Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Istituto Professionale di Stato PER I SERVIZI COMMERCIALI, TURISTICI E SOCIALI "L. MILANI" di MEDA (MB) C.F. 83007880152 – www.ipcmeda.gov.it - [email protected] pec [email protected] ITALIANO PRIMO ANNO TESTO SEMPLIFICATO AD USO DEGLI STUDENTI STRANIERI A cura di Cecilia Di Bona (la fiaba) Lucia Paiusco (Il mito, la favola, analisi del testo, i generi letterari) Sede Centrale: Via Como, 11 – 20821 MEDA - Tel. 0362/70718-74508 – Tfax Sede Coordinata: Via De Gasperi, 5 – 20822 Seveso – Tel. 0362/507051 Succursale: Via G. Cantore, 4 – 20821 Meda – Tel. 0362/340882 [email protected] Amministrazione che utilizza in modo efficace il modello CAF Pratica istruita da: Nica 0362/340929 INDICE INTRODUZIONE .........................................................................................................3 IL MITO ........................................................................................................................4 Tipi di miti .................................................................................................................5 I personaggi dei miti ..................................................................................................5 II mito greco ...............................................................................................................5 L'arca di Noè ..............................................................................................................7 Il racconto di Utnapishtim .........................................................................................8 Deucalione e Pirra ......................................................................................................9 VERIFICA ...............................................................................................................10 LA FIABA ..................................................................................................................11 Le funzioni (aspetti, momenti) della fiaba secondo l'interpretazione (spiegazione) di Vladimir Propp ..............................................................................13 L'interpretazione di Italo Calvino ............................................................................17 II tempo e i luoghi ....................................................................................................18 I personaggi ..............................................................................................................19 La struttura della narrazione e il linguaggio ............................................................20 La fiaba ci offre (dà) informazioni e insegnamenti .................................................20 Significato psicanalitico delle fiabe .........................................................................22 Le antiche radici della fiaba .....................................................................................24 La fiaba come "genere letterario": la storia della fiaba ............................................25 LA FAVOLA ..............................................................................................................40 ANALISI DEL TESTO...............................................................................................45 1 - Tempo .............................................................................................................57 II tempo della storia, il tempo del racconto, il tempo del lettore..........................57 Scene, pause, sommari, ellissi ..............................................................................61 Storia di Esa .........................................................................................................62 2 – Spazio .............................................................................................................66 TEMA, MESSAGGIO, CONTESTO ......................................................................68 AUTORE, NARRATORE, PUNTO DI VISTA .....................................................70 Autore e narratore .................................................................................................70 II punto di vista .....................................................................................................71 Focalizzazione zero ..............................................................................................72 Focalizzazione interna ..........................................................................................73 Focalizzazione esterna ..........................................................................................74 I GENERI LETTERARI .............................................................................................76 1 - La narrazione umoristica ....................................................................................78 2 - Il romanzo d'avventura .......................................................................................80 3 - Il romanzo poliziesco .........................................................................................83 4 - La narrazione fantastica ......................................................................................86 5 - La fantascienza ...................................................................................................89 6 - Il romanzo storico e di testimonianza .................................................................90 7 - La narrazione realistica, ......................................................................................95 8 - Il romanzo psicologico .....................................................................................100 2 INTRODUZIONE Agli insegnanti Questo lavoro è stato prodotto per facilitare lo studio dell'italiano agli studenti stranieri che frequentano le classi del biennio. Il lavoro di semplificazione è stato svolto a partire dal libro di testo in adozione in tutte le classi prime dell'Istituto: Sergio Nicola, Giuliana Castellano, Ivana Ceroni - /I libri e le idee, Pettini Editore, Torino, 2000. Il testo semplificato segue la suddivisione dei capitoli del manuale. Nei capitoli riguardanti il mito, la fiaba, la favola, sono stati riportati alcuni testi originali, secondo un criterio di progressiva difficoltà: - nel capitolo sul mito sono stati riassunti alcuni dei testi originali presenti nel manuale - nel capitolo sulla fiaba e in quello sulle favole, a lato dei testi, sono state riportate le spiegazioni dei vocaboli più difficili - lo stesso lavoro di spiegazione è stato svolto per il capitolo sull'analisi del testo, là dove era necessario riportare testi originali per esemplificare concetti appena espressi. Non è stato ovviamente possibile riportare i testi originali presenti nel capitolo relativo ai generi letterari. In questo capitolo sono state riportate le caratteristiche dei generi, una breve biografia dell'autore ed alcune informazioni relative al romanzo da cui sono state tratte le pagine presentate dal manuale. Alla fine dei capitoli sul mito, la fiaba, la favola, sono presenti delle verifiche. Non è stato possibile inserire le verifiche nei capitoli sull'Analisi del testo e sui Generi letterari, perché queste sono legate ad un lavoro da svolgere sui testi originali. Si rende quindi indispensabile affiancare al testo semplificato l'uso del manuale per la lettura dei testi originali. Meda, giugno 2003 3 IL MITO Cosa è il mito? II mito è un racconto scritto tantissimo tempo fa, una storia che sembra fantastica. Tutti gli uomini, in ogni luogo e in ogni tempo, si sono domandati: - Come è nato il mondo? Da dove vengono gli uomini? Chi è stato il primo uomo? Perché ci sono la vita e la morte? Perché c'è il dolore? Rispondere a queste domande (e a molte altre ancora) non è facile. Oggi noi rispondiamo a queste domande con la religione, la filosofia, la scienza. I popoli antichi, invece, hanno dato una risposta a queste domande, inventando i miti. I miti, quindi, sono delle storie. Queste storie non sono state inventate per divertire, ma per spiegare. I miti spesso parlano della vita e della morte, del bene e del male; altre volte, invece, i miti spiegano quello che succede nella natura (i fenomeni della natura): - Come mai ci sono le stagioni? Perché piove? Perché ci sono il sole e la luna? Perché ci sono temporali, tuoni e fulmini? Per esempio, gli abitanti dell'Egitto vedevano che ogni anno il fiume Nilo straripava (allagava la terra). Come mai succedeva, e perché sempre nello stesso periodo dell'anno? Per spiegare questo fatto, gli Egizi raccontavano questa storia: "La dea Iside è rimasta vedova (è morto il marito Osiride). Ogni anno, quando Iside pensa alla morte del marito, piange molto. Le lacrime di Iside si mescolano all'acqua del fiume ed il fiume allaga la terra". Tantissimo tempo fa gli uomini raccontavano queste storie a voce. Poi, dopo molto tempo, queste storie sono state scritte nei libri, così anche noi possiamo leggere i miti dei tempi antichi: degli egizi, dei babilonesi, dei greci, dei persiani, dei romani... 4 I miti ci danno tante informazioni interessanti, queste informazioni ci servono a capire la storia dei popoli che li hanno scritti, come vivevano, il luogo dove vivevano, la loro economia. Tipi di miti Ci sono diversi tipi di miti: 1. miti su come è stato creato il mondo, gli uomini, gli dei... (miti della creazione). 2. miti che parlano di fatti straordinari: il diluvio (la grande pioggia caduta migliaia di anni fa), i periodi di carestia (la mancanza di cibo), i periodi di siccità (la mancanza di acqua). 3. miti che parlano della vita dell'uomo: la nascita, la morte, la vita dopo la morte... I personaggi dei miti Dei (divinità) - Gli dei possono essere buoni o cattivi. Uomini - Gli uomini possono essere uomini normali (buoni o cattivi) o eroi che devono affrontare delle prove molto difficili. Mostri o personaggi fantastici. A volte i protagonisti (cioè le persone più importanti) hanno degli aiutanti (dei personaggi buoni che li aiutano), altre volte - invece - vengono ostacolati da qualche personaggio cattivo (antagonista). Non sempre i miti finiscono bene. I miti si svolgono in un tempo molto lontano: tanto, tanto tempo fa, spesso prima della storia. Le storie si svolgono quasi sempre all'aperto, in mezzo alla natura, ma mai in un posto preciso. II mito greco Gli dei greci sono molto simili agli uomini: possono essere buoni, cattivi, invidiosi, forti, intelligenti... Vivono insieme sulla montagna più alta della Grecia: il monte Olimpo, ma a volte scendono tra gli uomini. Il loro capo è Zeus. La moglie di Zeus è Hera. Spesso Zeus ed Hera litigano tra di loro, proprio come fanno gli uomini. Zeus ha due fratelli (Poseidone, il dio del mare e Ade, il dio dei morti) e due sorelle (Demetra, la dea dell'agricoltura ed Hestia, la dea della casa). 5 Zeus ha molti figli: i più importanti sono Afrodite, dea dell'amore e della bellezza; Atena, dea della sapienza; Artemide, dea della caccia; Apollo, dio delle arti; Efesto, dio del fuoco. 6 L'arca di Noè La storia dell'arca di Noè si trova nella Bibbia. La Bibbia è il testo sacro della religione ebraica (e poi della religione cattolica, protestante, ortodossa). La Bibbia è composta da 73 libri, scritti in tempi diversi, da autori diversi. La storia di Noè e del diluvio universale (il diluvio è una grande pioggia, questa pioggia ha coperto tutto il mondo), è nel primo libro della Bibbia, il libro della Genesi. Dio vede che l'uomo è diventato cattivo, e un giorno dice: "Voglio cancellare dalla terra quello che ho creato: uomini e bestie, rettili e uccelli del cielo, perché mi spiace di averli creati". Ma poi Dio guarda la terra e vede Noè. Noè è un uomo buono e giusto. Noè ha tre figli: Sem, Cam e Lafet. Allora Dio dice a Noè: "Io distruggerò tutti gli uomini, ma non te. Costruisci un'arca (barca) molto grande, perché io manderò una grande pioggia. Tu ti salverai, perché entrerai nell'arca insieme a tua moglie e ai tuoi figli. Prendi una coppia (un maschio e una femmina) di ogni animale che vive nel mondo, e falla salire sull'arca. Prendi anche del cibo: servirà per te e per gli animali. Io farò piovere per 40 giorni e per 40 notti e tutti quelli che vivono sulla terra moriranno". Noè fa quello che Dio gli ha ordinato: costruisce l'arca, fa salire la moglie, i figli e una coppia di ogni animale, poi chiude la porta dell'arca. Dio fa piovere per 40 giorni e 40 notti e l'acqua copre i monti più alti della terra. Tutti gli uomini e tutti gli animali che vivono sulla terra muoiono. Le acque restano alte sulla terra per 150 giorni. Poi Dio si ricorda di Noè e di tutti gli animali che sono con lui sull'arca. La pioggia finisce di cadere e le acque cominciano a scendere. Dopo molto tempo, Noè apre una finestra dell'arca e fa uscire una colomba. La colomba vola e torna indietro con una foglia di olivo. Noè scoperchia l'arca e vede che le acque si sono ritirate. Quando la terra è secca, Dio dice a Noè: "Esci dall'arca insieme a tua moglie, ai tuoi figli e a tutti gli animali". Noè esce dall'arca, costruisce un altare a Dio e offre a Dio un sacrificio. Dio allora promette: "Non colpirò più gli uomini come ho fatto". 7 Il racconto di Utnapishtim Anche questo mito racconta la storia di un diluvio universale. Questo racconto è stato ritrovato in una biblioteca della città di Ninive, una città della antica Mesopotamia. Questo racconto è stato scritto con la scrittura cuneiforme su tavolette di argilla. In questo mito il re Utnapishtim racconta a Gilgamesh, re di Uruk, come è sopravvissuto al diluvio che ha ucciso gli altri uomini. Utnapishtim è l'unico uomo immortale (l'immortalità è un dono dato dagli dei a Utnapishtim). Questo è il racconto di Utnapishtim: Shruppak è un'antica città. Un giorno gli dei decidono di colpire la città e i suoi abitanti con un diluvio, ma prima dicono a Utnapishtim: "Abbandona le tue ricchezze e costruisci una nave" Utnapisthim costruisce una nave e vi fa salire tutta la sua famiglia, tutte le bestie della campagna e tutti gli artigiani. Adad, il dio della tempesta, manda una pioggia molto forte: Utnapisthim chiude la porta della nave. La pioggia è così forte che anche gli altri dei si spaventano e si nascondono. Il vento soffia per sei giorni e sei notti e l'acqua copre la terra. Il settimo giorno la tempesta finisce. Utnapisthim guarda la terra e vede che tutti gli uomini sono morti e la terra coltivata sembra una palude. Così Utnapishtim si mette a piangere. Dopo sette giorni Utnapishtim fa uscire dalla nave una colomba. La colomba torna indietro perché non ha trovato un luogo dove posarsi. Poi Utnapishtim fa uscire una rondine. Anche la rondine torna indietro perché non trova un luogo dove posarsi. Poi Utnapishtim manda fuori un corvo. Il corvo non torna. Allora Utnapishtim fa uscire tutti dall'arca e offre un sacrificio in onore degli dei. 8 Deucalione e Pirra Questo è un mito greco. Zeus, il padre di tutti gli dei, è arrabbiato per il comportamento degli uomini,così Zeus decide di distruggerli. Zeus non è triste (diversamente dal Dio della Bibbia). Gli dei greci assomigliano molto agli uomini: Zeus qui è molto arrabbiato e scarica la sua rabbia sugli uomini con tuoni e fulmini. Il protagonista maschile è Deucalione, figlio del titano Prometeo. Zeus guarda gli uomini e vede che sono diventati cattivi. Così urla: "Sparite malvagi! Non resti nulla di voi sulla terra!" Dal ciclo comincia a cadere una forte pioggia, accompagnata da tuoni e fulmini. I fiumi fanno uscire le loro acque, il mare copre la terra. Gli uomini e gli animali gridano spaventati per la paura di morire. Quando le acque si ritirano, sul mondo c'è solo un silenzio di morte. Zeus guarda il mondo e pensa: "Forse ho esagerato", ma poi cerca di consolarsi: "Gli uomini sono così cattivi...". In quel momento sente un profumo di legno che viene dalla terra: Zeus guarda e capisce che qualcuno era sopravvissuto. Sulla terra solo due persone sono vive: Deucalione, re di Ftia, e la moglie Pirra. Deucalione e Pirra si sono salvati perché il titano Prometeo, padre di Deucalione, ha detto al figlio di costruire un'arca e di riempirla di cibo. Deucalione costruisce l'arca e si chiude dentro con la moglie Pirra. Comincia a piovere. Deucalione e Pirra navigano per nove giorni, poi la barca si ferma vicino al monte Parnaso, un monte della Grecia. Quando scendono, Deucalione e Pirra offrono un sacrificio a Zeus, bruciando del legno che hanno portato nella barca. Dopo qualche tempo Deucalione e Pirra vanno nel santuario della città di Delfi e pregano la dea Temi: "Non lasciarci soli, chiedi a Zeus di riportare la vita sulla terra". Zeus sente la preghiera di Deucalione e Pirra e manda sulla terra la dea Temi che dice loro: "Zeus ha ascoltato la vostra preghiera e vuole che siate voi a ridare vita alla terra. Prendete le vecchie ossa dell'antica madre e gettatele alle vostre spalle". Deucalione e Pirra capiscono che l'antica madre è la terra e che le sue ossa sono i sassi. Prendono i sassi che vedono per terra e li gettano dietro alle spalle: quelli gettati da Deucalione diventano uomini, quelli gettati da Pirra diventano donne. Così la terra torna a ripopolarsi dopo il diluvio. 9 VERIFICA Vediamo se hai capito: 1 II mito è - Una storia vera - Una storia divertente - Una storia inventata dagli uomini antichi per spiegare i fenomeni della natura o la vita degli uomini 2 I miti sono stati inventati - ora - tantissimo tempo fa - 100 anni fa 3 I miti all'inizio - erano scritti - non erano scritti 4 I personaggi dei miti sono: - …………………………………………… - …………………………………………… - …………………………………………… 5 - Inserisci nel testo le parole corrette (scegli tra Hera /Poseidone /Zeus / Ade / Olimpo / caccia / Afro dite /fuoco /sapienza) Gli dei greci vivono insieme sulla montagna più alta della Grecia: il monte . . . . . , ma a volte scendono tra gli uomini. Il loro capo si chiama Zeus, la moglie di Zeus si chiama . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . è il dio del mare, . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . è il dio dei morti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .ha molti figli: i più importanti sono . . . . . . . . . . . . . . , dea dell'amore e della bellezza; Atena, dea della . . . . . . . . . . . . . . . . ; Artemide, dea della . . . . . . . . . . . . . . . . . .; Apollo, dio delle arti; Efesto, dio del . . . . . . . . . . 6 - Racconta con le tue parole la storia dell'Arca di Noè 10 LA FIABA a cura di Cecilia Di Bona Tutti i popoli hanno inventato (creato) miti, leggende, fiabe. Anche il tuo popolo ha creato fiabe, queste fiabe nascono dalla tua cultura. Ci sono fiabe cinesi, fiabe arabe, fiabe peruviane: ogni popolo ha le sue fiabe. La fiaba è un'espressione intensa, viva, magica della vita e della cultura di un popolo. Inventare vuol dire "creare" Nella fiaba, i popoli esprimono (dicono) i loro desideri, i loro sogni, le loro speranze più grandi, anche per il futuro. Shakespeare, un famoso poeta inglese, ha scritto che noi (uomini) siamo Esprimere significa dire fatti della stessa (uguale) sostanza (materia) dei sogni. Sognare, avere fantasie, fare favole è molto importante perché vuoi dire tenere viva (avere) la speranza (bella immaginazione) di un mondo più bello e più giusto. Le fiabe sono racconti (raccontare = dire) fantastici (fantasia, Tenere vivo = conservare immaginazione, sogni ad occhi aperti, desideri) Questi racconti, per molti secoli (secolo = cento anni), sono stati raccontati solo a voce (oralmente, tradizione orale, sono stati solo detti e non sono stati scritti). Nel tempo passato ed ancora oggi in molti luoghi della terra (nei villaggi sotto gli alberi, nel deserto del Sahara in Africa, nei villaggi in Iran, nella penisola anatolica, in India, in Malesia, nelle campagne cinesi, tra i Lapponi e gli Esquimesi, tra gli Indios sulle Ande, ed in moltissimi altri posti) le persone anziane (vecchie) raccontano ai bambini e ai giovani delle storie Oralmente = solo a voce e non scritto misteriose (queste storie parlano di cose segrete, ma importanti della vita) e affascinanti (queste storie attraggono, stupiscono). Molto più tardi, i racconti sono stati scritti, ed infine, sono stati raccolti (uniti I vecchi raccontano ai giovani = Tradizione orale insieme, messi insieme) nelle raccolte (insieme) di fiabe, raccolte di fiabe così bene armonizzate (collegate) tra loro, da formare delle opere letterarie (un aspetto della letteratura). Le fiabe sono meravigliose (fanno nascere lo stupore, la meraviglia) Raccolta = Molte fiabe messe insieme perché nelle fiabe ci sono i maghi cattivi, le streghe cattive, le fate buone, le magie, e altre cose di fantasia, per suscitare (far nascere) lo stupore, Fantasia = sogno, immaginazione, 11 per risvegliare (svegliare, far nascere) dentro di noi il desiderio delle cose creatività belle, che, a volte, crediamo impossibili. II fine (lo scopo) più importante della fiaba è quello di incantare, affascinare, meravigliare, di farci guardare il mondo con occhi diversi. Tuttavia, la fiaba spesso (quasi sempre) insegna al bambino le cose della vita (realtà) ed a credere (avere fede -sperare) nei valori più importanti per l'uomo: valori grandi come l'amore, l'amicizia, la bontà. Nella fiaba, spesso, il bene vince sul male (i buoni vincono sui cattivi). La fiaba insegna a vivere Per questo motivo, spesso la fiaba finisce bene (c’è un lieto fine). La fiaba insegna ad avere fiducia (fidarsi degli altri, chiedere aiuto, sperare). La fiaba è diversa dal mito per due motivi (cose - ragioni): 1) I personaggi del mito sono superiori (migliori, più forti) agli uomini comuni; sono eroi, creature quasi divine, esseri che rappresentano (ricordano) le grandi lotte e le grandi conquiste dell'uomo (ad esempio, Prometeo ruba il fuoco agli dei, per darlo agli uomini). I fatti che accadono (succedono) nelle fiabe sono strani, ma partono da situazioni reali, da fatti anche tristi (brutti) e non solo felici della vita. I personaggi delle fiabe sono più vicini (simili) a noi. 2) II finale (la fine) del racconto dei miti è quasi sempre tragico (triste cattivo - negativo), mentre il finale delle fiabe è quasi sempre felice (buono - lieto - positivo). Anche per questo motivo, le fiabe piacciono tanto ai bambini ed ai giovani come te. Parole importanti Fiaba = novella, racconto o commedia di origine popolare (creata dal popolo) e fantastica (di fantasia) Raccontare = narrare - dire Fantasia = immaginazione - una cosa molto bella, ma non reale - non vera Tramandare oralmente = i padri e le madri raccontano ai figli e alle figlie; i figli racconteranno (raccontano nel futuro) ai loro figli, attraverso le generazioni (di padre in figlio, di madre in figlia). I nonni raccontano le fiabe ai nipoti (i figli dei figli). 12 Le funzioni (aspetti, momenti) della fiaba secondo l'interpretazione (spiegazione) di Vladimir Propp Lo studioso (persona che studia) russo (della Russia) Vladimir Propp (1895-1970) ha letto, studiato e compreso (capito) centinaia e centinaia (cento, cento e più) fiabe e ha scoperto (ha visto, ha capito, ha compreso) che, nelle fiabe (in tutte le fiabe) compaiono (ci sono) sempre gli stessi elementi, gli stessi (uguali - identici) aspetti ricorrenti (che ci sono sempre). Nelle fiabe cambiano (si modificano, variano) tanti particolari (elementi caratteristici-tipici di quel popolo, di quella cultura, di quella tradizione, storia letteraria), ma queste funzioni (questi elementi aspetti, passaggi) compaiono (sono) sempre nello stesso (identico, uguale) ordine (successione, cioè vi è sempre prima l'uno e poi l'altro). Ad esempio, in una fiaba marocchina, ma anche in una fiaba colombiana o cilena, così come in una fiaba italiana o russa, cambiano i particolari, ma sono uguali gli elementi più importanti della fiaba. Queste funzioni sono: 1. Allontanamento: una persona della famiglia si allontana (va via, fugge, va lontano), oppure muore (è morta, non c'è più). 2. Divieto: all'eroe e/o all'eroina (il personaggio più importante, il/la protagonista) è proibito (vietato) fare qualche cosa, oppure qualcuno Allontanamento = Andare lontano Divieto = proibizione (una persona) gli/le chiede di non fare qualche cosa. L'eroe o l'eroina non possono fare alcune cose, devono stare sotto un limite, obbedire ad un divieto. 3. Infrazione: l'eroe e/o l'eroina infrange (disubbidisce, va contro, si oppone, si ribella al) il divieto (la proibizione). Infrazione = disubbidire A questo punto (in questo momento), spesso, compare (si presenta, entra in gioco, c'è) l'antagonista (il nemico, la nemica, l'oppositore, la oppositrice, la persona ostile, la persona cattiva che va contro l'eroe e/o l'eroina). 4. Investigazione (ricerca - scoperta): l'antagonista (il nemico) cerca di scoprire (conoscere, capire) cose o persone per fare del male Investigazione = Cercare qualcosa (danneggiare) l'eroe. Il nemico usa quello che sa per fare del male all'eroe, all'eroina. 13 5. Delazione (fare la spia, riferire in modo malevolo, maligno, cattivo): dire cose personali e segrete su una persona per farle del male: l'antagonista (nemico) riceve (ottiene - ha) rivelazioni (gli/le sono Delazione = Dire cose personali e segrete per fare del male riferiti, detti aspetti particolari, personali) sulla sua vittima (sull'eroe/eroina odiato e perseguitato/a dall'antagonista- nemico) 6. Tranello: l'antagonista tenta (cerca) di ingannare (imbrogliare -far Tranello = Trappola credere cose false) la vittima, per impadronirsi (prendergli/le, impossessarsi) di lui/lei o dei suoi beni (cose) 7. Connivenza: la vittima cade (è catturato/a, è imprigionato/a) nel tranello (imbroglio), e così favorisce (aiuta) involontariamente (senza volere, senza intenzione) l'antagonista Connivenza = La vittima,ingenuament e è coinvolta nella trappola 8. Danneggiamento: la vittima (l'eroe e/o l'eroina) o una persona della sua famiglia subiscono (devono sopportare) un danno (male, sofferenza, disgrazia, perdita), come un rapimento (portare via una persona contro Danneggiamento = la vittima è colpita, ferita. la sua volontà), una mutilazione (l'amputazione, la perdita di una parte importante di sé, o di qualche cosa di proprio), un'incarcerazione (mettere in carcere, in prigione), un furto (rubare a lui/lei qualcosa). 8bis. Mancanza: ad una persona della famiglia manca (non ha, e invece vorrebbe - vuole avere) qualcosa o nasce in lui/lei il desiderio (voglia) di avere qualche cosa che non ha. Mancanza = non c'è qualcosa che si desidera 9. Mediazione: all'eroe si chiede (nella forma della preghiera o nella forma dell'ordine) di reagire (di andare contro, di ribellarsi, di opporsi) alla situazione ingiusta, di porre rimedio (riparare - compensare) alla mancanza. L'eroe può essere egli (ella) stesso la persona che cerca, che Mediazione = All'eroe è chiesto di lottare (contro il nemico) affronta (vive) la situazione, che lotta per proteggere (difendere) un'altra persona, oppure può essere egli (/ella) stesso che lotta (combatte) per difendere se stesso. 10. Inizio della reazione: l'eroe acconsente (dice di sì) e comincia ad agire (a fare le cose). 11. Partenza: l'eroe lascia la casa, realmente (in realtà), o solo in forma simbolica (si allontana psicologicamente = l'eroe è presente solo con il L'eroe dice che farà quello che deve fare Partenza=l'eroe parte corpo, ma la sua mente ed il suo cuore sono in un altro posto; egli è lontano nei suoi desideri: il suo cuore è lontano) 12. Prima funzione del donatore (di colui/ colei che dà): l'eroe è messo alla prova (deve superare delle prove, delle difficoltà, deve fare L'eroe deve fare cose 14 delle fatiche), per potere ottenere (avere) un aiuto, un aiuto che spesso è faticose e difficili un mezzo magico(una cosa magica). 13. Reazione dell'eroe: l'eroe supera le prove, l'eroe riesce a fare cose molto difficili. 14. Conseguimento del mezzo magico: l’eroe ottiene (ha, si procura) un mezzo magico come ad esempio un oggetto magico, un animale L'eroe fa bene il suo compito (dovere) magico, un potere straordinario (superiore alla normalità, miracoloso), un talismano (portafortuna, amuleto). L eroe ottiene (ha) una magia 15. Trasferimento nello spazio: l'eroe raggiunge (va in) un altro luogo, il luogo dove si trova l'oggetto della sua ricerca (dove c’è quello che lui cerca). L'eroe segue (va dietro) delle tracce (semi che gli indicano la Trasferimento = l'eroe va in un altro posto via), vola, viaggia per mare o per terra. 16. Lotta: l'eroe lotta (combatte) contro l'antagonista (nemico). 17. Marchiatura: l'eroe riceve (ottiene, subisce) un marchio (segno, impronta), una ferita (taglio, graffio), un anello. L'eroe combatte 18. Vittoria: l'eroe vince nella lotta (è più forte, è superiore) sull'antagonista. 19. Rimozione: il danno (male, sofferenza, disgrazia, rovina) è eliminato (è tolto) e l'eroe ottiene ciò che desidera. 20. Ritorno: l'eroe ri-torna al suo luogo di partenza (al suo luogo di origine dove è nato). 21. Persecuzione: l'eroe è inseguito (correre dietro) o perseguitato da L'eroe è ferito, segnato L'eroe vince L’eroe elimina il male L’eroe torna a casa un nemico. Il nemico non si arrende, ma gli da la caccia, lo insegue, lo minaccia. II nemico insegue l'eroe 22. Salvataggio: l'eroe riesce a salvarsi, fuggendo o superando degli ostacoli (difficoltà). A questo punto, la fiaba può terminare con l'ultima funzione (la L’eroe si salva funzione 31), oppure possono esserci ancora queste funzioni. 23. Arrivo in incognito (di nascosto): l'eroe torna a casa e non si fa riconoscere da nessuno (non rivela, non dice a nessuno chi è lui, si nasconde). 24. Pretese infondate (richieste senza una ragione, aspettarsi qualcosa che non si è meritato): un rivale (nemico) afferma, mentendo (dicendo, L’eroe arriva di nascosto raccontando bugie, menzogne) di essere stato lui a compiere le imprese (azioni coraggiose), compiute in realtà dall’eroe. Il nemico vuole I nemici vogliono il 15 togliere all’eroe i suoi meriti. Il nemico vuole ricevere lui la ricompensa. 25. Compito difficile: all'eroe viene ri-chiesto di sostenere (fare) premio che non hanno meritato e che è dell’eroe un'altra prova di coraggio, di forza, di pazienza, di abilità, di capacità. 26. Adempimento: la prova è superata (l'eroe vince). 27. Identificazione: finalmente, l’eroe e ri-conosciuto da un segno (elemento particolare, personale, che lo caratterizza), come un anello, una ferita, una caratteristica (un aspetto del suo corpo o del suo L'eroe deve fare un'altra prova L'eroe supera anche questa prova carattere). 28. Smascheramento: Il falso (non vero) eroe è smascherato (riconosciuto come falso, si capisce che non è lui il vero eroe) perché egli non è capace di superare la prova. 29. Trasfigurazione dell'eroe: l'eroe assume, anche con la magia, L’eroe è riconosciuto Anche il nemico è riconosciuto assume riconosciuto (prende) un nuovo aspetto, una nuova forma, si trasforma. 30. Punizione: il falso eroe e/o l'antagonista (nemico) sono puniti. L'eroe si trasforma 31. Le nozze: l'eroe si sposa, oppure sale al trono (diventa re) oppure ottiene una ricompensa (premio) Il nemico è punito L'eroe si sposa 16 L'interpretazione di Italo Calvino Lo scrittore italiano Italo Calvino afferma (dice) che le fiabe sono sì un Le fiabe sono un gioco che insegna a vivere passatempo (gioco - divertimento – svago - intrattenimento), ma che le fiabe hanno anche un contenuto (significato - senso- messaggio) di verità (dicono una cosa vera). Le fiabe raccontano il corso (ciclo, flusso, processo, come si cresce e come si diventa grandi e forti) della vita umana, dall'inizio all'allontanamento (andare via da casa, andare lontano) dalla casa del padre, alle prove (difficoltà - sfide-imprese eroiche), al matrimonio. Nelle fiabe, come nella vita, ci sono amici e nemici, ci sono i sentimenti, ci sono i ricchi e i poveri All'interno (dentro) di questo percorso (itinerario - cammino) vi sono aiutanti (coloro, le persone che aiutano, che proteggono) ed oppositori (coloro, le persone che sono nemiche, che sono ostili), nascono e si rafforzano (diventano più forti) i sentimenti, si mostrano (appaionodiventano chiari- si rivelano) le condizioni (situazioni- livelli economici di vita: se sono ricchi o se sono poveri) sociali (le classi sociali: se sono contadini o mercanti, marinai o cavalieri, principesse o cameriere, eccetera), sono vissuti i valori morali (amore o odio, amicizia o lotta, eccetera) positivi e negativi, proprio come avviene nella vita. La fantasia (immaginazione- magia- meraviglioso) colora la narrazione con elementi magici e straordinari e da alla fiaba la forma di un gioco, di un divertimento. 17 II tempo e i luoghi La fiaba è fuori (all’esterno) dal tempo, che è sempre indeterminato (non definito, non de-limitato, non finito, non chiaro). Infatti, nella fiaba, II tempo della fiaba è un tempo un po' reale e un po' di fantasia ci sono alcune (un piccolo numero, qualche, delle) parole (espressioni, frasi) ricorrenti (frequenti, che compaiono sempre): "c'era una volta", "passarono tanti anni", "dopo lungo tempo". I luoghi sono raramente (poche volte) definiti (precisati, chiariti, sono generali, sono comuni e non puoi dire dove sono esattamente, ad I luoghi sono un po' reali, un po' di fantasia esempio: la caverna dei quaranta ladroni delle "Mille e una notte ", la casetta dei sette nani nel bosco di "Biancaneve ") geograficamente (geografia, studio e conoscenza dei territori). Spesso si parla (si descrivono) di ambienti come castelli, boschi, mari e terre lontane e misteriose, povere capanne (case), caverne, etc. Gli ambienti rappresentano (significano) delle dimensioni della vita, dei momenti della vita (situazioni, condizioni): il bosco buio crea uno stato d'animo (emozione) di paura (tensione), la casetta (piccola casa) nella radura (punto del bosco nel quale non ci sono piante) nel bosco può essere un rifugio (posto sicuro, un nascondiglio), come in "Biancaneve e i sette nani", oppure (o)un tranello (trappola, agguato, pericolo), come in "Hansel e Gretel." Il castello può essere (è, a volte) la casa di un bel principe o (è a volte) la torre che imprigiona (racchiude, rinchiude, costringe) una povera fanciulla 18 I personaggi I personaggi (le persone, i protagonisti del romanzo, del racconto, della novella, della fiaba, della favola) sono in parte reali (veri) e in parte I personaggi sono le persone (un po' reali e un po' inventate) della fiaba fantastici (di fantasia). I loro caratteri (personalità, natura) sono definiti (descritti, disegnati), ed hanno dei ruoli (compiti, funzioni, scopi, finalità) definiti: l'eroe è bello, buono, coraggioso; l'antagonista (il nemico, l'oppositore) è brutto, cattivo, invidioso (che invidia, che osserva gli altri per criticarli, per portare via loro quel che hanno), sleale (falso, L'eroe è bello e buono II nemico è brutto e cattivo traditore) che fa del male in modo nascosto. Intorno ai due personaggi più importanti (protagonisti) ci sono e agiscono (fanno cose) dei personaggi ricorrenti (che compaiono spesso, che ci sono spesso). Essi (i personaggi minori, meno importanti) sono a volte buoni (che aiutano), altre volte sono cattivi (che sono contro, che si oppongono, che fanno del Anche i personaggi minori sono buoni o cattivi male). Essi sono: il patrigno (il padre non naturale, il secondo marito della madre, il padre cattivo), la matrigna (la seconda moglie del padre, la madre cattiva, la madre non naturale), i fratellastri e le sorellastre (i fratelli e le sorelle non naturali; essi sono figli di uno stesso genitore, la mamma o il papa, e del secondo marito o della seconda moglie del papa o della mamma), i maghi (i maghi possono essere sia buoni sia cattivi) e le streghe (maghe cattive), le fate (maghe buone), i folletti (piccoli uomini, ometti fantastici bizzarri, "buoni ", ma dispettosi) e gli orchi (mostro malvagio, cattivo, gigantesco, cioè molto grande, che mangia gli uomini e i bambini). Questi personaggi minori sono caratterizzati (definiti) da una qualità-importante (fondamentale): la bontà o la cattiveria, l'avarizia (tenere tutto per sé, essere attaccati ai soldi) o la generosità (condividere tutto con gli altri), l'invidia (che invidia), l'egoismo. 19 La struttura della narrazione e il linguaggio La narrazione (il raccontare) fiabesca (della fiaba) procede (avanza, va avanti) per sequenze (momenti successivi, passaggi), cioè parti del racconto che segnano cambiamenti di scena o di azione (quando, ad esempio, succedono cose nuove e importanti). Il linguaggio delle fiabe è semplice, ma ricco di sfumature di colore, di espressioni vivaci; il linguaggio delle fiabe e suggestivo (che suggerisce, II racconto della fiaba ha dei momenti, un momento dopo l’altro Le parole della fiaba sono semplici ma piene di fantasia che evoca, che fa immaginare tante cose). Le espressioni sono quelle (le espressioni) della vita di tutti i giorni (vita quotidiana) perché sono state scritte per i bambini. I simboli (immagini) sono facili da capire: ad esempio, il lupo di Cappuccetto Rosso rappresenta, e il simbolo del pericolo per i bambini (in questo caso, costituito dagli uomini II simbolo è una figura, una immagine che fa capire il pensiero sconosciuti): la fiaba di "Cappuccetto pensiero Rosso" vuole insegnare ai bambini a non fidarsi degli uomini sconosciuti. Nella fiaba vi sono espressioni definite (caratteristiche, fisse, che sono sempre le stesse) come, ad esempio: "C'era una volta"; "E vissero felici e contenti....". I dialoghi (dialogare, parlare insieme con qualcuno) sono molto vivaci I dialoghi sono quando le persone (pieni di vita) e sono frequenti (compaiono spesso). I dialoghi animano (rendono più vivo) il racconto. Il dialogo può svelare (rivelare) un mistero, riservare (preparare) sorprese (cose nuove che sorprendono, che stupiscono) o preparare un tranello (trappola, imbroglio). Spesso, nei dialoghi, vi sono filastrocche (piccole canzoni, canzoncine in rima, con delle ripetizioni) infantili, formule magiche (le formule magiche sono frasi senza senso, ripetute in una forma rituale, in una forma che si ripete più volte perché si attribuisce ad essa un valore e un senso quasi magico, simbolico). La fiaba ci offre (dà) informazioni e insegnamenti La fiaba, anche se non è stata scritta per questo, contiene (ha) delle informazioni sugli usi e costumi (aspetti caratteristici del modo dì sentire e di agire di un popolo). Nella fiaba ci sono anche dei messaggi come gli insegnamenti su come "cavarsela" nella vita (come fare, come affrontare la vita, come risolvere i problemi). Le fiabe hanno un 20 Dalle fiabe emerge (viene fuori) un messaggio positivo (buono, ottimista), un messaggio che incoraggia i giovani ad affrontare la vita: il Bene, per messaggio buono: il bene vince il male fortuna vince sempre, il male è sempre sconfitto. 21 Significato psicanalitico delle fiabe Le fiabe si esprimono (parlano) in un linguaggio simbolico (misterioso, ma molto significativo) per manifestare (rivelare, fare emergere) un contenuto inconscio (non consapevole, che conosciamo e non Le fiabe sono simili ai sogni: vengono fuori i desideri e le verità conosciamo, che dentro di noi intuiamo, pur senza esserne certi). Nel contenuto delle fiabe, sono espressi fenomeni psicologici interiori (elementi profondi, elementi inferiori, aspetti della nostra psiche, della nostra anima). Nell'infanzia (quando siamo bambini), quando il bambino non sa nulla della vita ed è insicuro (egli non sa chi è, egli non sa come fare ad affrontare la vita), la fiaba suggerisce (dice) che cosa è la lotta (guerra) per la sopravvivenza (vivere) e per la "auto-realizzazione" (diventare se stessi, essere se stessi, diventare grandi, maturare). Le fiabe calmano (danno pace, tranquillità) le ansie (paure) del bambino con il lieto fine. Le fiabe rappresentano (esprimono, dicono) le crisi (difficoltà) psicologiche (del cuore dell'uomo, dell'interiorità, dell'anima) e sociali (dell'entrare del giovane nella società) della crescita (del crescere, del diventare grandi). Nelle fiabe ci sono: la sofferenza di un bambino a causa (per colpa) della gelosia (invidia, rivalità, sentimento che prova la Le fiabe sono come le ninnenanne: danno serenità, consolano. Le fiabe fanno crescere persona che teme di non essere ri-amata dalla persona che ama) verso i suoi fratelli, c'è la sofferenza per le ingiustizie subite, come nel caso di Cenerentola. Nella fiaba ci sono le angosce (paure) e le insicurezze (non essere sicuri di sé, non conoscere se stessi) della crescita, del passare dall'infanzia (da zero a 10-11 anni, circa) all'adolescenza (da 10-11 anni a 16-17 anni, non è definita, non è la stessa per tutti, l'età della adolescenza si sta modificando, prolungando per molti) e dall'adolescenza alla giovinezza (da 18 a 25 anni, circa). Questo è il caso di Cappuccetto Rosso, la ragazzina (bambina, adolescente) curiosa (che vuole conoscere tutto, parlare con tutti, affrontare le persone che fare tutte non conosce perche la appaiono interessanti), monella (che disubbidisce alla mamma, per fare quello che vuole lei), temeraria (non solo coraggiosa, anche incosciente), e incosciente.. .(che si sente molto sicura di se, ma che in realtà non sa quello che sta facendo perché non conosce i pericoli del mondo, e pur Cappuccetto Rosso è la bambina che vuole fare tutte le cose, di testa sua (come vuole lei), e non ascolta i consigli della mamma, che le vuole bene. 22 non conoscendoli non è neppure un po’ saggia e umile da fare quello che le consigliano di fare le persone che le vogliono bene). Così Cappuccetto Rosso si mette in pericolo Cappuccetto Rosso è la bambina che attira l'attenzione perché è bella, vestita di rosso, è la bambina che, senza volerlo, affascina (suscita interesse), seduce (attrae l'attenzione su di sé), e così facendo, corre (va incontro a) un grosso pericolo. Infatti, il lupo cattivo, che nella fiaba rappresenta il seduttore (colui che seduce, attira a sé con le lusinghe, i complimenti), è in agguato (pronto a saltare addosso, ad aggredire). Il lupo cattivo divora (mangia) senza pietà Cappuccetto Rosso. Per fortuna, nella fiaba, arriva il coraggioso cacciatore a salvare Cappuccetto Rosso. Il cacciatore è il simbolo del padre (della figura paterna) che è forte, responsabile e liberatore. Nelle fiabe c'è sempre il lieto fine, ma la fiaba insegna ai giovani a non fidarsi degli sconosciuti (le persone che si pensa di conoscere e che invece non si conoscono bene). Cappuccetto Rosso è una bambina, ma la fiaba insegna qualcosa anche ai maschi: a non fidarsi degli sconosciuti (quegli adulti che vendono la droga ai ragazzi, quelli che insegnano ai ragazzi a rubare, quelli che fanno regali e complimenti per conquistarsi la fiducia dei giovani), a seguire i consigli dei genitori e degli adulti che ti vogliono bene. 23 Le antiche radici della fiaba L'origine (l'inizio) delle fiabe è molto antica (vecchia, arcaica). Da sempre le persone che raccontavano le fiabe ai bambini sono persone benevole (persone che, come i genitori, i nonni, le balie, vogliono bene ai bambini) che appartenevano (erano parte) alla cultura contadina. La cultura contadina è scomparsa (non esiste più). La fiaba è antica (molto vecchia) La fiaba è spesso un aspetto del mondo contadino (della campagna) Le fiabe sono nate nelle società primitive (antiche) e contengono la memoria (delle tracce, dei segni che fanno capire quello che erano in origine) degli antichi riti (celebrazioni collettive, momenti importanti per tutta la comunità) tribali (della tribù, antico o primitivo gruppo di persone) di iniziazione (preparazione alla vita, introduzione alla vita). I riti di Le fiabe contengono insegnamenti per fare crescere i giovani iniziazione sono prove, spesso molto difficili, alle quali venivano e sono sottoposti (impegnati) i giovani. I giovani dovevano (dovere = essere obbligati) dimostrare (fare vedere) coraggio, forza, doti (virtù, capacità) importanti per fare parte della tribù. Per questa ragione (per questo motivo), molte fiabe si concludono con le nozze, cerimonia (celebrazione, La fiaba ha ancora dentro l'anima dell'uomo primitivo che crede che la natura sia (é) una magia rito) con la quale i giovani entravano ed entrano nel mondo degli adulti (i giovani diventano grandi). Dal mondo dei popoli primitivi e dei popoli antichi viene anche il mistero (una cosa che mi affascina, ma che non capisco fino infondo) delle forze (potenze) della natura che compare nella fiaba sotto la forma della magia. 24 La fiaba come "genere letterario": la storia della fiaba La fiaba e diventata (ha cominciato ad essere) un opera letteraria nell’antica India, nel II-III secolo d.C. In Europa, le prime testimonianze (espressioni che sono il segno, il documento, la testimonianza di qualche cosa) scritte sono del XVI secolo, quando, l'italiano Giovanni Francesco Straparola compone (scrive) il primo La fiaba è antica ed e un opera bellissima della letteratura Breve storia della fiaba libro dell'opera "Le piacevoli notti", una raccolta di novelle (racconti), nella quale (nella raccolta) vi sono racconti realistici (veri) vi sono anche racconti fiabeschi (di fiabe) di origine (inizio) popolare (del popolo). Sono popolari anche i racconti contenuti (dentro) all'opera "lo Cunto de li cunti" di Giovan Battista Basile. In questa opera, dieci vecchie raccontano cinquanta fiabe, in cinque giorni. In Francia, la fiaba diventa (è) un'opera letteraria importante alla fine del XVII secolo, soprattutto grazie (per mezzo di) al capolavoro (opera bellissima) di Charles Perrault: "Storie e racconti del tempo passato. I racconti di mia madre l'Oca" (1697). All'inizio del secolo XVIII, è tradotta in francese la raccolta araba de "Le mille e una notte", che contiene racconti orientali antichi (XI-XVI secolo). Il periodo d'oro (più bello) della fiaba è il Romanticismo, nell'Ottocento: in questo periodo (tempo), la fiaba è amata e studiata come espressione (voce) della creatività (fantasia - immaginazione) popolare. I fratelli Grimm raccolgono(mettono insieme), andando nei villaggi, nei piccoli paesi sulle montagne, tra i boscaioli e le vecchie contadine e facendosi narrare per ascoltare dalla viva voce di coloro che le raccontavano, le fiabe e le studiano (le fiabe). La loro raccolta si intitolò (si chiama): "Fiabe per bambini e famiglie". Anche altri scrittori scrivono fiabe. Questi scrittori sono: Hoffmann, Tieck, Novalis, Andersen, Carroll, etc. Nel Novecento, Vladimir Propp studia la fiaba e scrive un libro di studi sulla fiaba che si chiama "La morfologia della fiaba". Oggi, la fiaba è amata da molti; vi sono i cartoni animati (molto amati sono i cartoni animati di Walt Disney) tratti dalle fiabe e vi sono moderni scrittori di fiabe. 25 Una antica fiaba celtica: Le mele d'oro Parte prima: il felice regno di Conn e di Eda Un tempo, in Irlanda vi era un regno ricco e felice (prospero, florido). La terra era (è nel passato) fertile (produce frutta e verdura), produceva (produrre = dare) molto grano (per fare il pane) e nutriva (dava da mangiare a) molte mandrie (insieme di animali, insieme di mucche e buoi), e molte greggi (insieme C'era una volta un regno felice governato da un re forte e buono e da una regina buona e bella di pecore, insieme di capre). Il mare, i fiumi, i laghi erano limpidi (trasparenti, chiari) e pescosi (c'erano dentro molti pesci). Il sovrano (re) di queste terre si chiamava Conn ed era un valoroso (coraggioso, audace) guerriero (eroe in battaglia, in guerra). Conn era il più forte e nessuno poteva (era capace di) competere (combattere) con lui; per questo motivo tutti avevano paura di lui e nessuno osava (aveva il coraggio) di attaccarlo, di invadere il suo territorio. Per questa ragione (motivo), le terre sotto di lui prosperavano (erano ricche) e gli abitanti vivevano in pace (non in guerra, in tranquillità). Conn era un uomo saggio (che pensa e agisce con prudenza ed intelligenza) Conn aveva sposato (preso moglie e/o preso marito) una principessa inglese che si chiamava Eda. Eda era bella nel viso (volto, faccia) e buona di cuore (d'animo, nell'anima). Seconda parte: nascita di Conn-eda e morte di Eda Quando la regina ebbe (ha, avere al passato) un figlio, i Druidi (antichi sacerdoti dei Celti; i Celti erano le popolazioni che anticamente abitavano Nasce il figlio del re, muore la regina gran parte dell'Europa) predissero (profetizzarono = dire ciò che accadrà prima che questo accada, anticipare, pronosticare) che Conn-eda avrebbe avuto (ha, avere) le doti (qualità, virtù) dei genitori (mamma e papa). Per questa ragione (motivo) il bambino fu chiamato Conn-eda e crebbe buono, bello, generoso (che spontaneamente da agli altri, condivide la sua vita con gli altri) e coraggioso (valoroso, audace, temerario). Purtroppo, presto rimase (fu) orfano (senza madre e/o senza padre). La regina ebbe (ha, avere al passato) una malattia (stare e/o sentirsi male, soffrire) ed in pochi giorni (poco tempo) morì (morire al passato). Terza parte: Conn si ri-sposa (sposa per la seconda o più volte). La 26 nuova regina odia (non ama; è ostile, nemica) Conn-eda II lutto (cordoglio, sentimento di tristezza, riti dopo la morte di una persona, stringersi dei parenti, del paese, intorno ai famigliari) durò un anno ed un giorno. I consiglieri del re (gli uomini che danno consigli al re) lo spinsero Il re si risposa La nuova regina vuole eliminare (far morire) il principe (convinsero, persuasero) a risposarsi e li proposero come sposa la figlia del Grande Druida. La nuova regina all'inizio si comportò (agì) come Eda, ma quando ebbe dei figli suoi (propri) cominciò a soffrire di gelosia verso il principe Conn-eda. Conn-eda era il primo figlio (primogenito), era amato dal re e dal popolo e stimato (considerato bravo e buono) dai nobili. Conn-eda era destinato (aveva diritto a) ad essere il futuro re (il successore). La regina per favorire (dare un vantaggio a) il proprio figlio nella successione al trono, cominciò a dire malignità (cose cattive) e menzogne (bugie) sul conto del principe Conn-eda, sperando di convincere il re ad esiliarlo (allontanarlo dal regno, mandarlo via). Conneda sopportava con pazienza e restituiva (dava in cambio) bene per male. Per questo, l'affetto e la considerazione (stima) di tutti verso di lui aumentò (crescere). Questo fece crescere l'odio (ostilità) ed il furore (rabbia) della regina. La regina decise perciò di usare le arti magiche e di chiedere aiuto alla guardiana (custode) del pollaio, che era una famosa maga. Parte quarta: la regina trama (pensa a dei trucchi, degli inganni) contro Conn-eda per farlo morire All'alba, la regina andò dalla maga e le disse tutto. La maga le rispose: non La regina cattiva fa magie contro il principe posso aiutarti fino a quando non riempirai (mettere qualcosa dentro un contenitore, fino a quando è pieno), di lana, l'arco (semi - cerchio che farò con il mio braccio) del mio braccio, e di grano, il buco che farò con il mio fuso (arnese, strumento, per filare). La regina accettò. Allora la guardiana del pollaio si mise sulla porta della sua capanna con la mano appoggiata sul fianco (sull'anca, sul lato del corpo), ed ordinò ai servi della regina di gettare attraverso il suo braccio tanta lana tanto da riempire tutta la capanna fino al soffitto (tetto). Poi salì sul tetto di suo fratello, fece un buco nel punto più alto del tetto con la conocchia e da quel buco fece versare grano, fino a quando non ci fu più posto neanche per un altro chicco di grano. Soltanto allora, disse alla regina: "Prendi questa scacchiera (tavolino per il gioco degli scacchi) e chiedi al principe di giocare con te, tu vincerai ed 27 allora potrai dirgli di fare una penitenza (fare qualcosa per compensare il fatto di avere perso al gioco; chi vince può imporre una penitenza).Tu dovrai chiedergli, entro il termine (prima di) un anno ed un giorno, di portarti le tre mele d'oro che crescono su un albero di cristallo (vetro fine) nel giardino del re dei Firbolg nel lago di Erne, ed inoltre il cavallo ed il cane magico dello stesso re. Sono cose così preziose (di valore, importanti) e bene custodite (protette, difese), che nessuno (non uno) è riuscito (è stato capace di) ad arrivarci. Tutti coloro che ci hanno provato (tentato), sono morti." Parte quinta: la regina sfida (invita a giocare, affronta in duello, provocando Conn-eda) e lo vince La regina invitò Conn-eda a giocare con lei a scacchi e vinse la prima partita. Allora, resa spavalda (orgogliosa, arrogante, sicura di sé) da questa prima vittoria (quando si vince), dimenticò le parole della maga. All'inizio, la regina vince sul principe Invitò Conn-eda a giocare una seconda partita per ottenere un potere (autorità) maggiore (più grande) sul principe. Poi il principe vince Sesta parte: Conn-eda vince la seconda partita Fecero un'altra partita e la regina perse (fu sconfitta). Allora Conn-eda le disse: "Poiché hai vinto la prima partita hai il diritto di imporre la penitenza" Parte settima: richieste (pretese, domande) della regina La regina ordinò: "Entro un anno e un giorno dovrai portarmi dal regno del La regina cattiva costringe il principe a superare delle prove (fatiche) lago di Erne le tre mele d'oro della salute (stare bene), il cane magico Samer e il cavallo nero del re dei Firbolg. Se non riuscirai dovrai andare in esilio (andare via, fuori dal regno). Ottava parte: richieste di Conn-eda II principe costringe la regina ad aspettarlo Disse il principe alla regina: "Tu starai sul pinnacolo (guglia, cima) di quella torre (torre del castello) fino al mio ritorno, mangiando solo il grano che riuscirai a raccogliere con il tuo spillone (grosso spillo che si mette nei capelli per tenerli a posto). Dopo un anno ed un giorno, se io non sarò tornato, sarai libera. II principe chiede aiuto ad un saggio 28 Nona parte: partenza di Conn-eda Conn-eda era molto preoccupato (era in pensiero) e decise di partire subito. Decise come prima cosa di parlare con un druido (sacerdote dei Celti), famoso per la sua sapienza, chiamato (di nome) Fionn Badhna. Il druido accolse il principe con tutti gli onori (con le attenzioni dovute ad un principe) e ascoltò le sue richieste. Il giorno successivo (seguente), dopo aver consultato i suoi oracoli (dopo avere interrogato gli dei), il druido diede al principe questa risposta: "Il compito che ti è stato dato è quasi II principe chiede aiuto ad un uccello magico che conosce tutto impossibile, è stato pensato per distruggerti dalla maga del lago di Corrib, la più grande maga che c'è in Irlanda, ora. Io non sono capace di dirti di più, posso solo consigliarti di andare dall'uccello che ha la testa umana, che Il principe è aiutato da un piccolo cavallo conosce (sa) presente (ora), passato (ieri) e futuro (domani). Posso, però, aiutarti a raggiungere (arrivare a) l'uccello entro tre giorni, la data (il giorno) in cui uscirà (verrà fuori) dal suo nascondiglio, dandoti questo pony (piccolo cavallo), che conosce la strada per raggiungerlo (arrivare a lui). Per convincere (persuadere) l'uccello a rispondere alla tue domande, dovrai dargli (donargli) questa pietra preziosa". Parte decima: Conn-eda incontra l'uccello dal volto umano Il principe montò (salì) sul pony e il terzo giorno raggiunse l'uccello dal II principe deve procurarsi, con fatica, qualcosa da dare, in cambio dell'aiuto, all'uccello volto (viso) umano, gli donò (diede in dono, in regalo) la pietra preziosa e gli pose (fece) le sue domande. Questa fu la risposta: "Sposta la pietra che hai sotto il piede destro e prendi la fionda (antica arma usata per lanciare sassi) e la biglia (piccola palla) di ferro che troverai lì sotto. Scaglia II principe deve superare delle altre prove (lancia, getta) la biglia ed essa ti indicherà la strada. Per tutto il resto, segui le istruzioni (indicazioni) del tuo pony". Il principe fece come gli aveva detto l'uccello. La biglia continuò a rotolare fino a quando arrivò alle rive del lago Erne. Allora cadde nell'acqua e scomparve (non si vedeva più). Il pony disse a Conn-eda: "Scendi dalla mia groppa (schiena) e tira fuori dal mio orecchio una bottiglietta (piccola bottiglia) di unguento (olio usato come medicamento - medicina - o profumo) e un piccolo cesto (canestro di vimini), poi risali in fretta sulla mia groppa (schiena del cavallo) perché da adesso cominciano i pericoli (le II principe deve 29 cose si fanno pericolose). Conn-eda ubbidì ed il cavallino si immerse nel lago (bacino d'acqua), dove ritrovarono la biglia, seguendo la quale superare tante altre prove arrivarono ad una strada dove c'erano tre spaventosi serpenti (animale che striscia, biscia) Parte undicesima: prime prove II cavallino gli disse: "Svelto, prendi dal cesto tre bocconi (piccoli pezzi) di carne e lanciali nella bocca di ciascun serpente. Stai attento a non sbagliare la mira (direzione) perché solo così riusciremo a passare il lago. Conn-eda lanciò i bocconi di carne ed il pony con un solo salto superò serpenti e lago Altre prove atterrando sulla riva. Il pony gli disse inoltre: "Sei un giovane coraggioso che merita di riuscire". Proseguirono, seguendo la biglia, e giunsero in vista di una montagna (altura, rilievo montano) fiammeggiante (di fuoco, luminosa). Il pony gli disse: "Stai fermo sulla sella (si mette sulla schiena del cavallo per sedercisi su)" e facendo un salto prodigioso (meraviglioso, mirabolante) superò le fiamme (le fiamme del fuoco) ed atterrò nella pianura (piano, terra piatta). Il pony gli disse di versare (mettere sopra) sulle bruciature alcune gocce dell'unguento. Conn-eda fece quello che gli aveva detto il pony e le sue ferite (punti che gli fanno male) si richiusero (guarirono) immediatamente (subito). Cavalcarono a lungo seguendo la II principe deve fare la cosa più difficile: uccidere il piccolo cavallo per liberarlo dalla magia cattiva biglia finché videro una città circondata da forti mura (alti muri) nelle quali si apriva una porta sola. Non c'erano uomini di guardia (a custodire) ma due torri fiammeggianti. Il pony disse: "Scendi e prendi dal mio orecchio un coltello (lama del coltello). Scuoiami (toglimi la pelle) e mettiti la mia pelle sulle spalle ed entra in città. Nessuno ti farà del male se porterai sempre la mia pelle adesso. Ti chiedo per amicizia di tornare da me e scacciare gli uccelli dalla mia carcassa (cadavere degli animali), poi versami addosso fino all'ultima goccia di unguento rimasta nella bottiglietta e seppelliscimi (mettimi sotto terra) ". Conn-eda scoppiò in lacrime e si rifiutò di uccidere il pony. Preferiva morire piuttosto che far del male all'amico. Il pony gli disse che entrambi avrebbero avuto un destino (futuro) di morte: "Se non farai come ti ho detto, morirai e condannerai me ad una sorte peggiore della morte". A queste parole Conneda ubbidì. Mise il coltello vicino al collo del cavallino ed il coltello da solo si infisse (entrò) nel collo del cavallino. Il principe piangendo 30 (piangere, versare lacrime) fece quello che gli era stato detto, scuoiò il pony, si mise la sua pelle addosso ed entrò in città. Era una città ricca, con molta gente e piena di cose interessanti (che suscitano stupore). Conn-eda non si interessò a nulla, pensava solo al suo povero amico. Così lasciò la città e tornò di corsa dove aveva lasciato la carcassa (corpo morto di animale) del pony. Scacciò gli uccelli e versò addosso al cavallino l'unguento. Sotto gli occhi meravigliati (stupiti) di Conn-eda il cavallino cambiò forma e riprese a vivere, si trasformò in un bel giovane, che lo II principe, dopo avere superato tutte le prove toma a casa. abbracciò e, tra lacrime e riso (ridere, sorridere), gli raccontò la sua storia. Egli era il fratello del re del lago di Erne; era stato trasformato in pony dal La regina è vinta e si uccide druida Fionn Badhna: "Solo grazie al tuo affetto (amore) sono potuto tornare ad essere quello che sono. È stata mia sorella a consigliare alla regina di mandarti a compiere questa impresa per aiutarmi. Ora vieni con me, andiamo a chiedere al re mio fratello le tre mele d'oro, il cavallo ed il II principe (l'eroe) vince e diventa re cane". Entrarono in città festeggiati da tutti. Conn-eda si fermò a lungo nel regno del re dei Firbolg. Dopo un anno, il re regalò al principe le tre mele d'oro, il cavallo nero e il cane di Samer e lo invitò a ritornare ogni anno. Conn-eda tornò nel suo regno. Quando la regina lo vide dall'alto della torre, capì che era riuscito nell'impresa (compito- missione) e per la disperazione si buttò giù dalla torre. Conn-eda fu festeggiato in tutto il regno. Il re suo padre fece disperdere i resti (ossa) della regina cattiva. Le mele d'oro furono piantate nel giardino del re e nacque un altro albero della salute (salute, stare bene, felicità). Grazie a quest'albero il regno fu ancora più fertile e ricco. Alla morte del re, Conn-eda prese il suo posto e da allora le terre del suo regno presero il nome da lui: Connaucht. La fiaba del mondo romantico ed incantato dei fratelli Grimm I fratelli Grimm raccolsero (misero insieme - unirono) le fiabe popolari (del popolo) tedesco, con il fine (lo scopo) di valorizzare (ri-conoscere il valore) e far conoscere la naturale inclinazione (ispirazione - capacità - talento), fantasia (immaginazione), creatività dell'animo tedesco. Le fiabe dei fratelli Grimm non furono scritte per i bambini, ma per gli adulti (i grandi). 31 Tuttavia, queste fiabe rendono felici i bambini (piacciono molto ai bambini). Umili (povere) realtà (cose vere) e incantevoli (che suscitano) fantasie si fondono insieme (sono insieme). Le fiabe dei fratelli Grimm sono bellissime. I sei cigni Un re, rimasto (era) vedovo (la moglie era morta), un giorno andando a caccia (ad uccidere gli animali) si perde (non trova la strada) in un bosco (insieme di alberi): qui incontra una vecchina (donna vecchia) che in realtà è una strega (maga cattiva). La vecchina gli dice che potrà (futuro di potere) indicargli la via di uscita dal bosco solo ad una condizione (in Il buon re cade nella trappola di una maga cattiva(strega) cambio di qualche cosa): che lo stesso re porti con sé sua figlia e la sposi, facendola regina. Così il re è costretto a sposare la donna, senza esserne convinto (senza volerlo davvero, senza esserne innamorato): pensa quindi di proteggere II re deve sposare la figlia della maga (difendere) i sette figli avuti dalla prima moglie, sei maschietti, una bambina, e li porta in un castello (casa con le mura e le torri) isolato (lontano, difficile da raggiungere). Questo castello è tanto isolato, che per trovarlo il re ha bisogno di un gomitolo (filo arrotolato) di filo magico: ma la regina, sospettosa (che non si fida, che sospetta), corrompe (compra con II re nasconde i figli della prima regina nel castello nel bosco il denaro) alcuni servi (servitori, aiutanti), viene a sapere tutto e ottiene (prende) il gomitolo magico. La regina, che è una strega come sua madre, prepara delle piccole camicie incantate (stregate) e va al castello dei bambini: mentre i sei maschietti accorrono (si fanno incontro), getta loro addosso le camicine (piccole camicie) e li trasforma in cigni; l'unica a salvarsi è la bimba perché rimane I maschietti sono trasformati in cigni dalla magia cattiva della nuova regina(la figlia della maga) nel castello. Il giorno dopo, anche il re va al castello e vi trova solo la figliola (piccola figlia). La bimba gli spiega l'accaduto (il fatto che è avvenuto), e dice che i fratelli - cigni sono volati via nel bosco; dice anche al padre di non voler Solo la bambina si salva: la bambina è l'eroina di questa fiaba tornare alla reggia (casa del re) perché ha paura della regina. Il giorno dopo, la bimba parte alla ricerca dei fratellini; dopo molto cammino entra in una capanna (casa di paglia) per passare lì la notte, ed ecco, al calare (quando viene la sera) della sera, arrivano sei cigni che si La bambina deve superare delle prove difficili per salvare i suoi fratelli ritrasformano (si trasformano di nuovo) nei suoi fratelli. I fratelli spiegano 32 la regola dell'incantesimo (magia): saranno per sempre cigni (tranne un quarto d'ora al giorno, quindici minuti al giorno), a meno che lei, loro sorella, passi sei anni senza parlare né ridere; dovrà anche cucire per loro sei carnicine, usando come filo un particolare tipo di erba. La bambina La bambina deve in silenzio cucire delle camicie per i suoi fratelli decide allora di osservare (seguire) queste dure condizioni (regole) per liberare i fratelli, e si rifugia (si nasconde, trova riparo) su un albero, dove inizia (comincia) a cucire le camicette di erba. Dopo molto tempo, il re di questo territorio (terra), mentre va a caccia con i suoi uomini, scopre (vede) la ragazza sull’albero: lei non può dire nulla (niente), ma la sua bellezza e la sua grazia (bellezza dei modi, gentilezza, dolcezza) fanno innamorare il re, che la sposa. La madre di questo re è però molto invidiosa La bambinaia (fanciulla) sposa un re La madre del re la odia e la invidia La madre del re ruba il figlio dell'eroina e la accusa di avere ucciso il bambino (che invidia): così, quando la giovane regina ha un primo figlio ucciso il bambino maschio, la suocera (madre del marito) glielo fa portare via (glielo prende) e la accusa (la incolpa, le da la colpa) di essere un'orchessa (orco femmina) e di avere lei stessa mangiato il figlio: ma il re non ci crede. La stessa cosa si ripete (succede di nuovo) quando la regina ha un secondo e un terzo figlio. La regina, che non può parlare [per poter liberare i fratelli], alla fine è accusata anche dal re. I giudici la condannano alla morte sul rogo (grande fuoco di legna). Ma il giorno stabilito (deciso) per la morte della regina e, fortunatamente Per tre volte la madre del re fa questo fino a quando anche il re ci crede e la condanna a morte. Ma alla fine la resistenza eroica della fanciulla è premiata La fanciulla salva i suoi fratelli e salva se stessa (per fortuna), proprio l'ultimo giorno dei sei anni per liberare i suoi fratelli dall'incantesimo. La regina, fiduciosa (che ha fiducia, che spera), porta dunque con sé, sul rogo, le sei camicette che aveva cucito. Ed ecco che, prima di accendere il rogo (fuoco), giungono (arrivano) a volo intorno alla regina i sei cigni. Lei getta (butta) loro addosso le camicette ed essi tornano per sempre in forme umane (ad essere uomini); ad eccezione però di uno che mantiene un'ala di cigno: infatti la manica di una camicetta non era finita. Allora la regina, finalmente libera di parlare, spiega l'inganno (imbroglio) al re. Il re ordina di bruciare sul rogo la propria (sua) cattiva madre, e tutti possono vivere felici e contenti. La tradizione (le fiabe tramandate di padre in figlio) favolistica (della fiaba e della favola) italiana Italo Calvino Lo scrittore italiano Italo Calvino ha raccolto le fiabe italiane, cioè quelle 33 fiabe che il popolo italiano ancora ricorda e racconta nelle diverse regioni dell'Italia, nelle diverse forme e nei diversi dialetti (lingue delle diverse regioni, altre forme della lingua italiana). Alcune fiabe italiane sono simili (quasi uguali) alle fiabe degli altri popoli europei (francesi, tedeschi, spagnoli, inglesi, russi, albanesi, rumeni, bulgari, e altri) e furono influenzati (sono simili) anche un po' dalla raccolta di fiabe arabe "Le Mille e una notte". Raccogliere tutte le più belle fiabe italiane è stato un lavoro difficile (faticoso) perché è stato necessario scegliere (prendere solo alcune) le fiabe più belle, nella forma più originale (più particolare - non comune), tradurle dai dialetti, introdurre (aggiungere) qualche passaggio (elemento) con la fantasia, ed esprimere (dire) tutto in una lingua italiana molto bella, espressiva, originale. "Le fiabe italiane" raccolte da Italo Calvino sono alcune delle fiabe più belle, ri-scritte (scritte per la seconda volta) da un grande scrittore, rese (sono state ricreate) ancora più belle per suscitare (far nascere) nel lettore (la persona che legge il libro): la fantasia, l’intelligenza, il desiderio della felicita. La ragazza mela C 'era una volta un re ed una regina che non erano (sono, nel passatoi) felici perché non avevano (hanno, nel passato) figli. La regina guardava (guarda, vede, nel passato) l'albero delle mele e diceva: “Anche io vorrei (desidero, voglio) un figlio come l’albero delle mele fa le mele". Fu (e, nel passato) cosi che la regina invece di un figlio ebbe (ha, nel passato) una mela (le nacque una mela). Era una mela bellissima e C'era una volta un re e una regina che desideravano avere un figlio La regina guardando l’albero delle mele desiderò di avere anche lei un figlio: le nacque cosi una mela! colorata. Il re la mise (mette, nel passato) in un vassoio (grande piatto) di oro. Di fronte (davanti) al palazzo (grande e bella casa) del re c'era un altro palazzo di un altro re. Un giorno questo altro re vide sul terrazzo (balcone) del palazzo del re una bellissima ragazza bianca e rossa come una mela, che si lavava [il viso] e pettinava [i capelli] al sole. Quando la ragazza vide l’altro re, scappo, (scappare, fuggire, andare via - scappa, al passato) e La bambina a volte veniva fuori dalla mela e poi ritornava nella mela La bambina era così bella che un re volle sposarla 34 tornò (torna, al passato) nella mela. Il re si era innamorato di lei (essere innamorato = amare). Questo re andò (vado, al passato) dalla regina e le chiese la mela. La regina rispose (risponde, al passato) che la mela era (e, al passato) sua figlia. Il re insistette (chiedere più e più volte, ripetutamente) e così la regina gli diede la mela. La principessa viveva felice con il re, ma la matrigna (madre non naturale) del re, invidiosa, la odiava Il re portò (porto, al passato) nel suo palazzo, nella sua camera. Le preparò tutto per lavarsi e pettinarsi. Ogni mattina la ragazza si pettinava e si lavava e poi tornava nella mela. La ragazza non mangiava, non parlava. Solo si lavava e pettinava e poi tornava nella mela. Il re abitava con una matrigna (madre non naturale e anche madre cattiva). La matrigna voleva (vuole, al passato) sapere perché il figlio stava tutto il giorno servitore la Quando il re dovette (deve al passato) partire per la guerra, affida al servitore la ragazza-mela. ragazza- mela in camera. Venne (viene, al passato) la guerra ed il re dovette (deve, al passato) partire. Prima di partire affidò (dare) al suo servitore più fedele il compito (incarico, dovere) di proteggere (avere cura di, difendere) la mela. Gli diede la chiave della stanza e gli disse di preparare tutti i giorni l’acqua ed La matrigna riesce ad entrare nella stanza della ragazza mela e ferisce la ragazza mela il pettine per la ragazza della mela. Il servitore promise (promette, al passato) di fare quello che il re gli aveva detto. Il re partì. La regina sua matrigna cercò subito di entrare nella camera del re. Mise (mette, al passato) dell'oppio (sonnifero) nel vino del servitore e gli rubò la chiave. Entrò nella stanza e guardò dappertutto (in ogni luogo). Non vide nulla. Vide solo la mela nel vassoio. La matrigna pensò: "È la mela la sua fissazione (pensiero costante) ". Prese un pugnale Una fata aiuta il servitore a salvare la ragazza-mela (coltello) e la trafisse (trafiggere, colpire - trafiggo, al passato) la mela più volte. Da ogni ferita usciva il sangue. La regina si spaventò e fuggì. La regina rimise poi la chiave nella tasca del servitore addormentato. Il servitore il mattino seguente si svegliò e andò nella camera del re. Qui vide sangue dappertutto, si spavento e andò da sua zia. Sua zia era una fata. La zia gli diede una polverina magica per le mele incantate e un'altra polverina per le ragazze stregate. Il servitore torno dalla mela, mise la La ragazza uscì per sempre dalla mela e per la prima volta parlò, raccontò al re e si sposarono. polverina sulle ferite, la mela si spaccò ed uscì la ragazza tutta piena di bende e cerotti. Tornò il re e la ragazza parlò, per la prima volta parlò e disse: "La tua matrigna ha cercato di uccidermi, il tuo servitore mi ha curato. Ho diciotto anni e sono uscita doli 'incantesimo (magia). Se vuoi, sarò tua sposa. " Ed il re rispose: "Perbacco! Si che lo voglio! ". Così la 35 ragazza della mela ed il re si sposarono e vissero felici e contenti. La tradizione favolistica araba delle "Mille ed una notte" I naviganti e l'uccello Rukh La raccolta (raccogliere = unire, mettere insieme) araba "Le mille e una notte" contiene (ha) centinaia (molte volte 100) di racconti, alcuni reali, altri di fantasia. Questi racconti vengono dall'India, dalla Persia, dall'Iraq, dall'Egitto. Questi racconti ruotano (sono) intorno a una storia più importante. La storia più importante è quella del re di Persia Shahriyar; egli, dopo aver condannato a morte la moglie infedele, trascorre (passa) ogni notte con una donna diversa, che poi uccide per vendicarsi contro il genere femminile. Il re trascorre una notte anche con la bella Shahrazad, figlia di un visir (ministro, nel'Impero dei Turchi). Shahrazad racconta al re ogni notte una fiaba, che interrompe ogni volta nel momento più interessante: in questo modo, il re desidera sempre conoscere il finale la notte successiva. Dopo mille e una (1001) notti, il sovrano si arrende e salva Shahrazad, che diventa sua moglie Un uomo del Maghreb, un grande viaggiatore, nordoccidentale) aveva viaggiato per il mondo, andando per deserti e mari. porta da un'isola una piuma enorme Per caso giunge in un 'isola, dove vive a lungo. Poi torna al suo paese e dell'uccello Rukh porta una penna di pulcino dell'uccello Rukh, non ancora uscito dall'uovo. Un maghrebino (nativo del Maghreb, ossia dei paesi arabi dell'Africa Questa penna è molto grande e può contenere tanta acqua come nove vasi. Quando la gente vede quella penna, si meraviglia (stupisce). L'uomo si chiamava Abdallàh al-Màghribi: era chiamato "il cinese "perché era stato in Cina, e raccontava sempre storie meravigliose. Una di queste storie era questa: stava viaggiando con dei compagni per i mari della Cina, quando vide un'isola lontana. Sbarcarono sull'isola e videro che era molto grande; andarono in cerca di acqua e legna, portando con sé gli strumenti necessari. A un certo punto, videro una specie di cupola bianca, molto grande e luccicante (luminosa). Si avvicinarono (andarono vicino) e videro (passato di vedere) che era un uovo di rukh. Ruppero (passato di rompere) l'uovo e videro (passato di Con i suoi compagni avevano ucciso un pulcino per prendergli 36 la carne e la piuma. L'uccello Rukh, il dall'ala. Dovettero (passato di dovere) però tirare tutti insieme. Poi presero genitore del pulcino li inseguì. la sua carne e partirono a vele spiegate (in fretta). Allora il Ruck li seguì vedere) un pulcino molto grande. Gli stapparono (tirare via) una penna (passato di seguire), li raggiunse (passato di raggiungere) e scagliò (passato di scagliare - lanciare) contro la nave una roccia enorme (grandissima). Ma la roccia cadde (passato di cadere) in mare e fu solo un grande spavento (paura improvvisa) per tutti. La carne del pulcino fu cotta Mangiando la carne del pulcino, tutti i e mangiata. Alcuni vecchi canuti (con i capelli e la barba bianchi) ne (di viaggiatori diventarono quella, della carne) mangiarono. Il giorno dopo le loro barbe erano tornate più giovani. nere e rimasero per sempre cosi. Questo perché avevano mangiato la carne del Rukh. Così almeno si dice ed è questo uno dei più mirabili (incredibile) prodigi (cosa straordinaria). 37 VERIFICA Vediamo se hai capito: Completa queste frasi: 1. La fiaba è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .................................................................. .................................................................. ............................................................... 2. Tramandare oralmente vuoi dire. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ................................................................. 3. Lo studioso russo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .ha letto centinaia di fiabe ed ha scoperto che nelle favole ci sono sempre gli stessi elementi. Questo studioso ha chiamato questi elementi funzioni. Ricordi il nome ed il significato di alcune funzioni? 4 . Il tempo della fiaba è - un tempo reale □ - un tempo di fantasia □ 5. I luoghi della fiaba sono - luoghi reali □ - luoghi di fantasia □ 6. I personaggi: - la persona che aiuta il personaggio principale si chiama . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. - la persona che ostacola il personaggio principale si chiama . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 7. racconta con le tue parole la fiaba dei fratelli Grimm, I sei cigni: ................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .......................................................... .................................................................. .................................................................. .................................................................. . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. ....................................................... 8. racconta con le tue parole la fiaba La ragazza mela: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. .................................................................. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . 39 LA FAVOLA Cos'è la favola? La favola è un racconto scritto con parole semplici. Molto spesso la favola è breve (corta). Spesso i protagonisti delle favole sono animali o oggetti. Questi ammali e questi oggetti però parlano e si comportano come gli uomini. Le favole sono state scritte per i bambini e insegnano come ci si deve comportare: alcune favole ci insegnano a non fidarci di tutti, altre prendono in giro i difetti degli uomini, altre parlano delle ingiustizie dei potenti contro i più poveri. Alla fine delle favole c'è una frase, questa frase riassume l'insegnamento della favola, questa frase è la MORALE della favola. Guarda le tabelle qui sotto: ci sono alcune caratteristiche delle favole. Alcune caratteristiche delle favole sono uguali alle caratteristiche delle fiabe e dei miti, che hai già studiato, altre caratteristiche sono diverse. Le favole assomigliano alle fiabe e ai miti: 1 - Come la fiaba e il mito, anche la favola è un racconto fantastico. 2 - Come la fiaba, anche la favola è stata scritta per i bambini (il mito, invece era scritto per gli adulti) 3 - Come nelle fiabe e nei miti, le storie raccontate nelle favole si svolgono in un periodo impreciso, in un luogo indeterminato (non si sa mai precisamente dove e quando si svolgono). 4 - Come le fiabe e i miti, le favole sono nate molto tempo fa. Prima erano raccontate a voce, poi sono state scritte. Le favole sono diverse dalle fiabe e dai miti: 1 - Le favole sono state scritte per dare un insegnamento morale, cioè per insegnare cosa è buono e cosa è cattivo. Questo significato (la MORALE della favola) è spesso spiegato nell'ultima frase delle favola 2 - Nelle favole spesso i personaggi più importanti sono animali. Altre volte i protagonisti delle favole sono oggetti che parlano. Altre volte il protagonista è un uomo. Nella favola ogni personaggio rappresenta un modo di essere buono o un modo di essere cattivo (ogni personaggio rappresenta un vizio o una virtù: per esempio, un personaggio può essere stupido, un altro intelligente, un altro cattivo, un altro buono, uno furbo, uno prepotente, uno invidioso, uno pauroso...). 3 - Le favole sono spesso brevi: la storia raccontata è molto semplice, a volte è solo un dialogo (una conversazione) tra due personaggi. Non ci sono lunghe descrizioni dei personaggi o dei luoghi. 40 Quando sono nate le favole? Le favole sono nate tanto tempo fa. All'inizio le favole sono raccontate a voce, poi, vengono scritte (come i miti e le fiabe). Il più antico scrittore di favole è Esopo, un uomo vissuto in Grecia nel VI secolo prima di Cristo (VI a.C.). (leggi nella fotocopia a pag. 39,la favola La cicala e le formiche, poi leggi sul libro la favola Il topo di campagna e il topo di città) Nel I secolo dopo Cristo, Fedro scrive delle favole in latino (il latino è la lingua parlata nella antica Roma). Fedro vive a Roma, (leggi sul libro la favola La fuga del cervo) Nel Medioevo (tra XI e XIII secolo dopo Cristo) gli uomini amano molto le favole. In questo periodo in Occidente sono famose anche le favole arabe e le favole indiane. Anche Leonardo da Vinci, il famoso scienziato e pittore italiano vissuto tra il 1452 e il 1519, scrive tante favole (leggi sul libro La pulce sconsiderata). Nel 1600 in Francia vive un importante scrittore di favole: si chiama Jean de La Fontaine: Le favole di La Fontaine sono raccolte in 12 libri scritti tra il 1668 e il 1694. (sulla fotocopia a pag. 40, trovi la favola Il cigno e il cuoco) In queste fotocopie trovi due fiabe: una fiaba molto antica, scritta da Esopo, e una fiaba più moderna, scritta la La Fontaine. Troverai le altre fiabe sul libro 41 La cicala e le formiche Questa favola è stata scritta da Esopo, in Grecia, circa 2600 anni fa. di Esopo I protagonisti della favola sono una cicala (un insetto che vive sugli alberi. Questo insetto canta sempre durante le giornate calde in estate) e delle formiche. Attenzione: i verbi sono al tempo passato! Qui sotto trovi la spiegazione delle parole più difficili della favola: D'inverno le formiche si davano un gran da fare, per conservare il cibo raccolto nell'estate. Una cicala affamata s'accostò e chiese loro del cibo. Le formiche la interrogarono: - Che hai fatto d'estate? Perché non ti sei preparata il cibo? E la cicala rispose semplicemente: - D'estate non avevo tempo: infatti cantavo, godendo dei raggi del sole. Le formiche ridendo ribatterono: - Ma se d'estate cantavi, d'inverno balla! La cicala umiliata si allontanò. In quel momento il vento, soffiando impetuoso, disperse tutto il cibo e ridusse le formiche alla disperazione. La sorte della cicala dimostra che bisogna aver previdenza in ogni cosa; la sventura delle formiche che non bisogna essere crudeli con gli sventurati. Lavoravano Andò (passato di andare) vicino alle formiche Le chiesero (passato di chiedere) Stavo al sole, felice Risposero (passato di rispondere) Triste, offesa / andò (passato di andare) lontano Forte / buttò (passato di buttare) qua e là E così le formiche erano disperate, perché avevano perso il cibo raccolto in tanti mesi di lavoro Nell'ultima frase c'è la MORALE (l'insegnamento) di questa favola: quello che è capitato alla cicala saper pensare al futuro disgrazia /sfortuna /cattiva sorte le persone sfortunate 42 Le favole a volte sono scritte con parole in rima, come le poesie. (Leggi questa favola: Il cigno e il cuoco. Le rime sono evidenziate). Il cigno e il cuoco di J. La Fontaine (1621 - 1695) Nel cortil di una grande fattoria II bianco cigno e il papero Vivean con l'altre bestie in compagnia: l'uno al piacer dell'occhio e a fregio dei giardini destinato, e l'altro - dico l'oca - allo stufato. Dentro i fossati del castel vedevansi Andar come sul Corso, tuffandosi, guazzando a fianco a fianco, l'uno non men dell'altro agile e bianco. Un giorno il cuoco, avendo alzato il gomito Un poco più del solito, a mezzo della gola prese il cigno e scambiandolo col papero per metterlo a pezzetti in casseruola. L'uccel, presso a morir, mosse la voce E pianse in suo dolcissimo lamento. Sorpreso, il cuoco: "Oh ciel," grida "che sento? Questo non è un uccello che si cuoce. Non sia giammai ch'io tolga la parola A chi parla in un modo che consola". Chi sa bene parlar, se casca male, trova rimedio, e questa e la morale. Questa favola è stata scritta da Jean La Fontaine, uno scrittore francese. Questa favola è scritta come una poesia: le frasi sono brevi e molte parole sono in rima (fattoria/compagnia - destinato/stufato fianco/bianco...) La favola parla di un cigno e di un papero. Il cigno è un grande uccello molto bello, tutto bianco, con un collo molto lungo. Il cigno sa cantare molto bene. Anche il papero è un grosso uccello bianco, ma non è bello come il cigno, e il canto del papero non è bello come quello del cigno. Gli uomini mangiano i paperi (l'oca) ma non mangiano i cigni: gli uomini tengono i cigni nei giardini perché i cigni sono molto belli. Questo cigno e questo papero vivevano in una fattoria insieme ad altri animali II cigno e il papero vivevano, passeggiavano, giocavano e nuotavano insieme. Tutti e due erano agili e bianchi. Un giorno il cuoco, per sbaglio (è ubriaco), prende il cigno per il collo (pensa di prendere il papero), per metterlo nella pentola. Il cigno, pensando di morire, si mette a cantare per l'ultima volta. Il canto del cigno è bellissimo, il cuoco lo sente e si accorge di avere fatto un errore. Il cuoco libera il cigno. Nell'ultima frase c'è la MORALE (l'insegnamento) di questa favola: chi sa parlare bene (come il cigno che sa cantare benissimo), sa sempre trovare una soluzione ai suoi problemi. 43 VERIFICA Vediamo se hai capito: 1 - La favola è quasi sempre - lunga □ - corta □ 2 - I protagonisti della favola sono spesso - uomini □ - bambini □ - animali □ 3 - La morale della favola - è l'insegnamento della favola - è il titolo della favola - è il riassunto della favola □ □ □ 4 - Completa questo testo con le parole: Leonardo da Vinci / a Roma / Esopo / avanti Cristo. / dopo Cristo / in Francia. Il più antico scrittore di favole è . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ., un uomo vissuto in Grecia nel VI secolo prima di Cristo (VI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ). Nel I secolo dopo Cristo, Fedro scrive delle favole in latino Fedro vive. . . . . . . .................. Nel Medioevo (tra XI e XIII secolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ) gli uomini amano molto le favole. In questo periodo in Occidente sono famose anche le favole arabe e le favole indiane. Anche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , il famoso scienziato e pittore italiano vissuto tra il 1452 e il 1519, scrive tante favole. Nel 1600 vive un importante scrittore di favole: si chiama Jean de La Fontaine, egli vive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . : Le favole di La Fontaine sono raccolte in 12 libri scritti tra il 1668 e il 1694. 5 - Racconta con le tue parole la storia della cicala e delle formiche ................................................................. ................................................................. ................................................................. ................................................................. ................................................................. 44 ANALISI DEL TESTO Quest'anno leggeremo alcuni racconti o alcune pagine di romanzi. I racconti sono storie abbastanza corte (a volte sono lunghi solo poche pagine). Nei racconti ci sono pochi personaggi. Nei racconti di solito accadono poche cose. I romanzi invece raccontano storie lunghe. I romanzi di solito sono lunghi più di cento pagine (ci sono anche romanzi lunghi più di mille pagine). Nei romanzi ci sono tanti personaggi. Nei romanzi accadono tante cose. Noi dobbiamo imparare a leggere e a capire i racconti e i romanzi. Per capire racconti e romanzi, dobbiamo studiare la loro struttura (come sono organizzati, quali scelte ha fatto lo scrittore quando ha deciso di scriverli). Fare questo lavoro significa fare l'analisi del testo. Il testo è una cosa scritta, analizzare il testo vuoi dire saperlo studiare in tutte le sue parti. La persona che scrive un racconto o un romanzo si chiama scrittore o autore. Impara queste due parole, perché le troverai molto spesso. racconti romanzi -i racconti sono testi brevi (da poche i romanzi sono testi lunghi (i romanzi righe a poche decine di pagine) possono essere lunghi centinaia di pagine) -nei racconti le cose che succedono di solito riguardano un periodo limitato di -i romanzi possono raccontare storie tempo che durano molto tempo - nei racconti ci sono pochi personaggi -nei romanzi ci possono essere molti personaggi -nei racconti di solito le vicende si svolgono in un unico luogo -nei romanzi le vicende si possono svolgere in tanti luoghi diversi ATTENZIONE: Gli scrittori raccontano quasi sempre delle storie del passato verbi che incontriamo nei racconti e nei romanzi sono quasi tutti verbi -al passato remoto: il passato remoto è un tempo verbale. Il passato remoto si usa per raccontare cose successe tanto tempo fa. Gli scrittori italiani usano spesso il passato remoto nei romanzi, nei racconti. Il passato remoto è poco usato quando parliamo: ad esempio: 45 io vedo Giovanni - vuoi dire che io vedo Giovanni adesso (il verbo vedere è usato al presente) io ho visto Giovanni - vuoi dire che io ho visto Giovanni poco tempo fa (prima / ieri / la settimana scorsa) (il verbo vedere è usato al passato prossimo) io vidi Giovanni - vuoi dire che io ho visto Giovanni tanto tempo fa (l'anno scorso...) (il verbo vedere è usato al passato remoto: gli scrittori italiani usano spesso questa forma nei romanzi e nei racconti). 46 Cominciamo... Tutte le storie hanno un inizio, uno svolgimento, una fine. Inizio L'inizio è come comincia la storia. L'inizio è una parte molto importante del racconto o del romanzo, perché se una storia comincia bene, il lettore ha voglia di leggerla tutta. Lo scrittore può decidere di iniziare la sua storia descrivendo il luogo dove questa storia è ambientata: parliamo, in questo caso, di un inizio descrittivo. Walter Scott, uno scrittore inglese (vissuto tra il 1771 e il 1832) ha iniziato il suo libro, Ivanhoe, con una bella descrizione della campagna inglese: ATTENZIONE: NELLA COLONNA A DESTRA CI SONO LE PAROLE PIÙ DIFFICILI INIZIO DESCRITTIVO In quel bel distretto della lieta Inghilterra che è bagnato dal Don, si estendeva negli antichi tempi una vasta foresta che copriva la maggior parte delle amene colline e vallate tra Sheffield e la bella città di Doncaster [...] Là si aggirava un tempo il favoloso dragone di Wantley; là furono combattute molte delle più terribili battaglie durante le guerre civili delle Due Rose [...] È questo il nostro scenario Regione c'era grande belle stava combattute tra persone della stessa nazione l'ambiente in cui svolge la storia Altre volte l'autore inizia la storia raccontando quello che sta succedendo ai suoi personaggi. In questo caso si parla di inizio narrativo. Ecco un esempio di inizio narrativo: questo è l'inizio di un libro di Umberto Eco, un famoso scrittore italiano dei nostri tempi. Questo libro ha avuto molto successo in Italia e nel mondo. Il titolo di questo libro è Il nome della rosa 47 INIZIO NARRATIVO Era una bella mattina di fine novembre. Nella notte aveva nevicato un poco [...] Al buio, subito dopo laudi, avevamo ascoltato la messa in un villaggio a valle. Poi ci eravamo messi in viaggio verso le montagne, allo spuntar del sole. Come ci inerpicavamo per il sentiero scosceso che si snodava intorno al monte, vidi l'abbazia. le preghiere del mattino salivamo ripido, in forte pendenza chiesa Finale Anche il FINALE di una storia è molto importante. A volte un libro finisce in un modo inaspettato, altre volte, invece, il lettore sa immaginare il finale, perché lo scrittore ha fatto intuire (capire) la conclusione. Ci sono vari tipi di finale: Finale con morale. Tu conosci già questo finale: abbiamo già parlato del finale con morale quando abbiamo parlato della favola. La morale è un insegnamento. Quando lo scrittore finisce il suo libro con una morale, è perché vuole lasciarci un insegnamento. Finale tragico II finale è tragico quando la storia finisce in modo doloroso o violento. Un esempio di finale tragico è quello scritto qui sotto: questo brano è la fine del libro Teresa Raquin. Questo libro è stato scritto dallo scrittore francese Emile Zola (1840-1902) FINALE TRAGICO Si scambiarono un ultimo sguardo [...] Teresa prese il bicchiere, lo vuotò a metà e lo porse a Lorenzo , che lo finì in un sorso. Fu come un fulmine. Caddero l'uno sull'altra folgorati, trovando alfine sollievo nella morte. [...] I cadaveri rimasero tutta la notte sul pavimento della sala da pranzo [...] Mamma Raquin, rigida e muta, li contemplò in piedi, non potendo saziare gli occhi, schiacciandoli coi suoi sguardi duri. occhiata diede come colpiti da un fulmine, trovando finalmente pace corpi morti guardò / accontentare 48 Finale aperto II finale è aperto, quando l'autore non ci dice come finisce la storia: chi legge deve immaginare da solo la fine la storia. Finale a sorpresa II finale è a sorpresa quando la storia finisce in un modo diverso da come pensa il lettore (per esempio: il lettore pensa che due personaggi si sposeranno, invece si lasciano...). Finale narrativo C'è un finale narrativo quando lo scrittore racconta con tanti particolari le ultime cose successe ai suoi personaggi. FABULA E INTRECCIO Nei racconti, nei romanzi, nelle fiabe, viene raccontata una storia. Per esempio, noi possiamo raccontare la storia della vita di un uomo che ora ha 80 anni. Questa storia è avvenuta secondo un ordine cronologico (questo uomo è nato, è stato prima bambino, poi ragazzo, poi uomo...): la vita di questo uomo da quando è nato ad ora costituisce la fabula del racconto. L'autore può decidere di raccontare questa storia (fabula) in modi diversi: 1 - L'autore può raccontare le cose successe a questo uomo in ordine cronologico (nell'ordine in cui sono successe: dalla sua nascita alla vecchiaia): in questo caso l'autore rispetta la fabula 2 - L'autore può raccontare la storia dell'uomo con un ordine diverso: per esempio, può immaginare che l'uomo, ormai 80enne, sta ricordando la sua vita passata. L'autore decide così di raccontare la storia di quest'uomo partendo dal presente e tornando indietro (ti sarà sicuramente capitato di vedere un film in cui un personaggio ricorda delle cose successe nel suo passato: anche nei libri questo può accadere. Un personaggio può ritornare con il ricordo indietro nel tempo e raccontare fatti successi tempo prima). In questo caso l'autore non segue l'ordine cronologico. Se l'autore cambia l'ordine di quello che è successo, racconta la storia con un intreccio diverso. Fabula e intreccio coincidono solo quando la storia è raccontata in ordine cronologico Fabula e intreccio NON coincidono quando la storia è raccontata modificando (cambiando) l'ordine cronologico. 49 Un altro esempio: prendiamo una fiaba che forse tu conosci già: la fiaba di Cappuccetto Rosso. Nella fiaba di Cappuccetto Rosso, l'ordine degli avvenimenti è questo: 1. La mamma chiede a Cappuccetto Rosso di andare a trovare la nonna 2. Cappuccetto Rosso prende il sentiero che porta nel bosco 3. Cappuccetto Rosso, nel bosco, incontra il lupo 4. Il lupo corre a casa della nonna, la mangia e si veste con i vestiti della nonna, poi si mette a letto e aspetta Cappuccetto Rosso 5. Cappuccetto Rosso arriva alla casa della nonna, dove la sta aspettando il lupo 6. Il lupo mangia Cappuccetto Rosso 7. Un cacciatore passa vicino alla casa della nonna di Cappuccetto Rosso. Il cacciatore vede il lupo con una pancia enorme sdraiato sul letto della nonna 8. Il cacciatore taglia la pancia al lupo e salva la nonna e Cappuccetto Rosso Ma noi possiamo raccontare questa stessa storia con un ordine diverso. Possiamo immaginare che il cacciatore è al bar e ha incontrato i suoi amici. Il cacciatore ora sta raccontando l'avventura accaduta durante la giornata. La racconta più o meno così: 1. Stavo tornando dal bosco 2. Ho guardato dentro la finestra della casa della nonna di Cappuccetto Rosso e ho visto un grosso lupo con una pancia enorme sdraiato sul letto della nonna 3. Sono entrato in casa, ho tagliato la pancia del lupo e sono uscite Cappuccetto Rosso e la nonna. 4. Cappuccetto Rosso mi ha raccontato che questa mattina la mamma le aveva chiesto di andare a trovare la nonna 5. Cappuccetto Rosso per la strada ha incontrato il lupo 6. Eccetera, eccetera... Come vedi, la storia raccontata è la stessa, ma in questo caso è raccontata con un ordine diverso: l'ordine non è più cronologico perché il cacciatore inizia a raccontare la storia dalla fine e poi ritorna indietro. In questo caso abbiamo raccontato la stessa storia (fabula), ma abbiamo cambiato l'ordine degli avvenimenti (abbiamo costruito un intreccio diverso). Quando uno scrittore torna indietro nel tempo per raccontare una cosa successa prima parliamo di Flashback. Quando uno scrittore anticipa (racconta prima) delle cose che avverranno nel futuro parliamo di Anticipazione. 50 LA DIVISIONE IN SEQUENZE All'interno dei racconti e dei romanzi, troviamo - delle descrizioni - dei dialoghi - delle narrazioni di ciò che sta succedendo Quando leggiamo un racconto o un romanzo, noi possiamo dividere la storia in diversi "pezzi": in un pezzo c'è la descrizione di un personaggio, in un altro c'è la descrizione di un luogo, in un altro l'autore racconta cosa sta facendo il suo personaggio principale (protagonista) in un altro il protagonista parla con un altro personaggio eccetera, eccetera... Ognuno di questi "pezzi" si chiama sequenza. Per fare l'analisi di un testo, dividiamo il testo in sequenze. Una sequenza cambia quando cambia il discorso, quando appare un nuovo personaggio, quando si passa da un luogo ad un altro, quando finisce una descrizione e inizia un dialogo... A volte lo scrittore va a capo tra una sequenza e un'altra. Sequenze narrative Sono le parti del libro nelle quali "succede qualcosa": l'autore racconta un fatto successo ai suoi personaggi. In un racconto ci sono sempre molte sequenze narrative Questa è una sequenza narrativa. Questa sequenza narrativa è presa dal romanzo L'amico ritrovato di Fred Uhlman, uno scrittore tedesco vissuto tra il 1901 e il 1985: 51 Sequenza narrativa Una sera, mentre i genitori erano usciti e la cameriera era andata a fare una commissione., dalla casa di legno si levarono le fiamme e l'incendio divampò con tale rapidità che, all'arrivo dei pompieri, i bambini erano già morti bruciati. Non vidi il fuoco né udii le grida della madre e della cameriera, ma appresi la notizia il giorno dopo, quando i miei occhi si posarono sui muri anneriti, sulle bambole carbonizzate e sulle funi bruciacchiate dell'altalena, che dondolavano come serpenti dall'albero accartocciato. Ne rimasi sconvolto, come mai prima di allora. lavoro si alzò (passato remoto di alzarsi) il fuoco si accese (passato remoto di accendere) / velocità seppi (passato remoto di sapere) neri bruciate / corde confuso, turbato, spaventato Sequenze descrittive Nelle sequenze descrittive gli scrittori possono descrivere: - luoghi - personaggi - animali - cose - sentimenti Le sequenze descrittive servono per dare informazioni sulle persone e sui luoghi. Nelle sequenze descrittive troverai molti aggettivi. Questa sequenza descrittiva descrive un giovane uomo. La sequenza si trova nel romanzo Vent'anni. Questo romanzo è dello scrittore italiano Corrado Alvaro ( 1895-1956). ATTENZIONE: le parti scritte in grassetto sono aggettivi (gli aggettivi sono molto importanti nelle descrizioni: servono per definire meglio la persona, la cosa, il luogo descritto) 52 Sequenza descrittiva II caporale che istruiva Fabio era giovanissimo, dall'aspetto dolce, quasi biondo; aveva una vaga traccia di barba sul viso, dorata, gli occhi celesti, il profilo affilato. Vedendolo, si pensava involontariamente alla parte femminile della sua famiglia; a scuola, in collegio, sarebbe stato un amico ricercato, come quello che serbava una certa dolcezza e ingenuità. il caporale è un soldato / insegnava a una barba che si vedeva appena magro senza volerlo desiderato conservava Sequenze dialogiche C'è una sequenza dialogica quando due o più personaggi stanno parlando tra di loro (il dialogo è, infatti, il discorso tra due o più persone). Questo dialogo si trova nel libro Il deserto dei Tartari, dello scrittore italiano Dino Ruzzati (1906-1972) Sequenza dialogica Dall'ombra accumulata ai piedi delle mura sorse allora un uomo, un tipo di vagabondo e di povero, con una barba grigia e un piccolo sacco in mano. Nella penombra però non si distingueva bene, solo il bianco dei suoi occhi dava riflessi. Drogo lo guardò con riconoscenza. Di chi cerchi, signore? - domandò La Fortezza cerco. È questa? Non c'è più fortezza qui - fece lo sconosciuto con voce bonaria - È tutto chiuso, saranno dieci anni che non c'è nessuno. E dov'è la Fortezza allora? – chiese Drogo, improvvisamente irritato contro quell'uomo. Che Fortezza? Forse quella? - e così dicendo lo sconosciuto tendeva un braccio, ad indicare qualcosa. ammassata si alzò (passato remoto di alzarsi)/ uomo senza casa luce debole riusciva a vedere luci gratitudine costruzione con difese militari / castello la persona non conosciuta / amichevole arrabbiato indicava qualcosa con un braccio 53 I PERSONAGGI Nei racconti e nei romanzi troviamo molti personaggi: i personaggi di un romanzo o di un racconto sono quasi sempre persone, ma a volte possono essere anche animali o cose. - il personaggio principale il personaggio principale (o protagonista) è il personaggio più importante del libro o del racconto e l'autore vuole raccontare le sue avventure: - Pinocchio è il personaggio principale (o il protagonista) del libro Pinocchio scritto da Carlo Collodi. - Renzo e Lucia sono i personaggi principali di uno dei più famosi romanzi italiani, I Promessi Sposi, scritto da Alessandro Manzoni1. Lo scrittore descrive con attenzione i suoi personaggi principali, ci racconta come sono fisicamente, cosa pensano, cosa fanno: leggendo un libro noi abbiamo l'impressione di conoscere bene queste persone. - i personaggi secondari sono altri personaggi presenti nel racconto o nel romanzo. Non sono importanti come i protagonisti, ma entrano in contatto con loro (per esempio, la Fata con i capelli turchini nel libro Pinocchio, Don Abbondio nel libro I Promessi Sposi...). Lo scrittore ci parla di loro solo perché sono in relazione (sono amici, nemici, conoscenti...) con il personaggio principale. Tra i personaggi secondari ci sono: - gli aiutanti: quelli che aiutano il protagonista - gli antagonisti: quelli che ostacolano il protagonista. (Nel libro Pinocchio, La Fata con i capelli turchini è un'aiutante di Pinocchio, mentre il Gatto e la Volpe sono antagonisti di Pinocchio). - le comparse: sono personaggi poco importanti. Le comparse non sono personaggi fondamentali nella storia, stanno sullo sfondo. Non sono personaggi descritti bene: allo scrittore non interessa parlarci di loro. Trovi il riassunto de I Promessi Sposi a pag. di queste fotocopie, del capitolo dove si parla del romanzo storico L'autore di un libro sceglie di descrivere i suoi personaggi attraverso 1 Trovi il riassunto de I Promessi Sposi a pag. di queste fotocopie, del capitolo dove si parla del romanzo storico 54 - le caratteristiche fisiche: ci dice se il personaggio è maschio o femmina, alto o basso, magro o grasso, bello o brutto, biondo o castano... - i dati anagrafici: ci dice il nome del personaggio, l'età, il luogo dove è nato... - le caratteristiche psicologiche: ci dice se è simpatico, antipatico, buono, cattivo, intelligente, stupido, egoista o generoso... - le caratteristiche del comportamento: ci dice cosa fa il personaggio, come si comporta con gli altri, come parla, come si muove, cosa gli piace fare, come passa il tempo... - le caratteristiche socio-economiche: ci dice se è ricco o povero, che lavoro fa, se ha studiato a lungo... - le caratteristiche ideologiche: ci dice cosa pensa, quali sono le sue idee... Questa è la descrizione di una donna. Questa descrizione si trova in un racconto scritto da Giovanni Verga, uno scrittore italiano vissuto tra il 1840 e il 1922. La Lupa da Vita dei campi (Giovanni Verga) Era alta, magra; aveva soltanto un seno fermo e vigoroso da bruna e pure non era più giovane; era pallida come se avesse sempre addosso la malaria, e su quel pallore due occhi grandi così, e delle labbra fresche e rosse che vi mangiavano. Al villaggio la chiamavano la Lupa perché non era sazia giammai - di nulla. Le donne si facevano la croce quando la vedevano passare, sola come una cagnaccia, con quel!'andare randagio e sospettoso della lupa affamata; ella si spolpava i loro figlioli e i loro mariti in un batter d'occhio, con le sue labbra rosse, e se li tirava dietro alla gonnella solamente a guardarli con quegli occhi da satanasso. - Caratteristiche fisiche: In questa prima parte c'è una descrizione dell 'aspetto della donna Osserva: anche qui ci sono molti aggettivi (gli aggettivi sono scritti in grassetto). Qui l'autore dice cosa pensano di lei le altre donne del paese. - Caratteristiche del comportamento: Qui l'autore parla di quello che fa la donna, di come si comporta con gli uomini del paese. I personaggi di un romanzo o di un racconto possono essere statici o dinamici. Ci sono personaggi (come Pinocchio) che cambiano mentre si svolge la storia: Pinocchio cambia il carattere (prima era dispettoso, disobbediente, poi diventa 55 bravo), ma anche il suo aspetto fisico (prima era un burattino di legno, poi diventa un ragazzo vero). I personaggi come Pinocchio, che cambiano nel tempo, sono personaggi dinamici. La Fata dai capelli turchini o il padre di Pinocchio, Geppetto, invece non cambiano mai il loro carattere e il loro aspetto fisico: sono personaggi statici. 56 IL TEMPO E LO SPAZIO 1 - Tempo Le storie raccontate nei romanzi e nei racconti si possono svolgere: - ora, nel presente - tempo fa, nel passato - nel futuro alcune storie (soprattutto le fiabe) si svolgono in un periodo lontano ma indefinito, un periodo - cioè - al quale non possiamo dare una data. titolo I Promessi Sposi tempo si svolgono tra il 1628 e il 1630 Pinocchio non definito (non possiamo dire precisamente in che anni si svolge, né quanto tempo dura) II tempo della storia, il tempo del racconto, il tempo del lettore Tutte le storie hanno una durata: in alcune, come I Promessi Sposi, è l'autore che dice che la storia inizia nel 1628 e finisce nel 1630. Noi chiamiamo questi 2 anni (il tempo in cui si svolge la storia) tempo della storia. Se leggerai I promessi Sposi dalla prima pagina fino all'ultima senza fermarti, impiegherai un certo tempo; chiamiamo questo il tempo del lettore. Sicuramente impiegherai molto tempo, perché quella de I Promessi Sposi è una storia lunga, ma impiegherai certamente meno di due anni! Alessandro Manzoni, quando ha scritto I Promessi Sposi, ha raccontato in qualche centinaia di pagine quello che è successo in quei 2 anni: chiamiamo la lunghezza di questa descrizione tempo del racconto (o tempo del discorso): il tempo del racconto è la durata della narrazione, ed è diverso dal tempo della storia. L'autore può decidere: - di riassumere una lunga storia in poche righe - di raccontare la storia in tempo reale (la storia è raccontata in tempo quando il racconto è lungo quanto la storia. Questo succede quando c'è un dialogo) - di allungare la storia aggiungendo delle descrizioni o delle considerazioni (pensieri, analisi, osservazioni...) 57 Esempio n. 1 Guarda questo esempio: racconta la storia di un uomo e di sua moglie che lavorano per dieci anni per pagare un debito Guy de Maupassant (1850-18 93) La collana Matilde conobbe le più dure faccende, le più odiose fatiche della cucina. Rigovernò rovinandosi le unghie rosa sui piatti unti, sui tegami. Lavò la biancheria sudicia, le camicie, gli stracci, stendendoli ad asciugare su una corda tesa. Tutte le mattine portava giù la spazzatura e portava su l'acqua, fermandosi ad ogni piano per ripigliar fiato. Vestita come una donna del popolo, andava dall’erbaiolo, dal droghiere, dal macellaio, col paniere sottobraccio, tirando sui prezzi, ricevendo ingiurie, pur di difendere soldo a soldo il suo miserabile denaro. Tutti i mesi dovevano pagare cambiali, rinnovarne altre, guadagnar tempo. Il marito lavorava di sera: metteva a pulito la contabilità d'un negoziante, e spesso, di notte, faceva il copista a cinque soldi per pagina. Questa vita durò dieci anni. Dopo dieci anni avevano restituito tutto, compresi gli interessi degli strozzini e tutto l'insieme degli interessi composti. conoscere (passato remoto) / lavori lavò (passato remoto di lavare) ì piatti grassi, sporchi sporca per riposarsi venditore di frutta e verdura / venditore di alimentari cesto cercando di ottenere degli sconti, di pagare di meno offese povero, poco teneva la contabilità, i conti copiava dei testi usurai (quelli che prestano i soldi per avere un interesse) In questo racconto: II tempo della storia (cioè il tempo in cui succedono questi fatti) è di 10 anni II tempo del racconto, invece, è di poche righe (lo scrittore racconta questi anni in poche righe) Il tempo del lettore è il tempo che tu hai impiegato per leggere questa storia (pochi minuti) 58 In questo caso il tempo della storia è più lungo del tempo del racconto: il tempo in cui succede la storia è molto più lungo del tempo che l'autore ha impiegato a raccontarla Esempio n. 2 Questo testo si trova nel libro Pentimento di Federico De Roberto (1861 - 1927). Le parti sottolineate sono dialoghi: Ora la lavandaia tendeva le sue mani rugose, screpolate, color mattone vecchio sul dorso; rosee, lisce e dure sulle palme... [...] Sissignora, ha ragione... Sottoveste, una... Signora bella - riprese, dopo un momento di silenzio - giacché siamo a questo, vorrei dirle una cosa... me la fa una carità? Che cosa vuoi? Lo dice al cavaliere se fa entrare mia figlia ai Tabacchi? Sarebbe una grazia di Dio se dicesse di sì... La signora chinò un poco il capo: Gliene parlerò; ma poi sta a vedere se è possibile... Oh!... - esclamò la donna sorridendo.Se vuole il cavaliere, è cosa fatta. A lui non dicono di no! Sì che sarebbe una grazia di Dio, se potesse avere questo posticino!... Lei, creatura, non domanda che di lavorare... E adesso cosa fa? Cuce, stira in casa, per conto di qualche signore: che per sua bontà, qualche benefattore c'è ancora... E se lei avesse bisogno di cucire biancheria, e anche di ricami di bianco, ricami fini, mia figlia sa far di tutto... Una povera lavandaia (una donna che lava la biancheria degli altri) chiede alla sua padrona un aiuto. La lavandaia chiede alla padrona di domandare al Cavaliere (un altro personaggio) di trovare alla figlia un posto ai Tabacchi (nella fabbrica dove si lavora il tabacco). La lavandaia dice che la figlia vuole trovare un buon lavoro. La figlia ha bisogno di lavorare e il cavaliere può aiutarla a cercare lavoro Ora la figlia fa piccoli lavori: cuce, ricama, stira per chi glielo chiede Come vedi questa è una sequenza dialogica (c'è un dialogo tra due persone): il tempo della storia (il tempo in cui avviene il dialogo) è di pochi minuti 59 il tempo del racconto (la durata del dialogo, nel libro) è di poche righe il tempo del lettore (il tempo che ci metti a leggere questo dialogo) è di pochi minuti. In questo esempio, quindi, il tempo della storia, il tempo del racconto, il tempo del lettore coincidono (sono uguali): il tempo in cui succede la storia è uguale al tempo che l'autore ha impiegato a raccontarla e a quello che il lettore ci ha messo per leggerla. 60 Scene, pause, sommari, ellissi Immagina di usare un video registratore per vedere un film alla televisione: PLAY PAUSE FAST FORWARD ► ║ »» t. del racconto = t. della storia ritmo normale t. del racconto > t. della storia ritmo rallentato t. del racconto < t. della storia ritmo molto accelerato tempo del racconto < tempo della storia ritmo accelerato Se premi il tasto PLAY, vedi le scene del film una dopo l'altra, così come succedono nella vita attorno a noi. Quando l'autore ci racconta una storia così come è avvenuta, ci fa ascoltare i dialoghi dei personaggi e ci fa vedere tutte le cose che fanno, descrive le cose in tempo reale. Questa si chiama scena. Quando c'è una scena il tempo della storia e il tempo del racconto sono uguali. Se sul videoregistratore premi il tasto PAUSE, l'immagine si ferma. In questo caso tu puoi osservare l'immagine del film con molta attenzione. Anche nei racconti e nei romanzi ci può essere una interruzione: queste interruzioni servono per aggiungere una descrizione o per dirci cosa pensano i personaggi. Questa interruzione si chiama pausa. Se ci sono tante pause, (tante descrizioni) il racconto diventa più lungo del tempo reale. Diciamo allora che il tempo del racconto è più lungo del tempo della storia. Se sul videoregistratore premi insieme i tasti PLAY e FAST FORWARD (avanzamento rapido), per saltare dei pezzi di film che non ti interessano, le immagini scorrono molto velocemente. Anche nei racconti e nei romanzi l'autore può decidere di andare molto velocemente, per esempio può decidere di riassumere degli interi pezzi di storia. In questo caso l'autore scrive un sommario (un riassunto), e può riassumere dieci anni in poche righe, come ha fatto Maupassant nel testo che hai appena letto (La collana). A volte l'autore decide di saltare del tutto la descrizione di alcuni fatti. In questo caso l'autore fa un'ellissi: è come quando tu premi sul videoregistratore solo il tasto 61 FAST FORWARD (sul video non vedi più niente fino a quando non decidi tu di schiacciare il tasto PLAY). Se ci sono tanti sommari e tante ellissi il racconto è più breve del tempo reale, diciamo allora che il tempo del racconto è più breve del tempo della storia. Questo brano (dal romanzo di Karen Blixen, La mia Africa) ti aiuta a capire cosa sono le scene, i sommari, le pause, le ellissi. Karen Blixen è una scrittrice. Karen Blixen ha vissuto per molti anni in Africa. Questa è la descrizione di un cuoco. Questo cuoco ha lavorato per alcuni anni nella casa di Karen Blixen. Il cuoco è costretto a ritornare a lavorare da una vecchia padrona (la vecchia padrona è una donna cattiva e il cuoco soffre quando deve lasciare Karen Blixen), ma dopo alcuni anni torna nella casa di Karen Blixen, dove vive fino alla morte. In questo brano, come vedrai, ci sono 7 sommari e 2 ellissi. Le pause e le scene sono molto corte, per questo motivo il ritmo di questo brano è molto veloce. La storia infatti dura molti anni, mentre il racconto è lungo circa due pagine. In questo caso il tempo del racconto è più breve del tempo della storia. Karek Blixen (1885-1962) Storia di Esa ►»» SOMMARIO ► SCENA 2 In tempo di guerra avevo un cuoco: Esa, un vecchio mite e pieno di buon senso. Un giorno, a Nairobi2, mentre compravo té e spezie nella drogheria di Mackinnon, mi si avvicinò una signora piccola, dalla faccia a punta. Aveva saputo che Esa era a servizio da me, disse. «Proprio così», le risposi. «Ma prima lavorava da me», replicò, «e voglio che ci torni». Mi dispiaceva molto, insistetti, ma non era possibile. «Oh, lo crede lei», dichiarò. «Mio marito è un funzionario del governo. Avverta Esa, che se non torna da me lo faccio reclutare come portatore. Tanto a lei la servitù non manca, anche senza Esa», aggiunse. Solo la sera dopo mi ricordai dell'incontro e raccontai a Esa la Nairobi: capitale del Kenya, dove l'autrice visse dal 1914 al 1931. 62 ► SCENA ►»» SOMMARIO »» ELLISSI ► SCENA ║ PAUSA ►»» SOMMARIO ► SCENA ║ PAUSA conversazione avuta con la sua antica padrona. Il vecchio, con mio stupore, perse immediatamente la testa. Era atterrito, disperato. «Oh, perché non me l'hai detto subito, Memsahib3!» esclamò. «La signora non mancherà di mettere in atto le sue minacce. Devo andarmene stasera stessa.» «Ma è assurdo» protestai. «Non ti possono portar via per forza.» «Dio mi aiuti», continuava a ripetere lui. «Sarà già troppo tardi, temo.» «Ma io come faccio senza di te, Esa?» gli chiesi. «Dovrà trovarsi un altro cuoco, perché io non potrò tornare più. O mi prendono come portatore o mi ammazzano e presto.» Gli indigeni avevano una folle paura di venire reclutati fra i portatori: Esa non volle sentir ragioni. Mi chiese in prestito una lampada antivento e, raccolti i suoi averi in un cencio, partì nella notte alla volta di Nairobi. Rimase lontano quasi un anno. In quel periodo lo vidi un paio di volte a Nairobi. Un giorno lo incontrai sulla strada maestra. Stava diventando vecchio, magro, con il viso tirato; sulla testa rotonda i capelli neri cominciavano ad incanutire. In città non avrebbe osato parlarmi, ma ci trovavamo in aperta campagna; quando fermai la macchina posò in terra il cesto di polli che portava sulla testa e si decise a fare quattro chiacchiere. Pur non avendo perso l'antica gentilezza non era più lo stesso: una barriera lo isolava dagli altri. Per tutta la conversazione rimase assente, come staccato. Maltrattato e spaventato a morte dal destino, aveva dovuto ricorrere a chissà quali risorse e l'esperienza lo aveva castigato o purificato. Pareva di parlare con un vecchio che stesse accingendosi ad entrare in un monastero. Volle notizie della fattoria; era convinto, evidentemente, come quasi tutti i servi indigeni, che in sua assenza i compagni si comportassero malissimo verso il padrone bianco. «Quando finirà la guerra4?» mi chiese. Presto si diceva, risposi. «Se dura altri dieci anni», osservò, «mi dimenticherò tutte le pietanze che mi hai insegnato, sai?» Lì, nella strada sulla pianura, il vecchietto kikuyu5 ragionava esattamente come Brillat Savarin6, quando dichiarò che se la rivoluzione fosse durata altri cinque anni, l'arte di preparare un ragù di pollo sarebbe scomparsa per sempre. 3 Memsahib: appellativo indigeno che significa «padrona», «signora». la guerra: erano gli an ni della prima guerra mondiale. 5 kikuyu: i kikuyu sono un popolo bantù del Kenya. 6 Brillat Savarin: celebre gastronomo francese vissuto al tempo della rivoluzione del 1789. 4 63 ►»» SOMMARIO ► SCENA ║ PAUSA ►»» SOMMARIO ║ PAUSA (DISGRESSIONE) ►»» SOMMARIO ║ PAUSA In quel momento, era chiaro, Esa soffriva più per me che per se stesso; e perché non continuasse a rammaricarsi, gli chiesi come stava lui, invece. Riflette un attimo, prima di rispondere; doveva raccogliere le idee, talvolta troppo difficili da afferrare, per lui. «Ti ricordi, Memsahib?» disse alla fine. «Una volta dicesti che con i commercianti di legname indiani i buoi si trovano male, sempre sotto il giogo e senza mai una giornata intera di riposo come i buoi della fattoria. Ecco, con la signora, adesso, mi trovo come i buoi con i commercianti indiani. » Parlando guardava dall'altra parte, quasi volesse scusarsi; gli indigeni non sono tanto compassionevoli con gli animali e il mio discorso sui buoi degli indiani, evidentemente, gli era parso arzigogolato. Perché mai ora gli toccasse ricorrere a quello, per descrivere la sua situazione, era un vero enigma per lui. Durante la guerra, con mia grande irritazione, tutte le lettere che scrivevo o ricevevo venivano aperte a Nairobi da un piccolo censore svedese, sempre mezzo addormentato. Non poteva trovarci nulla di sospetto ma, con la vita monotona che conduceva, finì, credo, per interessarsi a coloro a cui erano indirizzate, e a leggere tutta la mia corrispondenza come una specie di romanzo a puntate. Così, in ogni lettera, aggiungevo qualche minaccia per il nostro censore; era bene che sapesse cosa gli sarebbe capitato appena tutto fosse tornato normale. Quando la guerra finì si ricordò probabilmente di quelle minacce oppure, destatosi dal suo letargo, si pentì; fatto sta che mandò un messo alla fattoria ad annunciare l'Armistizio. Mi trovavo sola in casa, quando giunse, e uscii a fare una passeggiata nei boschi. Intorno regnava un gran silenzio; era strano pensare che lo stesso silenzio regnava ora anche sui fronti della Francia e delle Fiandre: i fucili tacevano. L'Europa e l'Africa, in quella quiete, parevano vicine; sembrava quasi che dal sentiero tra i boschi si potesse arrivare a piedi fino alle colline del Vimy. Tornando, scorsi davanti a casa un uomo: Esa, con il suo fagotto. Era tornato, annunciò, e mi aveva portato un regalo. Il regalo consisteva nel disegno di un albero, incorniciato e messo sotto vetro, eseguito con cura minuziosa, con le foglioline (più di cento) dipinte una per una di verde chiaro. Ogni foglia racchiudeva una parola scritta in minuscole lettere arabe, in inchiostro rosso. Dovevano essere citazioni dal Corano, ma Esa non riuscì a spiegarmene il significato; 64 ►»» SOMMARIO »» ELLISSI continuava a spolverare il vetro con la manica, assicurandomi che si trattava proprio di un bel regalo. Se l'era fatto fare, mi disse, durante il suo anno di tribolazioni, dal vecchio prete maomettano di Nairobi; chissà quante ore di lavoro c'eran volute. Esa rimase con noi fino alla sua morte. (da K. Blixen, La mia Africa, trad. L. Drudi Demby, Feltrinelli, 1985) 65 2 – Spazio Tutte le storie sono ambientate in un luogo: il luogo può essere reale (un luogo che esiste ora o esisteva davvero tempo fa) o può essere inventato dallo scrittore. titolo I Promessi Sposi Pinocchio spazio In Lombardia (una regione dell'Italia del nord) è ambientato in luoghi inventati (non possiamo dire precisamente in che città o in che regione vive Pinocchio) Lo spazio può essere interno (quando si parla di un luogo chiuso: l'interno di una casa, di un edificio...) o esterno (quando si parla di un luogo aperto: un giardino, una strada, un bosco, una spiaggia...) In questo brano scritto da Isaac Asimov (un famoso scrittore di libri di fantascienza), c'è la descrizione di uno spazio interno, chiuso. La fantascienza racconta storie che parlano di un mondo futuro, creato dalla fantasia. Due stanze, una piccola cucina, un gabinetto, nient'altro: Niente che potesse rivelare qualcosa di utile sul suo occupante, se non che poteva essere uno scrittore, come confermò anche il portinaio. [...] Anche nell'altra stanza c'erano alcune librerie e una di queste conteneva l'Enciclopedia Britannica. C'era anche una grande scrivania, una poltrona imbottita, parecchi schedari, una macchina per scrivere elettrica sul suo tavolino, con una sedia girevole davanti, un mappamondo e tutte le piccole cianfrusaglie del mestiere di scrittore: risme di carta e penne, fermagli, carta carbone, fermacarte, buste, francobolli e così via. Tutto era riposto sulle librerie, negli schedari, nei cassetti della scrivania o sopra la scrivania. Oltre ai mobili che ho detto, sul pavimento non c'era nient'altro. lasciar capire confermò (passato remoto di confermare)/ custode della casa raccolte di schede cose, oggetti pacchi era in ordine, era messo da parte 66 Non c'erano nemmeno fotografie di nessun genere, e le pareti erano spoglie. sulle pareti non c'era niente In questo brano del racconto Guardare il mare di Alain Robbe-Grillet ( 1922), c'è la descrizione di uno spazio esterno (in questo caso la spiaggia e il mare): Tre bambini camminano lungo una riva. […] A parte questi tre bambini, la lunga spiaggia è tutta deserta. È una striscia di sabbia piuttosto larga, uniforme, senza massi isolati né pozze d'acqua, in lieve inclinazione, tra la scogliera a picco e il mare. Il tempo è bellissimo. Il sole illumina la sabbia gialla con una luce violenta, verticale. Non c'è una nuvola in ciclo. Non c'è vento neppure. L'acqua è azzurra, calma, senza la minima increspatura proveniente dal largo, benché la spiaggia sia esposta verso il mare aperto, fino all'orizzonte. sulla spiaggia non e 'è nessuno uguale sassi pendenza forte non e 'è neanche un'onda anche se 67 TEMA, MESSAGGIO, CONTESTO Tema II tema di un racconto o di un romanzo è l'argomento o l'idea più importante. Il tema di un romanzo può essere un sentimento (l'amore, l'amicizia, l'odio...), una situazione (la pace, la guerra, la vita, la morte...), una relazione (il rapporto tra genitori e figli, tra uomini e donne...), un tema sociale (la povertà, la giustizia, il mondo del lavoro...). In un libro possiamo trovare tanti temi diversi. Messaggio In un racconto o in un romanzo c'è un messaggio quando lo scrittore vuole comunicare (far sapere) al lettore un insegnamento (per esempio vuole farci pensare al valore dell'amicizia, della pace, del rispetto della natura, oppure vuole dirci quello che per lui è giusto o sbagliato...). Contesto Quando leggiamo un romanzo o un racconto, noi sappiamo che questo testo è il frutto di un'epoca e di una cultura: - un racconto sull'amore scritto in Italia nel 1300 ha caratteristiche diverse da un racconto sull'amore scritto nel 1900 - un racconto scritto durante la guerra da uno scrittore che fa il soldato, è diverso da un racconto scritto negli stessi anni da un uomo che vive in un paese in pace - un racconto sui rapporti tra uomini e donne scritto da una uomo europeo è diverso da un racconto scritto da una donna africana... Per capire un racconto o un romanzo, è molto importante conoscere il contesto, cioè bisogna conoscere: - da chi è stato scritto (dove viveva lo scrittore, cosa pensava, se ha scritto il testo quando era felice o quando era triste...) - quando è stato scritto: che cosa stava succedendo in quel periodo (era un periodo di pace o di guerra? di ricchezza o di povertà?...) - dove è stato scritto: in un paese occidentale? In un paese orientale? In un paese povero? In un paese ricco? 68 - bisogna sapere se altri scrittori (nel presente o nel passato) hanno scritto un libro con gli stessi temi, con gli stessi argomenti. 69 AUTORE, NARRATORE, PUNTO DI VISTA Autore e narratore L'autore è la persona che scrive un libro: 1. Alessandro Manzoni è l'autore de I Promessi Sposi 2. Carlo Collodi è l'autore di Pinocchio II narratore (o voce narrante) è la persona che, nel libro, racconta la storia. Il narratore può essere interno o esterno II narratore è interno quando racconta la sua storia o una storia che ha visto con i suoi occhi. Il narratore interno racconta quello che è successo usando la prima persona singolare ("io ho visto", "io ho detto", "io ho sentito"...). Il narratore interno può essere il protagonista di un libro, o un altro personaggio. Questo brano è stato scritto da Luigi Pirandello, uno dei più famosi scrittori italiani (1867-1936). Il brano si trova nel libro Novelle per un anno. In questo brano c'è un narratore interno: è il protagonista (non l'autore!). Qui il protagonista parla della sua paura di diventare vecchio ( non vuole convincersi di avere delle rughe7) Data memorabile per me il 12 aprile del 1891. Avevo compiuto da circa un mese trentaquattro anni. Da un pezzo mi notavo nel volto, e precisamente alla coda degli occhi e su la fronte, certi lievi solchi che mi pareva non si potessero ancora chiamar propriamente rughe. [...] Momentanei increspamenti de la pelle che - sotto l'azione del pensiero, del riso, dell'abituale atteggiarsi della fisionomia erano divenuti stabili. Ma rughe, no. importante, da ricordare Da molto tempo vedevo nel viso linee sembrava veramente / davvero II narratore esterno è una persona che racconta quello che" succede dall'esterno: non è un personaggio, ma sa quello che è successo e lo può raccontare. Il narratore esterno parla usando la terza persona singolare. 7 le rughe sono i segni sulla pelle del viso. I giovani non hanno le rughe, i vecchi hanno le rughe. 70 Trovi un esempio di narratore esterno in questo brano, Il grasso e il magro, scritto da Anton Cechov ( 1860-1904): A una stazione della linea ferroviaria di Nikolaev si incontrarono due amici: uno grasso e l'altro magro. Il grasso aveva allora pranzato alla stazione e le sue labbra, unte di burro, erano lucide come ciliegie mature. Il magro era allora allora sceso dal vagone ed era carico di valigie, di fagotti e di scatole. Sentiva di prosciutto e di fondi di caffè. Di dietro la sua schiena sbirciavano una donna magrolina, con un lungo mento -sua moglie - e uno studente di ginnasio, alto, con un occhio socchiuso - suo figlio. "Porfìrij" esclamò il grasso, vedendo il magro. "Sei tu? Tesoro mio! Da quanti anni non ci vediamo!" "Santi del Paradiso!" fece il magro pieno di meraviglia. "Miša! Il mio amico d'infanzia! Di dove sbuchi? " Gli amici si abbracciarono tre volte e si scrutarono a vicenda negli occhi pieni di lacrime. Tutti e due erano piacevolmente sbalorditi. (passato remoto di incontrare) mangiato sporche appena dalla carrozza del treno / bagagli aveva addosso un odore guardavano di nascosto / magra semiaperto (un pò ' chiuso) Urlò / disse (passato remoto di urlare / dire) Sorpresa da dove vieni? guardarono l'un l'altro meravigliati, sorpresi, emozionati II punto di vista Ti è sicuramente capitato di sentire raccontare lo stesso episodio in modi diversi: se due persone (chiamiamo queste persone A e E) litigano, A racconta il litigio in un modo, B racconta il litigio in un altro modo. A racconta le cose dal suo punto di vista, B racconta le cose dal suo punto di vista. Anche lo scrittore, quando racconta una storia, sceglie il punto di vista: può raccontare una storia, un fatto, con il punto di vista di un personaggio o con il punto di vista di un altro personaggio. Il punto di vista si chiama anche focalizzazione. Ci sono tre tipi di fecalizzazione: - focalizzazione zero - focalizzazione interna - focalizzazione esterna 71 Focalizzazione zero C'è la focalizzazione zero quando il narratore è onnisciente (cioè conosce tutto). Il narratore onnisciente sa tutto di tutti i personaggi della storia: sa come è cominciata la storia, sa come va a finire, sa cosa pensano i personaggi. Il narratore onnisciente conosce tutti i particolari della storia, così può raccontare la storia cambiando l'ordine di quello che è successo: - può fare salti indietro o flashback (per esempio, prima parla di un uomo, poi comincia a raccontare la storia di questo uomo come se fosse ancora bambino) - può fare salti in avanti o anticipazioni (per esempio, parla di un bambino e ci anticipa un episodio che succederà a questo bambino nel futuro) - può raccontare quello che succede nello stesso momento al personaggio A e al personaggio B. In questo brano di Giuseppe Giocosa (1847-1906) Storia di Guglielmo Rhedy, il narratore è onnisciente (conosce i personaggi, le loro famiglie, conosce le loro storie passate): Guglielmo Rhedy era nativo di Gressoney-la Trinitè, dove abitava una casa sulla sinistra del torrente Lys, poco più in basso del punto donde si dipartono le due strade del Col d'Ollen verso Alagna, e della Betta Forca verso la valle di Ajaz. La casa di Guglielmo Rhedy era tutta in muratura. L'aveva fabbricata un tale Lysbak, birraio arricchitosi in Baviera, al quale [...] erano capitati rovesci di fortuna che lo avevano fermato a mezz'opera. La casetta a destra verso il torrente ed il corpo di mezzo, cioè la scala, essendo ultimate, il Lysbak era venuto a dimorarvi con la moglie e con la figlia. Teresa, la figlia del Lysbak, aveva allora 22 anni. Alta, robusta, coi colori della salute sul viso, grave nei movimenti come tutte le montanare, aveva quell'aria di freschezza e saldezza selvatica che promette onesti costumi e buoni figlioli. [...] In casa attendeva a cucire, a era nato a da dove partono era costruita con pietre, non era di legno un venditore di birra che era diventato ricco / disgrazie che lo avevano obbligato a lasciare i lavori a metà abitarvi forte, col viso bianco e rosso forza, robustezza / assicura usanze si occupava, si dedicava pulire / coltivava l'orto e allevava i polli 72 spazzare, a lustrare i vetri, al poco orto e al pollame, e trovava ancora tempo per leggere: perché Teresa era stata allevata in un educandato di Biella e sapeva parlare e scrivere quattro lingue: il tedesco che è la lingua di Gressoney, l'italiano, il francese e l'inglese. Malgrado questo grosso fardello di scienza, nessuno del piano l'avrebbe presa per una signora. aveva frequentato un collegio (una scuola) in città (a Biella) Anche se aveva studiato, nessuna delle persone che abitavano in città Focalizzazione interna C'è la fecalizzazione interna quando uno dei personaggi della storia racconta la storia con il suo punto di vista. Questo personaggio si chiama narratore interno. Il narratore interno conosce della storia solo le cose che vede e solo le cose che sono successe fino a quel momento. Questo brano, Il cane Argo e il suo padrone, è dello scrittore Italo Svevo, un famoso autore italiano (1861 - 1928). Un cane racconta un episodio della sua giornata: delle persone fanno visita al padrone. La storia è raccontata con il punto di vista del cane: questo cane non conosce e non capisce i sentimenti del suo padrone (non sa se il padrone è contento o no di ricevere queste persone). Attenzione: in questo brano ci sono molti verbi usati al passato remoto [...] Un giorno io e il padrone, dopo pranzato, si stava quieti nella nostra tana quando venne Anna ad avvisare che c'erano delle visite. Il padrone urlò non so dal piacere o dispiacere. Lo seppi o credetti di saperlo presto. Nel dubbio mi ero messo a scodinzolargli d'intorno ed egli mi diede un calcio. Ciò mi parve ragionevolissimo perché così appena potevo sapere quale umore fosse il suo e mi trassi in disparte. Si andò in giardino incontro ai visitatori ed io seguii il padrone naturalmente a ragionevole distanza. Se avessi potuto anzi ne avrei dato l'avviso anche ai visitatori ch'erano un uomo e una donna. eravamo tranquilli / rifugio (passato remoto di venire) (urlò = passato remoto di urlare = gridare) (seppi - passato remoto di sapere) (credetti = passato remoto di credere) muovere la coda / (diede = passato remoto di dare) /giusto mi misi (passato remoto di mettersi) da parte, da solo (andò = passato remoto di andare) (seguii = passato remoto di seguire) avrei detto 73 A mia sorpresa vedo il mio padrone correre ad incontrarli, inchinarsi ed anche aprire la bocca e socchiudere gli occhi come usa sempre quando è allegro visto che non ha la coda. chiudere un poco Focalizzazione esterna C'è la fecalizzazione esterna quando la storia è raccontata da un narratore esterno Questo narratore: - non è uno dei personaggi della storia - non esprime giudizi, non fa commenti - racconta solo quello che vede Questo brano (Gli uccisori) è dello scrittore americano Ernest Hemingway (18991961). Il narratore è un narratore esterno. Nel brano ci sono molti dialoghi La porta della trattoria "Enrico" si aprì ed entrarono due uomini. Si sedettero al banco. "Cosa desiderate?" chiese Gorge. "Non saprei", uno dei due disse. "Cosa vuoi da mangiare, Al?" "Per me è lo stesso", disse Al, "non lo so proprio cos'è che voglio". Fuori stava facendosi buio. La luce di un lampone brillò attraverso la finestra. I due uomini si misero a leggere il menù mentre all'altra estremità del banco Nick Adams li stava a guardare. Parlava con George quando erano entrati. "Così per te va tutto bene?" chiese Al a George. "Sicuro". "Sei un ragazzo sveglio, no?" "Sicuro". "Invece no, te lo dico io", fece l'altro ometto. "No, Al?" (aprì = passato remoto di aprire) (entrarono = passato remoto di entrare) (sedettero = passato remoto di sedere) stava diventando buio (brillò = passato remoto di brillare) (si misero = passato remoto di mettersi) piccolo uomo 74 "È scemo", rispose Al. Si volse a Nick. "Come ti chiami?" "Adams" "Un altro ragazzo sveglio", fece Al. "Non trovi, Max?" "la città è piena di ragazzi svegli", Al disse. Gorge posò sul banco due piatti: uno con le uova al prosciutto e l'altro con le uova al lardo. Vi mise visino due piccoli vassoi con le patate e chiuse lo sportello che dava in cucina. (posò = passato remoto di posare) (mise = passato remoto di mettere) 75 I GENERI LETTERARI In questo nuovo capitolo parliamo di generi letterari. Un libro appartiene ad un genere letterario quando ha delle caratteristiche comuni ad altri libri. Ci sono tanti generi letterari: 1. Il romanzo umoristico è un romanzo divertente (un romanzo che fa ridere) 2. Nel romanzo di avventura ci sono personaggi coraggiosi. Questi personaggi affrontano situazioni pericolose e vivono avventure straordinarie 3. Il romanzo poliziesco racconta storie di poliziotti, di detective, di omicidi... 4. Il romanzo fantastico racconta storie strane, a volte queste storie sono spaventose. Quando il romanzo fantastico racconta storie spaventose si chiama romanzo horror 5. Il romanzo di fantascienza racconta situazioni future. I personaggi del romanzo di fantascienza a volte vengono da altri pianeti. Nel romanzo di fantascienza sono descritti mondi futuri 6. Il romanzo storico racconta fatti veramente accaduti nel passato. I romanzi storici sono ambientati in luoghi reali, in città o luoghi del passato 7. Il romanzo realistico ha come protagonisti persone del popolo. Gli autori di questi romanzi vogliono descrivere situazioni reali 8. Il romanzo psicologico descrive soprattutto i pensieri (la psicologia) dei suoi personaggi. Studieremo uno per uno questi generi. Ricorda: anche i film appartengono a generi diversi: quando vedi un film, capisci subito se parla di amore (genere romantico), di poliziotti e delitti (genere poliziesco), di storie di cowboys (genere western) 76 Nelle pagine seguenti troverai: 1. una descrizione del genere letterario e delle sue caratteristiche 2. una breve presentazione degli autori (degli scrittori) e delle loro opere più famose Nelle pagine seguenti non troverai i racconti o le pagine di romanzi: dovrai leggere questi testi sul libro di testo usato in classe. 77 1 - La narrazione umoristica Cos'è l'umorismo? È un modo divertente di vedere le cose. Un umorista sa raccontare le cose in modo divertente: l'umorismo ci fa ridere. Sicuramente hai visto alla televisione molti spettacoli umoristici. Anche i racconti e i romanzi possono essere umoristici: un racconto umoristico è un racconto divertente. Le caratteristiche dei romanzi o dei racconti umoristici sono: - il protagonista o gli altri personaggi del racconto sono comici (divertenti): si comportano in modo strano o hanno dei difetti o delle caratteristiche divertenti. - Nel racconto ci sono degli equivoci. C'è un equivoco quando una persona viene scambiata per un'altra. - Nel racconto ci sono situazioni strane (un bambino che fuma, un animale feroce che ha paura...) - Nel racconto è raccontato uno scherzo - La fine del racconto è diversa da come pensavi (c'è un finale a ._ sorpresa e questo finale è divertente) - Per raccontare la storia l'autore usa un linguaggio strano (per esempio, si rivolge a un bambino piccolo parlandogli come se fosse una persona molto importante o usa delle parole difficili per raccontare una cosa molto semplice). - Per raccontare la storia l'autore usa un linguaggio gergale (un dialetto o un linguaggio usato da poche persone, un linguaggio con parole strane) Impara questa parola: ironia L'ironia è un modo di raccontare le cose dicendo il contrario di quello che si pensa. Se un amico dice ad un altro amico calvo (senza capelli): "Che bella pettinatura hai, oggi!", usa l'ironia. Se, dopo un'ora di lezione molto noiosa, dici "oggi la lezione è stata davvero interessante, peccato sia già finita!", usi l'ironia: dici una cosa ma vuoi dire il 78 contrario. L'ironia è un modo simpatico di dire le cose, l'ironia è allegra. ________________________________________________________________ Giovanni Boccaccio (1313-1375) vive nel Medioevo. Boccaccio è uno dei primi scrittori ad usare la lingua italiana (fino ad allora, per scrivere, si usava il latino). Il libro più importante di Boccaccio è il Decameron. Nel Decameron, Boccaccio racconta la storia di 10 ragazzi (7 donne e 3 uomini). Questi ragazzi si rifugiano (vanno) in una villa di campagna, vicino a Firenze, perché in città c'è una malattia terribile: la peste. Ogni giorno, ogni ragazzo, racconta agli altri una storia. Il tema (l'argomento) della storia è scelto a turno da uno di loro. In tutto i ragazzi raccontano 100 storie: il Decameron raccoglie queste cento storie. Nella sesta giornata il tema scelto è quello dei "motti si spirito", cioè delle frasi, delle situazioni spiritose. Nel libro troverai il racconto divertente di Frate Cipolla: un frate che, in cambio di soldi, promette agli abitanti della città di mostrare la penna di un famoso angelo (l'Arcangelo Gabriele). Guy de Maupassant (1850-1893) è uno scrittore francese. Nei suoi racconti e nei suoi romanzi Maupassant descrive storie di personaggi del suo tempo. In queste storie Maupassant critica il modo di vivere del suo tempo. Alcune di queste storie, come il racconto La burla, sono molto divertenti. Stefano Benni (1947) è uno scrittore italiano contemporaneo (cioè è uno scrittore dei nostri tempi). Bermi ha scritto molti romanzi e racconti. Le storie scritte da Benni sono molto divertenti: questo scrittore è famoso per la satira di politica e di costume (cioè prende in giro il mondo politico e il modo di comportarsi della gente). 79 2 - Il romanzo d'avventura II romanzo di avventura è un romanzo che racconta storie straordinarie. Il protagonista del romanzo di avventura è una persona coraggiosa, una persona che sa affrontare situazioni pericolose. Il romanzo di avventura è molto appassionante. Le caratteristiche dei romanzi di avventura sono: - c'è sempre un eroe protagonista. Questo eroe ha qualità positive (è bello, forte, buono, onesto...).!! protagonista può avere degli aiutanti. - c'è . sempre un antagonista. L'antagonista si oppone all'eroe. L'antagonista ha qualità negative (è cattivo, egoista, violento...) - La storia è ambientata il luoghi esotici o selvaggi (isole lontane, foreste...) - Nel romanzo d'avventura ci sono molti colpi di scena, succedono, cioè, molte cose: l'eroe deve superare molti ostacoli, e vive molte avventure Uno dei primi romanzi di avventura è Don Chisciotte di Miguel de Cervantes (uno scrittore spagnolo). Questo romanzo è stato scritto nel 1615 e racconta la storia di un uomo che ha letto molti libri sui cavalieri. Un giorno questo uomo, diventato pazzo, decide di viaggiare per il mondo per diventare famoso e per combattere le ingiustizie. Il libro racconta il suo viaggio assieme all'aiutante Sancho Panza e il suo ritorno nella città di origine. Un altro romanzo d'avventura molto famoso è Robinson Crusoe (1719) di Daniel Defoe, uno scrittore inglese. Questo romanzo racconta la storia di un uomo che è naufragato ed è arrivato su un isola. Questa isola è deserta e Robinson Crusoe deve imparare a vivere da solo, cacciando, pescando, costruendo capanne e oggetti. Robinson Crosue vive nell'isola per 28 anni. Dopo 28 anni una nave lo ritrova e lo riporta in Inghilterra. Un altro scrittore di romanzi di avventura vissuto nel 1700, è Jonathan Swift. Il suo romanzo più importante è I viaggi di Gulliver (1726). Il protagonista di questo libro è Gulliver, un uomo che fa naufragio e arriva su un'isola sconosciuta, Lilliput. Gli abitanti di questa isola, i lillipuziani, sono molto piccoli e Gulliver sembra un gigante. Gulliver lascia Lilliput e arriva in un altro paese: Brobdingnag. Qui gli abitanti sono tutti altissimi, Gulliver a loro sembra molto piccolo, così diventa una 80 delle bambole della figlia del re. Un altro paese visitato da Gulliver è un paese abitato da cavalli. Qui i cavalli sono animali intelligenti e buoni, gli uomini invece sono animali crudeli. Con questo libro Swift critica i vizi e i pregiudizi degli uomini. Anche nell'ottocento i romanzi di avventura hanno molto successo. I più importanti sono i romanzi di Robert Louis Stevenson, di Jules Verne, di Herman Melville, di Emilie Salgari. Robert Louis Stevenson è uno scrittore inglese. Uno dei suoi romanzi più famosi è L'isola del tesoro (1833). Il protagonista di questo libro è un ragazzo, Jim. Jim trova la mappa di un'isola dove è sepolto un tesoro. Jim si imbarca su una nave ma, quando raggiunge l'isola, deve combattere contro i pirati e contro altre persone che vogliono prendere il tesoro. Dopo molte avventure Jim torna in Inghilterra con il tesoro. Jules Verne (1828 - 1905) è uno scrittore francese. Nei suoi libri racconta avventure ispirate al progresso scientifico. Verne scrive molti libri. In alcuni libri parla di viaggi straordinari. Questi sono i titoli di alcuni dei suoi libri: Viaggio al centro della terra Dalla Terra alla Luna Intorno alla luna Ventimila leghe sotto i mari Verne immagina in anticipo viaggi straordinari che l'uomo farà molti anni più tardi. Ne Il giro del mondo in ottanta giorni (1873) Verne racconta la storia di un nobile inglese, Phileas Fogg. Fogg scommette con gli amici del suo club che farà un viaggio intorno al mondo in 80 giorni. Accompagnato dal servo Passepartout, Fogg arriva in India. In India, Fogg salva una donna indiana, Alida, che doveva essere bruciata sul fuoco. Fogg va in Cina, poi in America e poi con una nave, torna in Inghilterra. Un poliziotto che lo crede un ladro, lo arresta. Fogg dimostra di essere innocente. Dopo queste avventure Fogg va al club, ma pensa di essere arrivato in ritardo. Invece quel giorno è l'ottantesimo giorno dopo la sua partenza: Fogg vince la scommessa con gli amici. Nel finale, Fogg sposa la bella Auda. Herman Melville (1819 - 1891) è uno scrittore americano. Il suo libro più importante è Moby Dick. La storia di Moby Dick (una grande balena bianca) è raccontata da un giovane marinaio, Ishmael. Ishmael è imbarcato su una baleniera (una nave che va a caccia 81 di balene). Il capitano di questa baleniera è Achab. Achab non ha una gamba: l'ha persa durante una lotta contro la balena Moby Dick. Achab pensa che questa balena rappresenti il Male. Achab inizia un lungo viaggio per cercare Moby Dick. Dopo molto tempo il capitano Achab trova la balena. Inizia una caccia terribile tra Achab e Moby Dick, ma la balena lotta con tutta la sua forza e distrugge la nave. Muoiono tutti gli uomini della nave. L'unico sopravvissuto è Ishmael. Ishmael torna a terra e racconta questa storia spaventosa. Emilie Salgari (1862 - 1911) è uno scrittore italiano. Salgari scrive molti libri di avventura: circa 80 romanzi e 150 racconti. I libri di Salgari sono libri per ragazzi. Questi libri sono ambientati in paesi lontani, in questi paesi vivono corsari e pirati. Salgari durante la sua vita non ha mai viaggiato, ma ha saputo immaginare e descrivere molto bene questi paesi. Le tigri di Mompracen è uno dei romanzi più famosi di Salgari. Il protagonista di questo romanzo è Sandokan, un principe della Malesia, cacciato dopo l'arrivo degli inglesi. Sandokan è forte e coraggioso, difende il suo popolo e lotta per l'indipendenza della Malesia. Un giorno Sandokan fa naufragio ed arriva nell'isola di Labuan. Sandokan è ferito e viene curato da Lady Marianna, una bellissima donna inglese. Sandokan e Marianna si innamorano e Marianna decide di andare con lui anche se scopre che Sandokan è nemico degli inglesi. Sandokan e Marianna si sposano e Marianna diventa la regina del popolo dei pirati. Sandokan abbandona la lotta per amore di Marianna. Michael Crichton è uno scrittore americano nato nel 1942. Crichton ha scritto un romanzo di avventura molto famoso: Jurassic Park. Questo romanzo è stato pubblicato pochi anni fa, nel 1990 ed è diventato molto famoso perché ha ispirato un film (l'hai visto anche tu?). La storia parla di Jurassic Park: un grande parco di divertimenti. In questo parco uno scienziato ha fatto rinascere dei dinosauri. Il parco sta per essere inaugurato (cioè sta per essere aperto al pubblico), ma pochi giorni prima della apertura, ci sono molti guasti ai computer. Il padrone del parco invita Tom e Lex, i suoi piccoli nipoti. Mentre Tom e Lex stanno visitando il parco, improvvisamente i dinosauri si liberano: la vita dei due ragazzini e dei loro accompagnatori è in pericolo. I pericolosi dinosauri devono essere distrutti, insieme al parco e a tutte le sue attrezzature. 82 3 - Il romanzo poliziesco Il romanzo poliziesco (o giallo) racconta una storia dove ci sono dei reati (quasi sempre dei delitti, cioè l'uccisione di alcune persone). Di solito il protagonista è un poliziotto o un detective (un poliziotto privato), questo poliziotto deve trovare il colpevole del delitto. Il romanzo poliziesco in italiano si chiama anche giallo. Il romanzo poliziesco ha questo nome perché i primi romanzi polizieschi pubblicati in Italia avevano la copertina gialla. - Le caratteristiche principali di questi romanzi sono: - i romanzi parlano sempre di un delitto - c'è sempre qualcuno che cerca il colpevole (cioè la persona che ha fatto questo delitto) - il colpevole viene scoperto attraverso delle indagini (il colpevole si nasconde, non è il colpevole a confessare il suo delitto, ma un'altra persona lo scopre) - c'è sempre un colpo di scena finale (cioè la storia finisce sempre in un modo imprevedibile, in un modo diverso da come immagini) tra i personaggi ci sono: - la vittima - il colpevole (l'assassino) - l'investigatore Tra i romanzi polizieschi possiamo distinguere: 1. il giallo a enigma 2. il giallo d'azione 1 - Il giallo ad enigma è un romanzo poliziesco dove un poliziotto deve trovare il colpevole di un delitto che è già stato compiuto. Un esempio molto famoso di gialli ad enigma sono le storie di Sherlock Holmes, un famoso detective inventato dallo scrittore Arthur Conan Doyle (1859 - 1930). Questo detective sa scoprire, attraverso dei piccoli indizi, i colpevoli dei delitti. 2- Il giallo d'azione è un romanzo poliziesco che racconta una storia dove il delitto non è già stato compiuto: il lettore segue la preparazione del delitto. Le storie 83 raccontate in questo tipo di romanzo poliziesco (chiamato anche thriller) sono spesso utilizzate per i film. giallo ad enigma giallo d'azione la storia inizia quando il delitto è già la storia viene raccontata in ordine stato commesso, ed è raccontata in cronologico (cioè nell'ordine in cui questo ordine: avvengono i fatti): 1. il delitto viene scoperto 2. non si sa chi è il colpevole e perché la persona è stata uccisa 3. la polizia non sa cosa fare 4. viene accusata una persona innocente 5. un detective (o un poliziotto) studia il caso 6. il detective scopre il colpevole 1. un assassino sceglie la sua vittima 2. la vittima non sa che corre un pericolo. Il lettore però sa già cosa succederà. 3. l'assassino uccide la sua vittima. 4. l'assassino cerca di uccidere anche le persone che possono scoprire il suo delitto 5. l'assassino viene scoperto - il protagonista di queste storie è di - il protagonista di queste storie solito un detective può essere l'assassino, la vittima, la persona che scopre l'assassino - in queste storie si scopre sempre il colpevole. Il colpevole è punito - in queste storie i rapporti tra i personaggi sono spesso violenti, - nella storia ci sono molte descrizioni ci sono tante situazioni pericolose - la storia è piena di suspense, di situazioni difficili, paurose Arthur Conan Doyle (1859 - 1930) è uno scrittore inglese ed è l'inventore di un famoso detective (o investigatore): Sherlock Holmes. Sherlock Holmes ha un aiutante, il dottor Watson. Holmes è capace di risolvere i casi più difficili: il suo metodo è deduttivo. Questo significa che Holmes osserva con molta attenzione i fatti e li studia con grande intelligenza. Holmes studia i fatti in modo scientifico: esamina gli indizi e trova la soluzione logica. Watson, l'aiutante, racconta ai lettori le storie di Holmes (Watson ha la funzione di narratore). Agatha Christie (1890 - 1976) è una scrittrice inglese. Ha scritto molti romanzi gialli (più di 70). I protagonisti dei suoi romanzi sono l'ispettore Hercule Poirot (un 84 investigatore belga, basso, grasso, non giovane, molto intelligente) e miss Marple (una vecchietta molto simpatica). Dai libri di Agata Christie sono stati tratti tanti film. Uno dei libri più famosi è Assassinio sull'Orient-Express, scritto nel 1934. In questo libro si racconta la storia di un omicidio avvenuto sul famoso treno (l'Orient-Express) che da Istanbul porta a Calais. Su quel treno c'era anche l'ispettore Poirot. Poirot, con le sue indagini, scopre il motivo dell'assassinio e i colpevoli. George Simenon (1903 - 1989) è uno scrittore francese. Simenon ha scritto circa 500 gialli ambientati in Francia. Il protagonista dei suoi libri è l'ispettore Maigret. Maigret è un commissario di polizia. Maigret cerca di scoprire i colpevoli con la sua intuizione. Maigret è un personaggio molto umano: non sopporta le persone cattive e arroganti, cerca di capire le persone povere e umili, anche quando sono colpevoli di qualche delitto. Le storie del commissario Maigret si svolgono in ambienti normali: case, trattorie, bar, piccoli paesi, quartieri di periferia... 85 4 - La narrazione fantastica I romanzi e i racconti fantastici sono nati alla fine del 1700. Raccontano storie di fantasia, a volte spaventose. In questi racconti succedono fatti inspiegabili, molto strani, come a volte ci sono nei sogni. Le caratteristiche del genere fantastico sono: le storie sono ambientate in luoghi reali (non in luoghi fantastici, come le favole) ad un certo punto succede qualcosa di strano, di inquietante il protagonista non capisce se quello che vede è vero o è una sua fantasia a volte nelle storie ci sono situazioni sovrannaturali (fantasmi, oggetti che si muovono...). Horror Alcuni romanzi e racconti fantastici sono chiamati horror I racconti horror sono spaventosi. I lettori di questi racconti amano provare delle emozioni forti come la paura o l'ansia. Le prime storie horror sono state scritte in Inghilterra, alla fine del 1700. Gli scrittori più importanti sono Horace Walpole, Mary Shelley, Edgar Allan Poe. Le caratteristiche di questi romanzi sono: - ci sono personaggi mostruosi - le storie sono ambientate di notte, in luoghi che fanno paura (castelli, cimiteri, luoghi isolati...) - succedono molti fatti, tutti spaventosi. Questi fatti fanno provare paura al lettore. Anche oggi ci sono scrittori di libri horror. Il più conosciuto è Stephen King, uno scrittore americano. Mary Shelley (1797 - 1851) è una scrittrice inglese. Il suo libro più famoso è Frankenstein. Questo libro parla di un giovane scienziato, Victor Frankenstein. Questo scienziato vuole creare un uomo. Frankenstein va nei cimiteri, prende tanti pezzi di morti e 86 con questi costruisce un uomo gigantesco. Frankenstein riesce a dare la vita al mostro che ha creato. Il mostro creato da Frankenstein scappa e vive nascosto per molto tempo. È brutto, ma non è cattivo. Un giorno gli uomini lo vedono e lo cacciano: hanno terrore di lui. Il mostro capisce che non può vivere tra gli uomini, così cerca Frankenstein, il suo creatore, per vendicarsi. Il mostro uccide tutti gli amici e i familiari di Frankenstein e, alla fine, uccide anche Frankenstein. Edgar Allan Poe (1809 - 1849) è uno scrittore americano. Poe è il primo scrittore americano diventato famoso in Europa. La vita di Poe è stata breve: lo scrittore si è ammalato perché usava alcool e droghe. Nei suoi racconti sono raccontate le sue paure e le sue allucinazioni. I personaggi dei suoi racconti vivono spesso situazioni di terrore. Bram Stoker (1847 - 1912) è uno scrittore irlandese. Stoker è l'inventore del personaggio di Dracula. Dracula è un conte che vive in un castello della Transilvania (in Romania). Ma Dracula è anche un vampiro: è, cioè, un morto-vivente ed ha bisogno ogni giorno di bere del sangue umano. Dracula decide così di andare ad abitare in una grande città, dove è più facile trovare delle vittime per bere il loro sangue. Per questo motivo Dracula decide di andare ad abitare a Londra. Dracula a Londra fa molte vittime, ma, alla fine, viene ucciso. Franz Kafka (1883 - 1924) è uno scrittore boemo, uno degli scrittori più famosi del 1900. Nei suoi libri Kafka racconta situazioni strane, senza spiegazione. Le sue storie sembrano degli incubi spaventosi. I protagonisti dei suoi libri sono sempre personaggi molto soli, questi personaggi vivono situazioni terribili ma non sanno capire perché. Uno dei suoi libri più importanti è La metamorfosi (1916). Il protagonista di questo libro è Gregorio, un giovane commesso viaggiatore (un venditore). Una mattina, senza sapere perché, Gregorio si sveglia e si trova trasformato in un grande scarafaggio (un insetto). Gregorio è costretto a vivere chiuso nella sua stanza, da solo. Un giorno, per ascoltare la sorella che suona il pianoforte, va nella sala. Il padre lo vede e gli tira addosso una mela, questa mela ferisce a morte Gregorio. Gregorio muore e viene buttato nella spazzatura. Dino Buzzati (1906 - 1972) è uno scrittore italiano. Ruzzati ha lavorato per molti anni al Corriere della Sera, uno dei più importanti giornali italiani. Buzzati ha scritto molti romanzi e molti libri di racconti. Nei suoi libri ci sono molte situazioni strane: le sue storie mescolano insieme realtà, fantasia, magia. 87 Stephen King (1947) è uno scrittore contemporaneo (cioè è uno scrittore dei nostri tempi). Stephen King è nato in America ed oggi è il più famoso scrittore di libri horror. I libri di Stephen King hanno ispirato molti film famosi (per esempio Shining, Misery non deve morire) Le storie scritte da Stephen King sono ambientate ai nostri giorni, in case e città normali. In queste situazioni normali, improvvisamente, qualcosa di molto pericoloso e terrificante cambia la vita delle persone. Nei libri di Stephen King è sempre presente il Male, una forza che terrorizza e distrugge. Il Male viene combattuto ma non viene mai sconfitto del tutto. 88 5 - La fantascienza I romanzi e i racconti di fantascienza raccontano storie fantastiche ambientate nel futuro. In queste storie la fantasia è mescolata alla scienza, (per questo il genere si chiama fantascienza). Gli scrittori di fantascienza presentano le loro storie straordinarie in modo molto naturale, come se queste storie fossero vere. Nei romanzi e nei racconti di fantascienza puoi trovare queste caratteristiche: - sono ambientati nel futuro - parlano di viaggi nello spazio o nel tempo - ci sono personaggi fantastici. Questi personaggi vengono spesso da altri pianeti - ci sono robot e computer "intelligenti". Questi robot o computer possono sostituire l'uomo (possono pensare, prendere decisioni, muoversi...) - i protagonisti di queste storie hanno armi molto potenti - i personaggi possono essere replicanti (copie di personaggi che esistono sulla terra) o avere un corpo umano ma con protesi (braccia, mani, gambe...) artificiali. Il primo scrittore di fantascienza è lo scrittore francese Jules Verne (abbiamo già parlato di lui nel capitolo sul romanzo di avventura): Verne è il primo scrittore ad immaginare viaggi fantastici fuori dalla terra o all'interno della terra. Altri famosi scrittori di fantascienza sono gli scrittori americani Richard Matheson (1926) e Fredric Brown (1906-1972). Questi scrittori parlano di viaggi interplanetari (tra pianeti). Ma il più famoso scrittore di fantascienza del 1900 è Isaac Asimov (1920-1992). Asimov è nato in Unione Sovietica ma è vissuto negli Stati Uniti d'America. Asimov era uno scienziato (insegnava biochimica all'università). Asimov prendeva ispirazione dai suoi studi scientifici per inventare storie straordinarie di fantascienza: Asimov usa i suoi libri di fantascienza per divulgare (diffondere) i contenuti scientifici. I suoi libri sono molto appassionanti. 89 6 - Il romanzo storico e di testimonianza II romanzo storico II romanzo storico è nato in Inghilterra all'inizio dell'Ottocento. Nell'Ottocento in Europa c'era un forte interesse per la storia e per le tradizioni dei popoli. Il primo scrittore di romanzi storici è Walter Scott. Nel romanzo storico lo scrittore sceglie un periodo storico ed inserisce al suo interno una storia inventata. Il romanzo storico mescola (mette insieme / unisce) storia (cioè dei fatti successi veramente) ed invenzione (cioè fatti inventati dallo scrittore, non successi veramente, ma nati dalla sua fantasia). - Le caratteristiche più importanti del romanzo storico sono: - nel romanzo storico si parla di un periodo storico preciso - i personaggi possono essere realmente esistiti o possono essere personaggi immaginari (inventati) - i personaggi immaginari si comportano in modo verosimile (come se fossero personaggi reali) - nel romanzo sono presenti fatti storici accaduti veramente - ci sono molte descrizioni (dell'ambiente, dei personaggi, dei fatti storici) Walter Scott (1771-1832) è nato in Scozia (una regione della Gran Bretagna). Walter Scott era appassionato di storia, soprattutto della storia del Medioevo. Il suo libro più importante è Ivanhoe. La storia è ambientata in Inghilterra, alla fine del 1100. In questo libro Scott racconta la storia di Ivanhoe, un giovane nobile. Ivanhoe è innamorato di Lady Rowena. Ivanhoe deve lasciare l'Inghilterra e segue il suo re, Riccardo Cuor di Leone, partito per le crociate. Mentre Riccardo Cuor di Leone è lontano dall'Inghilterra, il fratello Giovanni sale al trono al suo posto 90 (usurpa il trono di Riccardo). Ivanhoe torna in Inghilterra e combatte contro Giovanni e i suoi alleati. Ivanhoe è imprigionato ma viene liberato da Re Riccardo, che è tornato sul trono. Ivanhoe e Rowena possono sposarsi. Alessandro Manzoni (1785-1873) è nato a Milano. Alessandro Manzoni è uno dei più importanti scrittori italiani. Manzoni è uno scrittore molto religioso: nel 1810 si è convertito al cristianesimo e da allora nelle sue opere egli parla spesso della fede e della Chiesa cattolica. L'opera più importante di Alessandro Manzoni è un romanzo storico, questo romanzo si intitola I Promessi Sposi. I Promessi Sposi (1840) è un romanzo ambientato in Lombardia tra il 1628 e il 1630. In questo periodo la Lombardia è governata dagli spagnoli. I protagonisti di questa storia sono Renzo e Lucia. Renzo e Lucia sono due giovani semplici: abitano in un piccolo paese e lavorano come filatori di seta. Renzo e Lucia si devono sposare, ma Don Rodrigo (il signore della zona) non vuole. I servi di Don Rodrigo minacciano il prete del paese, Don Abbondio e gli dicono di non sposare Renzo e Lucia. Renzo e Lucia devono scappare e separarsi: Lucia va a Monza, in un convento dove vive Gertrude, una monaca1, Renzo va prima a Milano, poi a Bergamo. Mentre Lucia è a Monza, un signore potente e molto pericoloso2, per fare un favore a Don Rodrigo (che è suo amico), rapisce Lucia. Quando l'Innominato vede Lucia, capisce che è una ragazza buona e semplice. L'Innominato decide di non fare del male a Lucia, anzi, si commuove ed aiuta la ragazza (dopo aver incontrato Lucia, l'Innominato diventa buono). Intanto in Lombardia c'è una epidemia di peste3. Don Rodrigo (il cattivo signore che aveva impedito le nozze di Renzo e Lucia) muore. Renzo e Lucia si ritrovano e finalmente possono sposarsi Questo romanzo è molto importante, perché i protagonisti (Renzo e Lucia) non sono persone ricche e potenti, sono persone semplici ed umili. Alessandro Manzoni sta dalla parte degli umili, dei poveri. Manzoni sta con gli umili perché gli umili hanno fede in Dio. Manzoni è contro i prepotenti. Ecco come, ne I Promessi Sposi, Alessandro Manzoni mescola storia ed invenzione (fantasia): Alessandro Manzoni ha deciso di scrivere la storia dei Promessi Sposi ambientandola in un epoca (gli anni 1628-1630) e in luogo reale (in Lombardia, tra le città di Lecco, Milano e Monza). 1 nel libro è chiamata "la monaca di Monza" nel libro è chiamato "l'Innominato" 3 una malattia terribile che uccide migliaia di persone 2 91 I fatti raccontati dal Manzoni (la guerra, la peste, la carestia) sono fatti accaduti veramente. Anche molti personaggi presenti nei Promessi Sposi (il Cardinal Borromeo, la Monaca di Monza...) sono personaggi vissuti veramente... I fatti che succedono ai protagonisti (Renzo e Lucia, cioè i promessi sposi), invece, sono inventati: sono fatti di fantasia. Lev Nikolaevic Tolstoj (1828-1910) è uno scrittore russo. I suoi romanzi più importanti sono Guerra e pace e Anna Karenina. Questi romanzi hanno avuto un grande successo: sono considerati tra i più importanti romanzi della letteratura mondiale. Nei suoi romanzi Tolstoj descrive con precisione la vita dei suoi personaggi e il periodo storico nel quale si svolge la storia. Nei romanzi di Tolstoj c'è anche una grande attenzione ai pensieri dei suoi personaggi. Tolstoj pensa che la storia è fatta dal popolo, non dai generali e dalle persone importanti. Guerra e pace (1869) è un romanzo ambientato in Russia. Tolstoj ha impiegato 6 anni per scrivere questo libro: lo scrittore ha dovuto fare molte ricerche storiche per raccontare precisamente i fatti storici presenti nel romanzo. La storia inizia nel periodo della guerra combattuta tra Napoleone e la Russia. Nel romanzo ci sono tanti personaggi: i protagonisti principali sono Andrej Bolkonskij, un giovane principe, e Nataša, una ragazza molto dolce. Andrej è sposato ma il suo matrimonio non è felice. Quando Napoleone attacca la Russia, scoppia la guerra. Andrej decide di partire per la guerra, perché riflettere sulla sua vita. Quando Andrej torna a casa, la moglie muore mentre da alla luce un bambino, Nikolaj. Andrej torna a Mosca ed incontra ad un ballo la giovane e bella Nataša: Andrej e Nataša si innamorano, ma il padre di Andrej non vuole questo matrimonio. Andrej deve partire per andare in guerra. Un altro giovane, Anatolij, corteggia Nataša. Il fidanzamento tra Andrej e Nataša si rompe. Nataša incontra ancora Andrej quando lui sta morendo perché è stato ferito in battaglia. Nataša capisce di amarlo ancora. Lei lo cura con amore, ma Andrej muore. Napoleone è sconfitto e deve andarsene, in Russia torna la pace. Le cose sono cambiate: molte persone sono morte, i ragazzi più giovani sono-cresciuti e si sposano. Anche Nataša si sposa, con Pierre Bezuchov, un amico di Andrej. Il matrimonio tra Nataša e Pierre è felice: dal loro matrimonio nascono molti figli. Giuseppe Tornasi di Lampedusa (1896-1957) è uno scrittore italiano, di famiglia nobile. Tornasi di Lampedusa è nato in Sicilia. Egli ha scritto un libro solo, Il Gattopardo. Tornasi di Lampedusa ha scritto questo libro in pochi mesi: il romanzo racconta la storia del bisnonno dello scrittore. Questo libro ha avuto un grande successo in Italia. 92 Il Gattopardo è un romanzo ambientato in Sicilia tra il 1860 e il 1910. Protagonista del romanzo è il principe Fabrizio di Salina (sullo stemma del principe c'è un gattopardo: questo simbolo da il titolo al libro). Il romanzo si svolge nel periodo dell'Unità di Italia4. Nel libro si parla della fine del Regno delle Due Sicilie e della nascita dell'Italia. Questi importanti fatti storici sono raccontati dal punto di vista del principe Fabrizio, un nobile siciliano. Fabrizio sa che con la fine del Regno delle Due Sicilie, la sua famiglia è destinata alla rovina. Il principe è una persona molto rispettata e, anche dopo l'Unità di Italia, gli chiedono di diventare senatore del nuovo governo Italiano. Ma lui rifiuta l'incarico. Dopo la morte del principe la casata nobiliare del Gattopardo perde completamente la sua importanza e il suo potere. 4 L'Italia è diventata un unico Stato nel 1861. Prima era divisa in tanti piccoli Stati. Uno di questi Stati era il Regno delle Due Sicilie. Questo Stato comprendeva la Sicilia e l'Italia del sud. Nel 1860 Giuseppe Garibaldi ha liberato il Regno delle Due Sicilie e lo ha offerto al re Vittorio Emanuele II perché diventasse territorio del Regno di Italia. 93 II romanzo di testimonianza "Testimonianza" è una parola che deriva dalla parola "testimone". Il testimone è la persona che ha assistito ad un fatto e lo racconta (se una persona ha visto un incidente e racconta cosa è successo, quella persona è testimone dell'incidente). Il romanzo di testimonianza è il romanzo di chi ha visto, di chi ha vissuto una esperienza e vuole raccontarla. I più famosi romanzi di testimonianza italiani, sono stati scritti da Primo Levi. Primo Levi (1919-1987) è uno scrittore italiano, nato a Torino. Primo Levi è ebreo, per questo motivo durante la seconda guerra mondiale i nazisti lo catturano e lo portano nel lager nazista di Auschwitz. Auschwitz è un luogo terribile: lì muoiono quasi tutti i suoi compagni. Primo Levi, però, riesce a sopravvivere. Primo Levi racconta la terribile esperienza del lager in due libri: Se questo è un uomo e La tregua. Se questo è un uomo e La tregua sono "romanzi di testimonianza": non sono storie inventate, ma raccontano quello che è successo veramente. Lo scrittore è stato testimone di avvenimenti storici, e racconta questi avvenimenti. Levi ha scritto questi libro per spiegare che 6 milioni di ebrei sono stati catturati, imprigionati ed uccisi. Levi scrive questi libri perché nessuno deve dimenticare la tragedia dell'olocausto (lo sterminio, il massacro degli ebrei). I libri di Primo Levi sono famosi in tutto il mondo Se questo è un uomo ( 1947) è il racconto degli anni passati da Levi nel lager di Auschwitz. Levi racconta le cose terribili accadute nel lager: parla degli uomini trattati come schiavi, della morte dei suoi compagni, uccisi nelle camere a gas, degli uomini e delle donne morti per fame. Quello che succede nei lager sembra un terribile incubo. Gli uomini e le donne chiusi nel lager non sperano più di tornare a casa. Quando i tedeschi perdono la guerra e lasciano il campo di Auschwitz, Levi è uno dei pochi sopravvissuti. 94 7 - La narrazione realistica, Nella seconda metà dell'ottocento (dal 1850 in poi) nasce un nuovo tipo di romanzo: il romanzo realista. "Realista" è una parola che deriva dalla parola "realtà". Gli scrittori, infatti, vogliono parlare di cose reali, vere. Vogliono parlare delle persone più povere e dei luoghi dove vivono: le storie si svolgono nei quartieri più poveri delle città o nelle campagne abitate dai contadini. Questi romanzi parlano di storie ambientate nel mondo presente: gli scrittori vogliono parlare di cose vere e attuali (cioè, cose che succedono in quel momento), vogliono rappresentare quello che succede nella loro società. Come mai c'è questo interesse per le cose attuali? 1 - perché in questo periodo le industrie diventano sempre più numerose. I lavoratori delle industrie (gli operai) cominciano a lottare per avere delle condizioni di lavoro migliori. Gli operai non vogliono più essere sfruttati, vogliono essere pagati di più e vogliono essere trattati meglio (nelle fabbriche gli operai lavoravano anche per 14 ore al giorno, non avevano diritti, quando protestavano venivano licenziati). Molti dei libri scritti in questo periodo raccontano le difficili condizioni di vita degli operai. 2 - perché in questo periodo anche i piccolo borghesi (gli impiegati, gli artigiani, i commercianti...) iniziano a leggere i romanzi (prima solo le persone molto ricche e istruite leggevano). Ai borghesi piace leggere dei libri dove ci sono dei personaggi che lottano per difendere i loro diritti, come hanno fatto loro. 3 - perché in questo periodo c'è un forte interesse per la realtà e per l'esperienza. In questo periodo c'è una forte fiducia nella scienza e nel progresso (gli uomini credono che la scienza ed il progresso renderanno la vita più facile). Gli scrittori decidono di descrivere tutto quello che succede in modo scientifico, anche la realtà e la vita (descrivono la realtà così come è, anche quando decidono di parlare di situazioni difficili, di persone molto povere... ) Questo periodo si chiama positivismo: gli uomini hanno fiducia nella scienza e sperano che la situazione sociale migliori. Le caratteristiche di questi romanzi sono: a - i protagonisti sono persone povere, queste persone vivono situazioni difficili 95 b - l'autore cerca di descrivere queste situazioni oggettivamente (cioè descrive le situazioni ma non le commenta: vuole descrivere le cose senza apparire, come un fotografo che fa una fotografia, ma non si fa vedere nella fotografia). Questo modo di descrivere le cose senza commentare, si chiama canone dell'impersonalità c - le storie di questi personaggi sono ambientate nel mondo presente Il Naturalismo In Francia gli scrittori che scrivono romanzi con queste caratteristiche, chiamano questo modo di scrivere Naturalismo. Gli scrittori naturalisti vogliono denunciare, con i loro libri, l'ingiustizia e lo sfruttamento delle persone più povere. Lo scrittore francese più importante è Emile Zola (1840-1902). Zola nella sua gioventù è stato povero e racconta storie di povera gente: operai, minatori, persone alcolizzate. Molte persone criticano Zola perché lui descrive situazioni di grande povertà, ma Zola vuole descrivere proprio la vita dei più poveri: lui dice che le cose che racconta sono vere. Zola vuole "dipingere la vita" così come è. I romanzi più famosi di Zola sono Il ventre di Parigi, Germinale, La bestia umana, Teresa Raquin. Il Verismo In Italia il Naturalismo prende un altro nome: si chiama Verismo. Il più importante scrittore verista è Giovanni Verga (1840-1922). Verga è uno scrittore siciliano e racconta storie di pescatori, di contadini, di povera gente che abita in Sicilia. Nei libri di Verga le persone sono sempre sconfitte dalla vita: le persone vogliono migliorare il loro modo di vivere, ma non riescono. Anche Verga vuole raccontare le cose così come sono. Anche Verga vuole descrivere le cose senza dare giudizi personali. I suoi romanzi più famosi sono I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo. I Malavoglia racconta la storia di una famiglia di pescatori siciliani. Un giorno 96 la loro barca fa naufragio, nel naufragio muore il capofamiglia (Bastianazzo) e per i Malavoglia inizia un periodo molto difficile: per pagare i loro debiti devono vendere la casa dove abitano. Dopo poco muoiono altre due persone della famiglia: il figlio Luca (morto in guerra) e la madre Maruzza (morta di colera, una malattia). Un altro figlio, 'Ntoni, finisce in carcere, Lia, la sorella, diventa prostituta. Un'altra sorella, Mena, ama un uomo ma non può sposarsi con lui perché non ha soldi. Alla fine del libro, il figlio più piccolo, Alessi, riesce a ricomprare la casa della famiglia. In questo periodo altri scrittori decidono di scrivere dei libri che raccontano le storie di personaggi di altre classi sociali, soprattutto della borghesia. Honoré de Balzac (1799-1850) è uno scrittore francese. Balzac scrive 96 opere (romanzi e racconti). Balzac unisce queste opere in una raccolta, questa raccolta di libri si chiama La commedia umana. Nei suoi romanzi Balzac descrive soprattutto l'ambiente dei borghesi (persone non povere, ma che amano molto il denaro). Balzac osserva con grande attenzione le cose che succedono tra gli uomini: lui vuole descrivere i rapporti che ci sono tra le persone, le passioni, le lotte, i drammi che ci sono tra gli uomini. Charles Dickens (1812-1870) è uno scrittore inglese. Uno dei suoi romanzi più famosi è David Copperfield. Charles Dickens ha avuto un'infanzia difficile: quando aveva 10 anni suo padre è andato m carcere per debiti e lui ha dovuto andare a lavorare in una fabbrica di lucido di scarpe5. La storia di David Copperfield è simile alla storia di Charles Dickens: anche David Copperfield, come Charles Dickens, deve andare a lavorare a 10 anni, anche David, come Dickens, quando diventa grande, diventa uno scrittore famoso. Questo è il riassunto del romanzo: David Copperfield è orfano di padre (suo padre è morto). Sua madre sposa un altro uomo, ma poco dopo anche la madre di David muore. Il nuovo padre di David è molto cattivo con lui e lo costringe a lavorare duramente. David scappa e va a casa di una zia. La zia lo manda a Canterbury a studiare. David, giovane studente, a Canterbury conosce una ragazza buona e dolce: Agnes. David diventa uomo e sposa una donna che si chiama Dora, ma dopo poco tempo Dora muore. David intanto diventa uno scrittore famoso e incontra di nuovo Agnes. David sposa Agnes. David e Agnes hanno tanti bambini. ________________________________________________________________ Il neorealismo 5 quando uno scrittore scrive in un romanzo la storia della sua vita, scrive un romanzo autobiografico 97 Anche nel 1900, alcuni scrittori scelgono di parlare di cose che succedono nel mondo presente. Nasce così il movimento del neorealismo. Il neorealismo (un nuovo realismo) è un movimento che nasce dopo la seconda guerra mondiale (la seconda guerra mondiale è finita nel 1945). Anche nel neorealismo i protagonisti sono persone del popolo. Nei romanzi del neorealismo si parla soprattutto della guerra, della lotta per la libertà, dei partigiani6, della ricostruzione dell'Italia dopo la guerra. Gli scrittori più importanti del neorealismo sono Cesare Pavese, Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia. II realismo non è solo un movimento letterario (cioè, non riguarda solo i libri): quando si parla di neorealismo, in Italia, bisogna parlare anche dei film. Per capire bene cosa è il neorealismo, infatti, bisogna vedere i film girati in Italia dopo la seconda guerra mondiale: alcuni film (come Roma città aperta) sono stati girati tra le case distrutte, subito dopo la guerra. In questi film i protagonisti sono persone del popolo, spesso queste persone parlano in dialetto (queste caratteristiche ci sono anche nei romanzi). I film più famosi sono Ladri di biciclette (in questo film si parla del problema della disoccupazione), Sciuscià (questo film racconta la storia di bambini abbandonati, il film è ambientato a Napoli), La terra trema (questo film è ispirato al romanzo di Verga I Malavoglia). Cesare Pavese (1908-1950) è uno dei più importanti scrittori italiani moderni. Uno dei libri più famosi di Cesare Pavese è La luna e i falò. Il protagonista di questo libro è un emigrato che torna dall'America. Quando questo uomo arriva nel suo paese di origine, tra le colline del Piemonte, vede che tutto è cambiato. Il protagonista ritrova un vecchio amico, Nuto, e con lui ricorda le cose che facevano quando erano ragazzi, ricorda le persone ormai morte... Il protagonista, in un primo momento, pensa di comprare un pezzo di terra e di rimanere a vivere in Italia, ma quando capisce che tutte le cose sono cambiate, decide di tornare per sempre negli Stati Uniti. Alberto Moravia (1907-1990) scrive il suo primo libro a 22 anni. Questo libro (Gli indifferenti) ha un grande successo. Moravia scrive altri romanzi famosi (Agostino, La disobbedienza). In questi romanzi i protagonisti sono borghesi senza ideali e senza valori. I personaggi 6 i partigiani erano le persone che combattevano in Italia contro il governo fascista perché non accettavano la politica di Mussolini e l'occupazione tedesca di Hitler 98 delle storie raccontate da Moravia non sono capaci di comunicare tra loro, sono persone chiuse ed egoiste. I rapporti tra i personaggi sono molto difficili. In altri romanzi di Moravia (La romana, La ciociara) o racconti (Racconti romani, Nuovi racconti romani), i protagonisti sono personaggi dei quartieri romani: operai, artigiani, negozianti, ma anche ladri e imbroglioni... Pier Paolo Pasolini (1922-1975). Il primo romanzo di Pasolini è Ragazzi di vita. I protagonisti di questo romanzo sono i ragazzi dei quartieri romani. In' questo libro Pasolini parla di un mondo povero e violento, ma i suoi personaggi sono molto umani e vivi. Una vita violenta è un altro romanzo di Pasolini ambientato tra i ragazzi delle borgate (i quartieri poveri) di Roma. Il protagonista di questo romanzo è Tommaso, un ragazzo che vive in una borgata. Tommaso è povero: ruba, si difende usando un coltello. Ma la vita di Tommaso cambia quando incontra un uomo. Quest'uomo gli spiega che è importante impegnarsi per gli altri. Tommaso comincia a fare politica e si impegna nel Partito Comunista. Un giorno, c'è una alluvione, Tommaso salva una prostituta che è rimasta chiusa nella sua povera casa. Tommaso, per il freddo e la fatica, si ammala e muore. Oltre a scrivere romanzi e poesie, Pasolini è stato regista di molti film. 99 8 - Il romanzo psicologico La psicologia è una scienza che studia le emozioni, i sentimenti, i comportamenti degli uomini. Anche gli scrittori studiano i sentimenti e i comportamenti dei loro personaggi. Di solito, quando un personaggio di un romanzo è molto importante, lo scrittore descrive in modo approfondito il suo carattere, quello che pensa, come si comporta... Alla fine del 1800 alcuni autori scelgono di dare molta importanza alla descrizione dei personaggi dei loro libri: vogliono descrivere la loro psicologia, i loro pensieri... A questi autori interessa soprattutto raccontare quello che succede nella testa, nella mente, dei loro personaggi: nasce il romanzo psicologico. Le caratteristiche del romanzo psicologico sono: - l'autore non vuole descrivere solo le cose che succedono (i fatti, gli avvenimenti) ma vuole descrivere soprattutto i pensieri dei suoi personaggi - nei romanzi e nei racconti psicologici ci sono pochi fatti, succedono poche cose. Ci sono, invece, molte riflessioni - spesso il narratore è interno, parla, cioè in prima persona e descrive le cose dal suo punto di vista (focalizzazione interna) Fëdor Dostoevskij (1821-1881) è un famoso scrittore russo. I suoi personaggi sono molto complicati e tormentati: lo scrittore è convinto che dentro ogni uomo si può mescolare una grande bontà e una grande cattiveria. I suoi personaggi sono alla ricerca della loro identità e di una soluzione ai drammi interiori della vita. I romanzi più famosi di Fëdor Dostoevskij sono L'idiota, Umiliati e offesi, I Demoni, II giocatore, Delitto e castigo. Delitto e castigo racconta la storia di un giovane studente, Raskol’nikov. Raskol'nikov è povero e decide di uccidere una ricca donna e la sorella, per derubarle. Dopo avere ucciso le donne il ragazzo comincia a fare sogni terribili: si sente in colpa per l'uccisione delle due donne ed ha paura di essere scoperto. Raskol'nikov incontra Sonja, una ragazza che fa la prostituta perché è molto povera. Sonja lo convince a confessare alla polizia il suo delitto. Il ragazzo 100 capisce che fare il male non è mai giusto. Raskol'nikov è condannato ai lavori forzati in Siberia, Sonja va con lui. La trama di questo romanzo assomiglia alla trama dei romanzi polizieschi (un delitto, le indagini della polizia, la scoperta del colpevole...), ma quello che interessa a Dostoevskij non è raccontare la storia: Dostoevskij vuole raccontare i pensieri di questo personaggio, il suo dramma, il suo cambiamento. Oscar Wilde (1854-1900) è uno scrittore irlandese. Wilde è uno scrittore molto brillante (spiritoso). Wilde crede che l'arte e la bellezza siano le cose più importanti della vita (questo modo di pensare si chiama estetismo). Uno dei romanzi più importanti di Oscar Wilde è Il ritratto di Dorian Gray. Il protagonista di questo libro è un giovane molto bello. Un giorno un amico pittore gli fa un ritratto. Dorian guarda il ritratto ed esprime un desiderio: chiede di non cambiare mai. Dorian vuole rimanere per sempre giovane e bello e chiede che sia il suo ritratto ad invecchiare. Così succede. Ogni volta che Dorian compie qualcosa di cattivo, il ritratto cambia. Il suo viso rimane bellissimo, il viso del ritratto diventa orribile. Un giorno Dorian guarda il ritratto e si spaventa: decide di distruggere il ritratto. Dorian prende un coltello, taglia il ritratto, ma in quello stesso momento muore: ferendo il ritratto, Dorian ha ferito se stesso. In questo romanzo Oscar Wilde parla di un personaggio doppio (un personaggio che ha due facce diverse l'una dall'altra): Dorian è un uomo che sembra bello e buono e invece è orribile e cattivo. Wilde racconta la vita di Dorian, i suoi pensieri, il suo desiderio di fare della sua vita "un'opera d'arte". Luigi Pirandello (1867-1936) è uno scrittore siciliano. Pirandello è autore di molti racconti, romanzi, opere teatrali. In queste opere Pirandello parla della solitudine dell'uomo moderno, parla dell'uomo alla ricerca della sua identità: l'uomo vuole capire chi è, chi sono gli altri, ma non riesce mai a darsi una risposta. Tra i romanzi più famosi di Pirandello: L'esclusa, II fu Mattia Pascal, Uno, nessuno, centomila. Il fu Mattia Pascal racconta la storia di un uomo che decide di abbandonare la moglie, il lavoro, il paese, per cominciare una nuova vita. Lui scappa, ma in paese credono che sia morto. Mattia decide di darsi un altro nome, si fa chiamare Adriano Meis e va a vivere a Roma. Ma dopo un po' di tempo capisce che non può fare niente: non ha documenti, così non può lavorare, non può sposarsi di nuovo... Decide di tornare al paese, per ritornare a vivere con il nome 101 di Mattia Pascal. Ma quando torna a casa ha una brutta sorpresa: la moglie si è risposata ed ha una figlia: Mattia non può più riprendere neanche la vecchia vita, può solo guardare la vita degli altri... In questo romanzo il personaggio principale non sa più chi è: non è più Mattia Pascal, non è più Adriano Meis... È un uomo che voleva essere libero ed invece ha scoperto che la libertà è impossibile... Marcel Proust (1871-1922) è nato ed è vissuto quasi sempre a Parigi. Scrive 7 romanzi e li unisce in una raccolta. Questa raccolta si chiama Alla ricerca del tempo perduto. Proust, in questi libri, racconta molti episodi della sua vita: questa raccolta ha un forte contenuto autobiografico. Il primo libro di questa raccolta si intitola La strada di Swann. Ne La strada di Swann, il protagonista racconta dei ricordi di quando era bambino. Ricorda la mamma, la nonna, la zia. Questi ricordi nascono per caso: per esempio, un giorno il protagonista, ormai uomo, beve una tazza di te e mangia un biscotto (una madeleine). Improvvisamente ricorda quando, da bambino, la zia gli offriva il te con questi stessi biscotti. La ricerca del tempo perduto è un libro pieno di riflessioni, di ricordi: l'autore fa un viaggio nella memoria, per ritrovare e per ricordare le esperienze passate. Italo Svevo (1861-1928). Italo Svevo, che era nato a Trieste (una città di confine), sentiva di avere legami molto forti con la cultura dell'Europa centrale. Il vero nome di Italo Svevo, infatti, è Ettore Schmitz. Egli ha scelto lo pseudonimo Italo Svevo per ricordare le sue origini: Italo (da Italia) e Svevo (perché il padre era tedesco). L'opera di Svevo è stata influenzata dall'opera di Sigmund Freud, il medico austriaco che ha inventato la psicanalisi7 II romanzo più famoso di Italo Svevo è La coscienza dì Zeno. Il protagonista di questo libro è Zeno Cosini. Zeno ha deciso tante volte di smettere di- fumare, ma non è mai riuscito. Un giorno Zeno decide di farsi curare dallo psicanalista. Lo psicanalista gli dice di scrivere un diario: in questo diario Zeno deve raccontare la sua vita passata. Zeno racconta tutti gli episodi della sua vita, dal rapporto con il padre, a quello con la moglie, a quelli con l'amante e con il cognato. Da tutti questi racconti si capisce qual è il vero problema di Zeno: Zeno non ha volontà: lui pensa di essere un inetto, un incapace. Zeno non è mai contento, non è mai soddisfatto: Zeno è il contrario di un eroe, è 7 La psicanalisi è una scienza che studia l'inconscio dell'uomo. L'inconscio è una parte della mente dell'uomo che l'uomo non può controllare. Secondo Freud è possibile studiare l'inconscio in modi diversi, uno di questi modi è studiare i sogni: l'uomo sogna, ma non può decidere cosa sognare. I sogni, quindi, sono frutto dell'inconscio. Studiando l'inconscio l'uomo può capire i suoi comportamenti, le sue paure, le sue manie... 102 un anti-eroe. Il personaggio di Zeno è molto simile a tanti personaggi protagonisti dei romanzi del 1900: personaggi soli, impauriti, senza volontà, senza valori (ideali). 103