. Enrica Savioli ha 32 anni ed è di Alfonsine, lavora in Cmc come assistente di direzione presso la Direzione Amministrazione Finanza e Controllo Sistemi da gennaio 2010; Monica Grossi ha 50 anni ed è tornata ad abitare a Ravenna da un anno, dopo averne trascorsi quasi 6 presso Val di Chienti svolgendo le mansioni di segretaria della Direzione Generale. Lavora in Cmc dal 1984 ed è attualmente impiegata nella segreteria tecnica dell’Ufficio Acquisti. Dove abiti e quanto tempo impieghi per recarti al lavoro? Enrica: Ad Alfonsine, che dista circa 25 km da Ravenna, e in macchina impiego circa mezz’ora. Talvolta mi è capitato di venire in treno, ma è un mezzo più vincolante, anche se il tragitto dura poco più di 15 minuti. Monica: Vengo al lavoro sia in bici che in macchina, ed impiego all’incirca una decina di minuti. Come è composto il tuo nucleo familiare? Enrica: Sono sposata da tre anni e ho un bimbo di poco più di due anni e mezzo che si chiama Lorenzo. Monica: Vivo sola. Come sei riuscita a conciliare gli impegni extralavorativi con la tua professione? Enrica: Non è sempre facile conciliare gli impegni della sfera familiare con il lavoro, soprattutto quando si hanno figli e si è costretti a rimanere nella città in cui si lavora per l’intera giornata. Lavorando a 25 km da casa, non ho il tempo per rientrare in pausa pranzo, quindi cerco di sbrigare le principali faccende domestiche nel fine settimana. Poiché – indubbiamente – non è possibile rimandare tutto al week end, di ritorno dal lavoro faccio ciò che riesco, dando comunque sempre la priorità al mio piccolo, che vorrebbe giocare e che ha giustamente bisogno di sentirsi coccolato. Ma il tempo per riuscire a fare tutto al meglio è davvero poco. Monica: Non avendo figli, parte del mio tempo libero è dedicato alla casa, ai miei genitori ed al resto della famiglia. Essendo più “libera” cerco di dare una mano, sono un punto di riferimento per loro in particolare per i genitori e per i nipotini. Tolte le ore che dedichi al lavoro e alla famiglia, quanto tempo riesci a dedicare a te stessa e come lo spendi? Enrica: Non è molto il tempo che posso dedicare ai miei 08.c interessi, ma cerco sempre di trascorrere qualche ora del sabato con le mie sorelle. In particolare, ho una sorella gemella con cui condivido la passione per il giardinaggio e la cucina e con cui mi piace fare shopping. Con lei passo volentieri anche qualche mezz’ora al telefono la sera; è un modo diverso di condividere le nostre giornate proprio come facevamo quando vivevamo nella stessa casa, ma anche per restare vicine nonostante ognuna abbia ormai la propria vita. Monica: Il tempo libero che dedico solo a me stessa lo impiego partecipando ad eventi culturali e frequentando un corso di tango argentino, mentre in estate amo andare al mare e, quando è possibile, portare i miei nipoti con me. Amo inoltre visitare luoghi storici o siti archeologici. Adoro anche fare fotografie, e una delle esperienze più belle l’ho vissuta proprio grazie a Cmc: ho fotografato da un piper i nostri cantieri Val Di Chienti “progetto Quadrilatero” ed alcune foto sono state inserite su Quarry & Construction. Nonostante il lavoro sia ormai da ritenere un lusso, guardando anche al panorama internazionale, quali migliorie ritieni si debbano apportare in Italia, a livello legislativo, per aiutare una donna con un lavoro di 40 ore settimanali e una famiglia da gestire? Enrica: Purtroppo noi donne ci troviamo molto spesso a dover conciliare troppi impegni fra lavoro, casa e famiglia, e non sempre riusciamo a farlo nel modo migliore. Credo occorra una maggiore tutela in questo senso da parte del nostro governo, che dovrebbe promuovere leggi più favorevoli nei confronti sia delle donne “in generale” che, in particolare, nei confronti delle donne con figli, venendo incontro alle loro esigenze sia durante il periodo immediatamente successivo alla nascita, che negli anni a venire, quando i bimbi sono comunque ancora in tenera età. Ad esempio, se venisse prolungato il periodo di maternità fino al compimento del primo anno di vita del bambino, o fosse possibile poter scegliere di lavorare part-time almeno durante i primi anni di vita dei propri figli a parità di stipendio, la gestione dei rapporti interfamiliari e la crescita dei bambini – che sono il nostro futuro – ne gioverebbero sicuramente. Monica: Negli ultimi anni il part time è una realtà che è andata purtroppo perdendosi in Cmc, come credo anche in altre aziende. Credo però che un asilo aziendale o un piccolo baby parking possano davvero andare incontro alle mamme in maniera concreta; sono strutture che darebbero una serenità maggiore a tutta la famiglia, sia alla mamma che al papà. A questo proposito, credo che in Italia i congedi di paternità vadano potenziati perché, allo stato attuale delle cose, uno dei due genitori si trova a dover scegliere, e quindi a rinunciare. Per quello che è stata la mia esperienza in Val di Chienti, ho visto padri usufruirne; segno che, se le condizioni si creano, vengono poi anche sfruttate. Ritieni che questa azienda possa o debba ancora fare qualcosa per aiutare le donne, in questo senso? Enrica: Credo che questa cooperativa possa fare molto da questo punto di vista. Io non sono di Ravenna, ma penso che se ci fosse un asilo all’interno della cooperativa, con tariffe agevolate rivolte ai figli dei soci e dei dipendenti Cmc, sarebbe molto utile a chi abita in zona. Inoltre, sarebbe necessario per giovani madri come me avere la possibilità di rimanere a casa con i propri figli quando sono malati o occorre accompagnarli a visite mediche, senza dover ricorrere al normale monte ore dei permessi concessi ai dipendenti. Poi una maggiore flessibilità di orario e la possibilità di poter lavorare ad orario continuato anche in pausa pranzo consentirebbero una gestione lavoro-casa molto più gradevole. Monica: Credo che questa cooperativa debba sforzarsi di dare più spazio alle donne, i cui ruoli sono ancora molto subordinati rispetto agli uomini. In Italia, in generale, il mondo del lavoro tiene ancora poco conto degli impegni delle donne al di fuori di esso, e quindi fatica a creare compromessi equi fra vita lavorativa e privata di una donna, e la testimonianza di Enrica ne è un esempio. Tirando le somme, da quando sei in Cmc, cosa ti ha dato di più e cosa più ti ha tolto questo lavoro? Enrica: Sicuramente Cmc mi ha dato e continua a darmi una stabilità economica che di questi tempi è davvero sempre più rara, considerando la situazione attuale del nostro Paese. D’altro canto, come dicevo prima, non poter tornare a casa a metà giornata mi porta a sacrificare il mio tempo libero e a ridurre in maniera consistente la mia presenza all’interno della famiglia. A volte ho l’impressione che con gli orari di ufficio la vita passi troppo in fretta senza poterla assaporare come vorrei... ma è un destino comune a molti di questi tempi! Monica: Cmc è un’azienda in grado di offrire buone basi e un livello alto di professionalità, anche grazie alle tante opportunità di confronto con altre aziende del settore e non. Inoltre, offre attualmente delle certezze che altre imprese non sono in grado di dare oggi. Penso, ad esempio, all’attenzione ai soci, che in molte realtà è venuta a mancare. Per quanto mi riguarda sono molto contenta del percorso fatto fino ad oggi poiché mi ha dato la possibilità di conoscere bene l’area tecnica ed acquisire una professionalità che si è approfondita negli ultimi anni passati in Val di Chienti, toccando così diversi settori. Quali fra i momenti e le attività sociali hai apprezzato di più, nell’arco della tua esperienza lavorativa in Cmc? Enrica: Certamente la festa dell’Epifania, che ci permette di trascorrere qualche ora in compagnia delle famiglie dei soci e dipendenti Cmc e di conoscerci meglio anche in ambito extralavorativo. Ti senti parte di una grande famiglia. Monica: Mio padre lavorava in Cmc, quindi ho vissuto diversi anni in giro per l’Italia. Quello che dice Enrica è vero, e credo si respiri ancora di più in cantiere. Per esempio, quando ero in Trentino con la mia famiglia, un collega di mio padre si era travestito da Babbo Natale ed era passato per tutte le case a portare i pacchi ai bambini; è un ricordo che porto ancora con me, e rappresenta un valore aggiunto. Da piccola adoravo anche l’Epifania, mentre da dipendente apprezzo molto sia i pranzi in sede che in cantiere, ma questi ultimi credo siano molto più sentiti: accogliere qualcuno dalla sede e condividere dei momenti di convivialità arricchisce sempre entrambe le parti, per non parlare poi della Polisportiva e dei bellissimi concerti di Natale. Relativamente alla tua esperienza personale, Cmc è? Enrica: È una porta aperta sul modo e la possibilità di imparare dall’esperienza di coloro che hanno costruito giorno dopo giorno la storia di un grande gruppo, ma anche un ambiente di lavoro familiare che mi ha arricchito e fatto crescere anche dal punto di vista dei rapporti interpersonali. Monica: Un’ottima impresa, e una grande “mamma”. Ma anche un’insegnante di vita: abbiamo superato molti momenti critici, che ci hanno uniti e fortificati. È un’azienda che è anche molto ammirata, conosciuta e riconosciuta all’esterno. In tutti questi anni, non sono stati rari i complimenti che ho visto rivolgere a Cmc da parte di altre aziende con le quali abbiamo lavorato, e tutte concordano nell’affermare che l’impronta di Cmc “si vede”. p.16 la Betoniera 09.a 09 noi e voi di Valda Miani Ridere per mantenersi in vita 09.a Una foto dello scrittore vincitore del premio. 09.b Un momento dell’incontro con i tre finalisti, da sinistra Fabio Stassi, Marcello Non si cresce in un luogo, si cresce in una lingua. Sorgi e Valerio Magrelli. Stassi e Magrelli erano anche finalisti al Campiello. I 3 libri possono essere richiesti alla biblioteca sociale di Cmc. Le foto sono di A. Jyoti. Io sono cresciuto nel dialetto siciliano, e a questa lingua, a questa cultura appartengo, anche se sono vissuto a Roma. Ogni figlio di emigranti è partorito come in un trasloco, diceva mia nonna. Si nasce in un’altra città quasi per sbaglio, solo per uno scherzo del destino, ma non ha importanza, se poi in casa, durante l’infanzia, si parla con altre parole, con un altro accento. Per tutto questo, ogni viaggio in Sicilia è per me un ritorno. Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino e Vincenzo Consolo sono stati l’isola che non ho abitato. I loro libri hanno disegnato per me l’unica mappa geografica che riconosco e che so interpretare. Una cartina dove i nomi degli scrittori sostituiscono quelli delle città, e i titoli dei romanzi sono golfi, pianori, montagne. È il patto che Charlie Chaplin stabilisce con la morte nel libro dello scrittore Fabio Stassi, vincitore del premio 2013. Un libro sul cinema e sull’arte della risata. Lo scrittore Fabio Stassi con il libro “L’ultimo ballo di Charlot”, edito da Sellerio, ha vinto la venticinquesima edizione del premio letterario “Racalmare – Leonardo Sciascia”. L’appuntamento con i libri, nel cuore del territorio di Sciascia, anche quest’anno ha avuto come sostenitore la nostra cooperativa. La cerimonia di consegna del premio, presentata dall’inviato del Corriere della Sera Felice Cavallaro, si è svolta domenica nell’atrio del municipio di Grotte. La giuria, presieduta dal giornalista Gaetano Savatteri, ha scelto tra i tre finalisti: Fabio Stassi, Marcello Sorgi (“Le sconfitte non contano”) e Valerio Magrelli (“Geologia di un padre”) tra una rosa di venti finalisti. I tre autori per due serate hanno parlato dei loro libri, che per una strana sincronicità avevano un unico filo conduttore, il rapporto tra padri e figli. A consegnare i premi, da parte di Cmc, l’Ing. Pierfrancesco Paglini, project manager dell’Empedocle. Il premio ha raggiunto la venticinquesima edizione ed è molto seguito dai cittadini di Grotte e Racalmuto, le due cittadine dell’entroterra agrigentino. Nell’evento e nei ricordi di alcuni dei suoi protagonisti ancora si sente l’orma dei grandi scrittori che ne sono stati protagonisti, Sciascia, Consolo, Bufalino, Camilleri. “I venticinque anni del Premio Racalmare – ha detto il presidente onorario del premio Gaetano Savatteri – dimostrano non solo la grande affezione per una manifestazione che negli anni non ha perso il proprio valore ma testimoniano anche che si tratta di un premio vivo che si è saputo rinnovare negli anni. Tra i suoi punti di forza il fatto che, grazie al voto e alla partecipazione della giuria popolare che legge i libri finalisti e poi sceglie il vincitore, i libri circolano, entrano nelle case, vendono commentati animando il dibattito culturale”. 09.b Mio padre mi raccontava spesso di quand’era il più giovane fattorino telegrafico della Sicilia, e non aveva sedici anni, e una volta gli toccò consegnare una lettera a Leonardo Sciascia. Bufalino fu invece il primo scrittore a cui telefonai, una mattina, per chiedere al suo orecchio assoluto per la letteratura il permesso di continuare a scrivere oppure il divieto definitivo. Ma non lo incontrai mai; ne custodisco solo le lettere che ci scambiammo nel corso degli anni. Dei tre, Vincenzo Consolo è l’unico che ho avuto la fortuna di conoscere e abbracciare più volte ed è stato lui a benedire il mio primo romanzo. In una foto famosa sono seduti insieme nella casa in campagna di Sciascia. Un giorno di due anni fa ne stampai una riproduzione e la appesi nel mio corridoio. La settimana dopo Antonio Sellerio mi telefonò per dirmi che gli era piaciuta la mia storia su Charlot e la nascita del cinema. Viaggiavo come sempre sul mio treno di pendolari. In Brasile si dice che ogni coincidenza ha un’anima. Mi piace pensare che sia così. Per tutto questo entrare di nuovo in contatto con loro, ricevendo questo premio, di cui tutti e tre furono i presidenti e che ora porta il nome di Leonardo Sciascia, è per me il regalo più grande che potessi ricevere. Fabio Stassi Verdi & Shakespeare: Macbeth, Otello e Falstaff Al Teatro Alighieri, dall’8 al 17 novembre, la nuova trilogia d’autunno. Ravenna Festival 2013 conferma la svolta avviata lo scorso anno proponendo una programma articolato in più momenti nel corso dell’anno. La XXIV edizione, inaugurata a febbraio con la prima mondiale del nuovo spettacolo dei Momix, proseguita con la ‘classica’ programmazione estiva, sta per concludersi a novembre, dall’8 al 17, con una nuova “Trilogia d’Autunno” dedicata a Giuseppe Verdi & William Shakespeare. La rassegna chiuderà le celebrazioni per il bicentenario verdiano, evento che ha attraversato tutto il Festival 2013, con l’incontro del maestro con le opere del più grande drammaturgo della storia: Macbeth (8, 12 e 15 novembre), Otello (9, 13 e 16 p.17 la Betoniera novembre) e Falstaff (10, 14 e 17 novembre). I drammi di Shakespeare sono ancora lì, sul suo comodino, vicino alle partiture dei quartetti prediletti: Haydn, Mozart e Beethoven, nelle stanze di Sant’Agata. Proprio questi luoghi – la sua villa, Roncole e Busseto – nelle foto dei giovani artisti di VerdiWeb 2012 saranno lo scenario della trilogia. Cristina Muti firma regia e ideazione scenica delle tre opere, affidate, con la consueta tecnica “laboratoriale” alla più innovativa e vitale delle risorse: i giovani. È infatti coinvolgendo giovani cantanti, molti di loro già affermati e lanciati proprio dal Festival, che si affronterà questa nuova sfida. In buca l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Nicola Paszkowski, mentre il coro, istruito da Corrado Casati, sarà quello del Teatro Municipale di Piacenza. 10.1.a 10.1 attività sociali Bella serata al Marinabay per la Festa della Polisportiva Cmc 10.1.b Grande successo domenica 8 settembre per la tradizionale festa della Polisportiva Cmc che al Marinabay di Marina di Ravenna ha riunito per la cena oltre 170 persone. Oltre all’estrazione della tradizionale lotteria (primo premio a Nino Palumbo, secondo premio a Melica Bovinelli, terzo premio a Raffaello Rossi) quest’anno la serata è stata animata da tre appassionanti manche 10.1.f di Dr.Why, il simpatico gioco a squadre che ha proposto ai partecipanti domande di cultura generale, di sport e sulla storia di Cmc. Durante il giorno si è svolto il torneo di beach tennis, giunto alla sua sesta edizione (che ha visto la vittoria del “solito” Mauro Buldrini in coppia con Gianluca Battello) e una partita di calcetto che ha visto la squadra dei blu prevalere su quella rossa. Appuntamento al prossimo anno! In gioco per una buona causa! Tutti i martedì sera alle ore 20:30, dall’8 ottobre al 26 novembre, presso la Casa Cmc, Angolo di Paradiso, via A. Gnani 16, Ravenna in collaborazione col Circolo Cittadino di Ravenna, Partite di RISIKO! Le offerte dei partecipanti saranno interamente devolute ai programmi socio-sanitari del progetto di cooperazione internazionale Amici dell’Ecuador. 10.1.c Rinnovata la convenzione con la Palestra F.R.E.E. Time La Palestra F.R.E.E. Time, presso il Villaggio del Fanciullo in via del Pino a Ponte Nuovo, offre a dipendenti Cmc e Csc lo sconto del 10% sul costo degli abbonamenti trimestrali, semestrali, annuali dei corsi gestiti non in promozione. p.18 la Betoniera 10.1.d 10.1.g 10.1.i 10.1.e 10.1.h 10.1.l 10.2.a 10.2 10.2.b attività sociali di Aldo Grossi I pensionati in tour: è la volta di Orvieto! 10.1.a-l Galleria di immagini della festa della Polisportiva. 10.2.a Foto di gruppo dei partecipanti alla gita dei pensionati. 10.2.b-c Due immagini di Orvieto. Si parte alle 6 dal piazzale Cmc diretti ad Orvieto. Siano in 44 su un pullman della Start con due autisti: Mirko e Gabriele. Imbocchiamo l’E45 che terremo fino a Todi. Si parte che è ancora buio, solo più tardi il cielo schiarisce e si fa giorno, ma c’è ancora un po’ di nebbia che scompare più avanti. Passato il traforo di Montecoronaro si entra nella valle del Tevere. Sosta per il caffè e altro verso le 8. Gilberto Montalti ci fa ridere raccontando al microfono un fatto divertente e dopo un po’ una poesiola con protagonista un uccello infortunato rifugiatosi in una chiesa. Lasciamo l’E45 a Todi e prendiamo una strada panoramica lungo il Tevere che, più avanti, si allarga nel lago di Corbara. Passate autostrada e ferrovia dopo qualche chilometro siamo a Orvieto: sono le 9.40. Al parcheggio incontriamo le 2 guide per la mattinata e ci dividiamo in 2 gruppi per iniziare la visita della città. Prima, dall’esterno, vediamo il pozzo di S. Patrizio che è lì vicino, poi la guida ci accompagna alla Piazza del Duomo, piena di turisti piuttosto rumorosi. La guida ci parla della costruzione che si è protratta per decine di anni, ci illustra la facciata, che è veramente stupenda, poi ci fa entrare all’interno. In fondo al transetto c’è la cappella di S. Brizio coi celebri affreschi del Signorelli di inizio ‘500. In fondo al transetto di sinistra c’è invece la cosiddetta cappella del Corporale con un reliquiario che è un capolavoro di metalli preziosi e smalti. Lasciato il Duomo, la guida ci accompagna in Piazza del Popolo, dove c’è il mercato; su un lato della piazza c’è l’antico Palazzo del Popolo di epoca medievale. 10.2.c Passiamo poi in Piazza della Repubblica, dove visitiamo la chiesa di S. Andrea con accanto una caratteristica torre dodecagonale a bifore. La visita mattutina è così terminata, le guide ci lasciano e, poiché è quasi ora di pranzo, ci trasferiamo tutti al ristorante Maurizio dove siamo attesi. Il ristorante prende il nome da una vicina torre con orologio, sulla cima della quale una statua in bronzo, chiamata Maurizio, batte le ore. Pranzo ottimo, compreso il vino bianco! Alle 14, poco più, siamo pronti per ripartire. Alle 15 abbiamo appuntamento con altre guide davanti al Duomo per la visita delle cavità sotterranee, due delle tante che in 2500 anni sono state scavate sotto la città dai suoi abitanti. Orvieto sorge su una piattaforma di roccia vulcanica (tufo e pozzolana); sotto questa piattaforma c’è p.19 la Betoniera un basamento di argilla, che è impermeabile, al contrario della roccia sovrastante. Nel corso dei secoli lo strato superiore è stato scavato per ogni dove e i vani così ottenuti sono stati adibiti a vari usi: pozzi, cantine, frantoi, fornaci per ceramica, allevamento di piccioni (colombari) con aperture verso l’esterno. Il primo dei due gruppi in cui ci siamo divisi è composto da coloro che poi andranno a visitare il pozzo di S. Patrizio, quindi, ultimata la visita di Orvieto Underground, ci siamo trasferiti in 19 all’ingresso del pozzo. Raffaello ha fatto il biglietto per tutti e siamo entrati. Il pozzo , profondo 62 m e con 248 scalini in discesa e altrettanti in salita, è stato costruito dal 1527 al 1537 su progetto di A. da Sangallo il Giovane; discesa e salita sono a spirali sovrapposte e prendono luce dal pozzo centrale attraverso 72 finestroni. Nel fondo del pozzo c’è qualche metro d’acqua e tantissime monetine gettate dai turisti; usciamo alle 17 circa. Secondo programma dobbiamo ripartire alle 18. Ci sono lì vicino i resti di una fortezza fatta costruire nel 1364 dall’Albornoz per conto del Papa; l’interno è ora adibito a parco pubblico. Nella piazza antistante c’è la partenza (e l’arrivo) di una corsa a piedi con tanta gente ad assistere, fra cui molti dei nostri. Ci ritroviamo poi al pullman che è parcheggiato poco distante. Sono le 17.45, ci siamo tutti e potremmo ripartire, ma non ci lasciano rientrare in strada perché stanno passando gli ultimi partecipanti alla gara podistica, di ritorno dal loro giro. Finalmente, verso le 18 e 10, possiamo iniziare la marcia di ritorno. Alle 22 siamo davanti alla Cmc, stanchi ma felici per aver passato una bella giornata in compagnia e per aver visto una città così interessante.